Alchemist 4ª puntata: I modelli di punta delle ruote in carbonio made in Italy

Quarto appuntamento del tour in Alchemist, marchio italiano che dal 2013 produce ruote in carbonio. Oggi vi presentiamo le caratteristiche tecniche dei modelli in catalogo. Vi siete chiesti il perché delle soluzioni proposte, delle scelte fatte riguardo a mozzi, canali, raggiatura? Le risposte da chi le ha create.

Per scoprire qualcosa di nuovo, in fin dei conti, basta aprire un catalogo, leggere qualche dettaglio tecnico, oppure andare in fiera, fare qualche domanda  - spesso di sfuggita - al produttore, e si è già soddisfatti.

 

Ma quante volte capita di avere a completa disposizione chi le ha pensate, che a ruota libera si lascia andare al racconto dettagliato del perché e del per come ha fatto determinate scelte? Non molte in effetti.

 

L'amministratore delegato di Alchemist, Sandro Marcorin, come un fiume in piena ci ha permesso di indagare ogni singolo aspetto della produzione: dalla storia della sua azienda, a una utile lezione sui materiali compositi, fino a mostrarci le fasi della filiera, dalla progettazione fino all'inscatolamento. Oggi è arrivato quello che per molti era il momento più atteso, ossia il capitolo dedicato ai modelli di punta di Alchemist.

 

Alchemist Sandro Marcorin

 

Parlare di "modelli di punta" per un'azienda che produce solo ruote in fibra di carbonio - quindi di per se qualcosa di alta gamma - pare un controsenso, ma all'interno del percorso di crescita e di continua innovazione, si è arrivati a definire qual'è il meglio tra le soluzioni proposte da Alchemist.

 

Due sono i modelli per il comparto XC (come le XC-1), le RR e la famiglia delle X-Sense, pensate sia per il Marathon che per il mondo gravity, ed infine cerchi e mozzi per il ciclocross e per la strada. La nostra attenzione si è rivolta essenzialmente per le discipline off road, ritagliando maggiore spazio per MX e XC. Ma l'entusiasmo trascinante di Marcorin ci ha portato ad interessarci anche di tutto il resto.

 

LE X-SENSE

 

 

Nel racconto dei modelli proposti da Alchemist, ci soffermiamo su un prodotto particolare, che merita molta attenzione, sono le X-Sense. Questo nome non indica una ruota ma una famiglia di ruote, disponibili sia da  27,5'' che da 29'', per le quali si possono scegliere tra tre dimensioni di canale. Questa è una ruota molto particolare, frutto di due anni di ricerca, che ha portato a creare ad hoc un nuovo processo produttivo. Cosa la rende unica?

 

 

1) E' un vero tubeless: non ha i fori. La raggiatura è completamente collegata all'esterno, e questo fa si che per la normale manutenzione, oppure per la rottura di un nipple o di un raggio, non serve togliere il copertone, col secondo vantaggio di non veder fuoriuscire il lattice, e quindi evitando inutili perdite di tempo. Non avendo fori, non serve nemmeno mettere il nastro: può essere un risparmio economico da poco, ma non perdo nemmeno tempo a metterlo. Più tubeless di così...

 

 

2) Raggiatura verso l'interno e campanatura incrociata: I raggi che partono dalla faccia sinistra del mozzo finiscono sulla destra del cerchio e viceversa, comportando un aumento significativo della rigidità torsionale. Altra particolarità è che l'angolo formato tra mozzo e raggio è il doppio di un normale cerchio, 15° contro i tradizionali 7°, e questo fa si che la rigidità laterale sia elevatissima. Per diminuire la rigidità, e quindi avere una ruota più morbida e confortevole (per la schiena, per esempio), è sufficiente agire sui raggi, riducendone la tensione.

 

 

3) Cerchio hookless: se osservate la ruota in foto (METTERE FOTO), noterete immediatamente che, pur essendo tubeless, non presenta il tradizionale dente. In realtà non è corretto dire che è sparito, ma solo modificato nella sua idea di base: le pareti del canale sono inclinate verso l'interno. Il motivo per il quale le pareti non sono dritte, è dovuto al fatto che montando un copertone e aumentando la pressione pressione, queste tendono leggermente ad aprirsi, quindi l'effetto di grip si ridurrebbe. Inclinando leggermente le pareti invece, la tenuta è la stessa di un dente vero e proprio.

