I 5 momenti sorprendenti del cross country nel 2021

Per la mountain bike è stato uno degli anni più importanti della storia. Il 2021 ha finalmente decretato, dopo la sospensione dello scorso anno, i nomi dei nuovi campioni olimpici. È stato un anno importantissimo anche per il nostro Paese che ha potuto vedere (o mostrare) i più grandi interpreti delle discipline cross country e marathon da vicino, fornendo loro teatri ideali per le più epiche battaglie. Una stagione controversa e dalle molteplici sfaccettature, con grandi delusioni, come vi abbiamo raccontato qui, ma anche ricca di sorprese.

 

 

Momenti che non finiranno nel dimenticatoio tanto facilmente. A distanza di anni, episodi come quelli raccontati in questo articolo, fanno ancora venire la pelle d'oca e siamo convinti che quella sensazione la proverete ricordando questi cinque sorprendenti momenti del 2021. 

 

RICHARDS MONDIALI VAL DI SOLE

Una ragazzina inglese ha illuminato l'intera Val di Sole con il suo sorriso. Al mondiale di Commezzadura, pochi forse si sarebbero aspettati un successo come quello di Evie Richards, e soprattutto una sua vittoria.

 

Evie Richards campionessa del mondo in Val di Sole

 

Le gare femminili ci hanno insegnato però, che è inutile fare previsioni e anche se in questo 2021 la costante è stata la fuoriclasse francese Loana Lecomte, le prove di XCO sono sempre molto combattute. La ex campionessa del mondo Pauline Ferrand Prevot, dopo la delusione di Tokyo, voleva di nuovo la maglia iridata, Neff era in forma smagliante, ma anche Frei voleva dire la sua. Niente da fare per nessuna delle precedenti.

 

Podio femminile mondiali Val di Sole elite - 2021

 

Una volta calato il polverone alzato dalla Prevot al primo giro, è emersa Richards davanti a tutte, così, con la massima calma che la contraddistingue. Non ha staccato neanche un miglior tempo, ma con costanza e regolarità ha tenuto un passo devastante. Forse proprio su questo aspetto nessuno avrebbe creduto, Evie ha dimostrato che su un tracciato duro, che molti davano inadatto per le sue caratteristiche si può fare la differenza senza scatti, o a singhiozzo come hanno fatto tutte le altre. Un ritmo snervante e deciso. La ragazza che regala sorrisi, sì, ha decisamente sorpreso. 

 

PIDCOCK ALBSTADT DA 100 A 5 

Ad Oropa Marco Pantani ebbe un guasto proprio all'inizio della salita che gli fece perdere quasi 1' dalla testa. Assistito dall'ammiraglia risale e compie un'impresa epica, recuperando tutto lo svantaggio e vincendo la tappa. Pedrosa al GP di Valencia con la Pole in tasca, decide di cambiare gomme, una scelta che lo obbliga alla partenza in ultima fila.

 

Photo ©Bartek Wolinski - Red Bull Media

 

Nessuno lo aspettava sul più alto gradino a fine gara, ed invece lì arrivò. Leo Paez al mondiale di Auronzo cade nelle fasi iniziali, sembrava fuori dai giochi, quando invece sul finale ricompare davanti e agguanta la terza piazza. Thomas Pidcock ad Albstadt ha fatto vedere qualcosa di molto simile alle imprese di questi fenomeni. Nella sua prima prova di Coppa del Mondo elite è stato costretto ad entrare in griglia come quelli che fanno l'iscrizione alla GF domenicale il giorno stesso. Con il numero 100 e una bici molto speciale, si è accodato.

 

 

Le telecamere erano puntate sul campione del mondo Sarrou, su Schurter e su Van der Poel che stava facendo saltare tutti i sassi della pista. Tom, passa 25° alla fine del primo giro, fa staccare il miglior tempo sul secondo giro e anche sul terzo, per affacciarsi al terzo giro in prima posizione.

 

Chi conosce un minimo il circus della Coppa del mondo capirà benissimo che su un tracciato come quello tedesco di Albstadt, quasi interamente monolinea, è praticamente impossibile sorpassare.

 

 

Per lui non arriva il successo, ma con quella rimonta a suon di pedalate micidiali, ha fatto capire che la rincorsa alle Olimpiadi non era impossibile, e che forse poteva essere in lizza per una medaglia. Sappiamo tutti com'è andata poi a Tokyo, ma noi abbiamo raccontato qui, com'è andata.

 

 

NEFF, L'ORO DI TOKYO DOPO L'INCUBO DEL 2019

Era in America quando proprio la vigilia di Natale, la fuoriclasse svizzera Jolanda Neff, aveva fatto preoccupare tutti gli appassionati di MTB. Una discesa con il fidanzato Lucas Shaw si è trasformata in un incubo: una costola rotta, parziale collasso di entrambi i polmoni e il rischio di asportazione della milza causate da una caduta. Aveva già visionato in maniera dettagliata il percorso di Tokyo durante il test event. Aveva mostrato a grandi e piccini come si affrontano ostacoli che sembrano insormontabili.

 

Photo ©UCI MTB - SWPix

 

Lo ha fatto in sella ma anche nella vita di tutti i giorni recuperando da quell'incidente un passo alla volta, per riprendersi ciò che stava sognando. Dopo una stagione e mezzo a rincorrere le avversarie senza mai riuscire realmente a imporre il proprio spietato e agilissimo ritmo con cui si è resa famosa, sul circuito di Izu è tornata a splendere.

