Non possiamo nasconderlo, da quando ci è stata presentata pochi giorni prima del Bike Festival 2019, la nuova Trek Supercaliber è diventata uno dei nostri “chiodi fissi” perchè volevamo poterci salire in sella e mettere davvero alla prova quella che Trek Bicycle dice di essere un “paradigm shifting”, ovvero una bici che dovrebbe cambiare le carte in tavola unendo le caratteristiche positive di una hardtail con quelle positive di una full suspended, lasciando ferme ai box tutte le negatività.
Più che curiosi eravamo ossessionati. Trek Italia tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 ci ha fornito una Supercaliber 9.8 taglia M/L, Trek infatti oltre alle classiche taglie S-M-L-XL realizza anche una taglia intermedie M/L, che abbiamo testato su diversi terreni, soprattutto sui terreni difficili dell’inverno, per cercare di comprendere se questa bicicletta rappresenta davvero il “grande cambio” dichiarato dalla casa di Waterloo.
Dopo il primo giro abbiamo realizzato un “first ride test”, mentre se volete andare davvero a fondo della Supercaliber potete trovare la nostra antologia. In questo articolo invece vi daremo il nostro GIUDIZIO FINALE, ovvero quello che pensiamo della Trek Supercaliber dopo quasi 2 mesi di test intensivo.
Se hai fretta puoi guardare il VIDEOTEST
MONTAGGIO CON TANTO CARBONIO GRUPPO GX E FRENI SHIMANO
La Trek Supercaliber 9.8 che abbiamo testato ha un montaggio da medio/alto di gamma infatti il gruppo è lo SRAM GX Eagle a 12 velocità, quindi un media gamma, ma con l'aggiunta della guarnitura in carbonio Truvativ Stylo Carbon Eagle, DUB, con pedivelle da 175mm (170 nella taglia S) e corona da 32t. Una cosa che farà piacere a molti di voi là fuori è sapere che il reparto freni è affidato a una coppia di Shimano Deore XT M8100, tra i più affidabili e funzionali attualmente sul mercato.
Anche le ruote sono in carbonio ed escono dal catalogo Bontrager, le Kovee Elite 30 carbon gommato con Bontrager XR2 Team Issue da 2.20". Sempre in carbonio e marchiati Bontrager il reggisella Bontrager Pro OCLV Carbon da 31.6mm con 0mm offset, il manubrio Bontrager Kovee Pro OCLV Carbon con 5mm di rise e larghezza da 720mm, mentre l'attacco è il Bontrager Kovee Pro Knock Block con inclinazione di 13º e lunghezza di 70mm, in alluminio. Chiude il reparto componentistica la sella Bontrager Montrose Elite con forchetta in titanio e larghezza da 138mm e le manopole ESI Chunky.
Naturalmente grande attenzione al reparto sospensioni che è formato dalla forcella Fox Performance 32 Step-Cast Float Evol con 44mm di offset e all'innovativo sistema posteriore Trek IsoStrut che sfrutta al suo interno un ammortizzatore Fox con comando remoto al manubrio su 2 posizioni, grazie alla particolare costruzione evita dispersioni di energia e un funzionamento lineare e iper rigido del sistema. Noi vi abbiamo spiegato in modo dettagliato il suo funzionamento in questo video:
UN GIOCO DI PRESSIONI
Dopo il first ride in cui abbiamo assaggiato la rigidità della Supercaliber, quello su cui ci siamo concentrati di più è stata la regolazione del IsoStrut. Durante la prima uscita avevamo regolato l’ammortizzatore posteriore con una pressione molto alta, proprio perché pensavamo che il sistema avesse bisogno di sostegno per i 70kg del nostro tester.
In effetti la bicicletta risultava incredibilmente rigida, fin troppo diremmo, tanto da portare l’intera struttura a sottosterzare per la tanta rigidità di telaio, forcella e ruote.
Lo schema di ammortizzazione lavorava bene, ma sentivamo che non esprimeva il meglio di sè. Abbiamo allora provato a sentire Michele Casagrande del Team Trek-Pirelli, che sapevamo aver già tra le mani la nuova Supercaliber e soprattutto sapevamo che il suo peso forma fuori stagione si aggira attorno ai 70 kg.
Con nostra grande sorpresa Casagrande ci ha detto che lui stava girando con pressioni molto più basse, attorno ai 110 psi, ma con all’interno gli spacer dati in dotazione da Trek. Abbiamo cosi deciso di provare la Supercaliber su un tracciato che conoscevamo molto bene andando ad abbassare ad ogni giro la pressione di circa 20 psi arrivando appunto fino ai 110 psi di Michele.
I latini dicevano “in medio stat virtus”, detto che vale assolutamente anche per la Trek Supercaliber. Per noi scendere sotto ai 130 psi rende la bicicletta troppo “morbida”, non perde di sostegno la sospensione, ma si arriva troppo spesso a fine corsa (anche in salita durante i fuorisella cattivi) e si ha una sensazione di “plush” continua.
Invece rimanendo tra i 130 e 140 psi (sempre per i nostri 70 kg) con 3 click di ritorno la Supercaliber 9.8 rimane perfettamente sostenuta, permette di copiare il terreno in modo ottimale sia in salita sia nello sconnesso veloce donando una trazione ottima, soprattutto considerando che abbiamo pedalato con una coppia di copertoni Bontrager XR2 Team Issue che non sono propriamente i più consigliati sul terreno invernale.