 

Il vantaggio si traduce nell'avere un "dente" molto molto grande, quindi resistenza elevatissima agli urti e agli impatti, con la stessa tenuta di un cerchio normale. "Siamo gli unici ad applicare questa soluzione, inventata da noi, che chiamerei hookless 2.0", spiega Marcorin. "A detta di chi ha comprato queste ruote, la tenuta è eccezionale, anche a bassissime pressioni. Una ruota talmente interessante che so di nostri concorrenti l'hanno ordinata per analizzarla studiarla vederla".

 

 

Le X-Sense si possono ordinare con tre dimensioni di canale: il 26 mm, consigliato per la pratica XC, il 32 mm dedicato all'enduro, e il 44 mm per i cerchi "plus". A tal proposito, ci siamo chiesti cosa ne pensasse di canali larghi per ruote da XC. "Secondo noi l'ideale, per l'XC, è 26 o 28 mm, che manterremo anche per i progetti futuri, perché l'allargamento ulteriore non lo vedo come un fatto positivo:con la larghezza maggiore ho il problema dell'aumento del peso della massa in rotazione, perdendo il vantaggio dell'effetto giroscopico basso. Inoltre, dalle nostre prove, è emerso che già con 26 mm sfrutto tutti i tasselli, a meno di impiegare un copertone dalla sezione più larga".

 

Questo non significa che Alchemist non possa soddisfare i clienti che desiderano un cerchio col canale più largo. "Se il cliente chiede un canale da 32 mm, lo diamo, ma lo consigliamo per la pratica del marathon. A noi non costa nulla farlo: lo produciamo già per l'enduro".

 

IL MONDO GRAVITY


Sul mondo gravity apriamo un paragrafo a se. Oltre alle X-Sense pensate per l'enduro, Alchemist propone anche le RR-9e, rivolte a un segmento che va dall'all mountain fino al downhill. La domanda che sorge spontanea è questa: ha senso fare una ruota in carbonio, per discipline gravity? "Sicuramente è rischioso fare DH con ruote in carbonio", risponde il nostro interlocutore. "L'alluminio si piega, il carbonio esplode! È comunque possibile fare una ruota da DH in carbonio: siamo vicini, e dai nostri test è emerso che funziona"."Il problema più grande è che il DH è uno sport che per sua connotazione spacca tutto. Essendo comunque l'amatore il nostro cliente tipo, all'interno di un mercato piccolo, convincerlo a passare al carbonio è molto difficile".

 

 

Il discorso passa quindi dall'aspetto tecnico, al marketing. "Posso una ruota in carbonio per darla ai team per fare vedere che funziona e che si può fare. Ma che mercato realizzeresti? Difficile che un amatore spenda migliaia di euro di ruota... che sa che prima o poi distrugge!". "Noi siamo una piccola azienda", aggiunge,"e quindi non ci possiamo permettere di fare progetti specifici per i professionisti del DH senza avere un ritorno economico reale ma solo d'immagine. Per questo motivo noi ci focalizziamo solamente su quei segmenti nei quali l'utilizzatore è effettivamente disposto a comprare". Ciò non significa che Alchemist non distribuisca ruote specifiche per il dowhnill: attualmente collaborano con un importatore in Germania che ha comprato delle ruote per DH, 27,5'' in carbonio.

 

LE RUOTE DA STRADA E DA CICLOCROSS


Anche per quanto riguarda il comparto strada, la filosofia di Alchemist è stata quella di puntare su qualcosa di diverso, a cominciare dalla scelta di produrre solo ruote con disco, sia perché secondo il suo AD (Amministratore Delegato) sono il futuro, sia perché sono gli "ultimi arrivati" nel mondo strada, e quindi l'intenzione resta quella di offrire al mercato un prodotto che li distinguesse. Le ruote sono pensate per l'uso strada, ma anche per il ciclocross - sono state utilizzate la scorsa stagione dal CX-SMP Team, che le monterà anche nella prossima stagione- e il gravel. "In realtà i nostri sono cerchi che andrebbero benissimo anche per il Cross Country", ci tiene a sottolineare Marcorin.

 

 

Tra i modelli proposti, spicca all'occhio lo Z16, il cerchio più basso al mondo, con una spalla di soli 16 mm. Oltre alla versione 16mm, il cerchio clincher è disponibile anche con spalle di 30 e 40 mm, alle quali ben presto si aggiungerà il 55 mm, che noi abbiamo visto in anteprima assoluta, ma verrà presentato al pubblico fra alcuni mesi a Eurobike e Cosmobike.