 

Photo ©UCI MTB - SWPix

 

La sorpresa più attesa forse, Jolanda torna ad essere Jolanda e dopo un paio di baruffe con la nemica-amica di sempre Pauline Ferrand Prevot, torna a danzare su quei pedali, con la sua agilità. Le lacrime, l'incredulità e la genuinità di Jolanda Neff. Il tassello mancante del puzzle della fuoriclasse, il ritorno di uno dei simboli della MTB. Pochi se lo aspettavano forse, ma quella vittoria era ciò che ognuno di noi, ammettiamolo, si augurava. La regina è tornata! L'oro più bello è quello di Tokyo 2020.

 

Jolanda Neff campionessa olimpica 2021 di mountain bike

Photo ©UCI MTB - SWPix

 

NEL 2021 SI È VISTA L'ITALIA DEL FUTURO 

Finalmente l'Italia è tornata a dare dimostrazione di quanto il gruppo faccia la differenza. Non facevamo in tempo a metabolizzare un successo, che a ruota ne arrivava un altro. Una pioggia di sorprendenti risultati che non hanno riguardato unicamente i grandi interpreti, ma soprattutto i giovani del fuoristrada.

 

Sara Cortinovis bronzo ai mondiali

 

Inquadrare un momento topico di smisurato stupore è impossibile, l'Italia è tornata a giocare sul campo dei forti e con valori che fanno ben sperare per il futuro. Sara Cortinovis rappresenta il futuro della MTB femminile italiana, dominatrice assoluta degli Internazionali, seconda agli europei e terza ai mondiali di Val di Sole, pedina fondamentale per le prove relay. Una scalatrice pura che sa primeggiare su percorsi old e new school.

 

 

Due volte secondo è stato invece Juri Zanotti, ai mondiali e agli europei è mancato veramente poco, ma anche lui nelle prove corali è stato incommensurabile, dove ha sorpreso di più forse è stato a Bielmonte, l'italiano combattutissimo con Simone Avondetto che proprio in quelle settimane aveva una forma strepitosa. La settimana prima a Les Gets, aveva battuto il futuro campione del mondo di categoria Vidaurre, conquistando una prova di Coppa da mattatore del fango.

 

 

Come Zanotti e Cortinovis, anche Nadir Colledani ha vinto a Bielmonte, un nome che tra gli elite forse in pochi avevano considerato. Eppure, il percorso old school lo ha favorito. Salite ripide, radici, un percorso naturale che lo ha esaltato.

 

 

La maglia di campione italiano aveva sfilato a inizio stagione all'interno della top10 di Coppa con Luca Braidot, il regista e protagonista delle prove a squadre di Novi Sad e Val di Sole. Ha guidato la giovane selezione (Filippo Agostinacchio, Martina Berta, Sara Cortinovis, Marika Tovo) verso il successo agli europei in Serbia, l'oro che ha segnato il ritorno degli azzurri ai massimi livelli. Giovane, versatile, completa.

 

 

Last but not the least, Gaia Tormena, la regina dell'XC Eliminator. La consideriamo come una veterana ma la ragazza che della Valle d'Aosta ha solo 19 anni ed a casa quest'anno si è portata tre maglie, quelle che ti fanno salire sul gradino più alto del podio. Campionessa d'Europa e del Mondo nonchè vincitrice finale della World Cup XCE. Il suo segreto? Eccolo «"Tutte noi ragazze ci alleniamo, in questa specialità quello che conta è la testa. Io ho un grande capacità di concentrarmi.»

 

 

 

 

È l'Italia che volevamo e che ora guarda con decisione al futuro. 

 

NINO INFINITO, IN VAL DI SOLE SI PRENDE IL NONO MONDIALE

Nove titoli mondiali sono quelli che hanno raggiunto due leggende dello sport a due ruote: Valentino Rossi e Tony Cairoli. Nino Schurter non voleva e non poteva essere da meno. L'uomo che non ha bisogno di presentazioni è tornato sul percorso dove nel 2008 aveva dato a tutti un assaggio di ciò che sarebbe stato correre contro di lui.

 

Nino Schurter campione del mondo elite 2021 in Val di Sole

 

In Val di Sole aveva vinto il titolo under23 quell'anno, una medaglia che rimane fuori dalla conta effettiva. La caccia ai nove titoli è iniziata nel 2009, quando ha deciso che voleva diventare l'uomo dei record della mountain bike.

 

Nino Schurter campione del mondo elite 2021 in Val di Sole

 

A Canberra è diventato il più giovane campione del mondo di cross country nella categoria elite, nel 2021 in Val di Sole, è diventato il più maturo a farlo. Dire che ci si aspettava Nino a lottare per un altro oro, sarebbe esprimere una menzogna. Non era sembrata la stagione di Nino, ma cosa si nasconde sotto la maschera che si mette una volta sceso in pista non lo sa ancora nessuno. La sua sete di vittoria lo trasforma ogni volta nell'atleta che nessuno aveva mai visto prima.

 

 

Rimane incollato alla ruota del più in forma della stagione (Flückiger), incassa colpi micidiali architettati dal connazionale e si inventa l'azione che su quel percorso nessuno ha mai visto. Dopo il gol all'ultimo minuto, il canestro sul gong, c'è il mondiale all'ultima curva di Nino Schurter. Il nono mondiale della leggenda del cross country, sembra già il titolo di un libro. L'atleta perfetto non esis... ah no. 

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