La Trek Supercaliber è una di quelle biciclette pensate per soddisfare i palati fini e come tale richiede anche una certa sensibilità nelle regolazioni. Non è la bicicletta “pronti-via”, bisogna avvicinarla con un po’ di rispetto, considerare un periodo di adattamento dove proviamo e modifichiamo assetto, sospensioni, pressione delle gomme e tutte quelle cose che fanno diventare una bicicletta “tagliata su misura” per un biker. Una volta trovata la propria configurazione ecco che diventa quel missile da gara che in tanti stavano cercando.
AGGRESSIVA È DIRE POCO
Benché la geometria della Trek Supercaliber sulla carta non sembri risultare particolarmente aggressiva, (angolo sterzo di 69º e piantone di 74º) una volta in sella invece ci si trova catapultati in un mondo dove sembra contare solo quanto forte spingi con quadricipiti. Il busto e il baricentro del corpo sono porta molto in avanti, ci si trova spesso con le spalle basse sopra il manubrio.
Questa posizione si trasforma in watt espressi sui pedali, nei passaggi tecnici ci si trova invece con una sensazione di andare verso il basso, che se si è abituati a guidare molto cattivi con sella alta può addirittura trasformarsi in un aiuto per prendere con ancora più cattiveria le sezioni difficili.
Durante il nostro test abbiamo trovato più difficile che con altre bici affrontare i passaggi di “volo” ovvero piccoli salti e drop perché la sensazione che si ha è quella di essere catapultati in avanti, sembra che una volta usciti dal dente la Supercaliber punti verso il basso invece di planare, sensazione naturalmente smentita dai fatti perché come tutte le altre MTB è perfettamente bilanciata e una volta superato il blocco mentale ci si trova a gestire tranquillamente anche sui salti o sui drop.
GIUDIZIO DEFINITIVO… O QUASI. LA RISPOSTA A 4 DOMANDE
Esprimere un giudizio secco e definitivo su una bicicletta è sempre difficile, soprattutto se si tratta di qualcosa di nuovo come la Supercaliber. Abbiamo pensato che la cosa migliore fosse di rispondere alle domande/affermazioni che tanto si vedono su internet riguardo questa bici.
- È davvero così rivoluzionaria? Rivoluzionaria secondo noi non è la parola esatta, non stravolge le geometrie, non porta innovazioni totali in campo delle sospensioni, ma di sicuro dove gran parte del resto del mondo della MTB XCO va a creare biciclette sempre più pensate per facilitare la discesa e il tecnico andando ad aumentare le escursioni, Trek fa inversione ad U e presenta una 60mm iper-aggressiva e che secondo noi è perfetta per le gare o per chi ha un’attitudine racing, ma che senza un numero davanti al manubrio non esprime al meglio il suo essere.
- È una front o una full? È UNA FULL… a tutti gli effetti. Rigidissima, quasi troppo a volte, e con i foderi alti che riescono a flettere anche quando l’ammo è bloccato creando una sensazione di simil-front, ma la Supercaliber si guida, soprattutto si setta come una full suspension. Chi cerca una front dovrebbe orientarsi verso una front, chi cerca una bicicletta bi-ammortizzata dalle altissime prestazioni racing che lascia ben poco spazio all’immaginazione allora dovrebbe prendere in considerazione la Supercaliber.
- Pesa tanto? La Supercaliber 9.8 M/L che abbiamo usato ferma l’ago della bilancia a 11.10kg, che per una full montata con SRAM GX, ruote con canale da 30 e componentistica non certo votata alla leggerezza, ma bensi al rendimento nel tempo per un amatore crediamo non sia un peso malvagio.
Se prendiamo per esempio la Trek Supercaliber usata dal Team Trek-Pirelli in questo 2020 abbiamo una full che in taglia M/L ha un peso di 10.10 kg con SRAM AXS, ruote Enve con copertoni Pirelli e pedali Crank Brothers Candy. Tutti quelli che si aspettavano un peso da front saranno rimasti delusi, ma questa è una full suspension ed anche il peso è quello medio di una full.
- Costa tanto? Non si può nascondere, il prezzo della Supercaliber è elevato (comunque esattamente in linea con le altre top di gamma da XC di aziende come Specialized, Cannondale, Scott, ecc...) bisogna però pensare che il progetto ha richiesto 4 anni di studio e fase prototipale. La Ricerca & Sviluppo è qualcosa che si paga e certamente cercare soluzioni diverse da quelle già presenti non è un lavoro facile. Dentro alla Supercaliber c’è tanto, non ci stupiamo che Trek quindi chieda tanto per averla.
Che i prezzi delle Mtb stiano lievitando… questo è un discorso che andrebbe fatto a parte, con contesti e informazioni diverse.
A CHI LA CONSIGLIAMO
A chi vuole gareggiare per vincere. È una macchina da gara, non ci sono dubbi. Potrebbe anche essere quella bicicletta che potrebbe convincere gli ultimi irriducibili delle front a pedalare finalmente su una full suspension.