 

 

Altre caratteristiche che non passano inosservate sono la saggiatura sfasata - per compensare la campionatura - e la conformazione "poliedrica" del cerchio - come potete osservare in foto -  che conferisce al cerchio una struttura molto rigida e molto resistente. La ragione di questa geometria è legata all'utilizzo, da parte di Alchemist, della fibra di carbonio unidirezionale, di cui vi avevamo parlato nella seconda puntata: la rigidità è garantita dal fatto che lo sforzo sulla ruota, tra un raggio e l'altro, è tangente alla fibra stessa. Combinando questo disegno col la fibra di rinforzo in zona nipple, si riesce a ridurre il peso ed avere comunque la possibilità di raggiungere tensioni dei raggi molto elevate, superiori anche ai 160 kg a 8 bar di pressione.

 

Per quanto riguarda i mozzi, Alchemist offre inoltre la possibilità di scegliere tra quello in carbonio/alluminio, o il più economico mozzo in solo alluminio.

 

I RAGGI

 

Nell'attesa di vederli in fibra di carbonio, al momento le ruote Alchemist montano raggi in acciaio con nipples in alluminio. E non raggi qualunque, ma i Sapim, nelle versioni CX Ray e Leader. Come già ribadito più volte, i Sapim sono i raggi consigliati da Alchemist, ma nulla vieta di richiederne altri. La scelta di un buon raggio è fondamentale, ma lo è ancor di più il montaggio, affidato alle mani della vicentina Pippo Wheels, che li regola secondo dettami ben precisi: al di là delle richieste particolari, normalmente sono regolati tra i 100 kg e 120 kg per la ruota posteriore - con un massimo consigliato di 140/160 kg), mentre l'intervallo si abbassa a 100 - 110 kg per l'anteriore.

 

 

LA MANUTENZIONE


Quello della manutenzione è un capitolo molto molto importante, sia perché le Alchemist sono ruote per alte prestazioni, sia perché non ha senso lesinare su questo aspetto dopo aver affrontato una spesa del genere. Marcorin consiglia di fare un controllo completo almeno una volta all'anno, magari portandola, tramite il rivenditore di fiducia, nello stabilimento di Cinto Cao Maggiore.

 

"Ricordiamoci che è una ruota da competizione, ed è l'equivalente di possedere una Ferrari", spiega Marconin. "Quando compri una Ferrari, sai benissimo che non puoi cambiargli l'olio una volta all'anno e poi dimenticarti di fare manutenzione. Come anche devi sapere che per un controllo devi andare dal concessionario, perché è una macchina da competizione, è una macchina fatta a mano, non montata dai robot. Stessa cosa il nostro prodotto: è una ruota fatta a mano, completamente artigianale, per questo necessita di un controllo specifico".

 

Due sono le parti da far verificare: cuscinetti e raggi. Per la parte del mozzo, ci dice Marcorin, le Alchemist in realtà non necessitano di una grande manutenzione, in quanto come cuscinetti vengono montati gli SKF Germania - a differenza di altre aziende che montano SFK Asia -, cuscinetti classe AA, che sono meno economici dei cugini asiatici, ma ne guadagnano in precisione. "I team che collaborano con noi hanno potuto verificare che la ruota anteriore, la meno sollecitata, può affrontare due stagioni senza che le venga sostituito il cuscinetto. Al posteriore invece è necessario cambiare i cuscinetti del corpetto, ma non quelli del mozzo. A dimostrazione che l'affidabilità è molto alta".

 

Per quanto riguarda la tensionatura dei raggi, il discorso di fa più tecnico. Con le ruote in alluminio, se si molla qualche raggio, la ruota va storta, ma il problema si ferma lì. Invece il carbonio ha un grosso difetto: le fibre tendono ad allungarsi del 1,7 - 1,9%, e superato questo limite la fibra si rompe, a differenza dell'alluminio che si deforma, in quanto ha un allungamento a rottura più elevato. Perciò è fondamentale verificare la tensionatura dei raggi, onde evitare brutte sorprese.

 

MA SE LA RUOTA SI DOVESSE ROMPERE?

 

Anche questa è una domanda lecita, sempre in relazione alla spesa affrontata. Nessuno comprerebbe una ruota poco economica, sapendo che si potrebbe rompere di lì a poco. Alchemist invece, cavalcando le proprie certezze e in relazione alle esperienze personali di chi le ha create, da una garanzia fino a cinque anni.

 

E non solo: in caso di rottura del cerchio, Alchemist da la possibilità di cambiarlo col 50% di sconto, che equivale a una spesa pari a una ottima ruota in alluminio. 

 

 

ALCHEMIST OFFRE ANCHE LA RIPARAZIONE

 

"Noi utilizziamo una fibra di carbonio 18K, quindi con tantissimi filamenti per pollice quadro. Questo fa si che se la rottura si verifica, rimane molto circoscritta e la ruota può essere riparata". Piccola parentesi: 18K significa avere 18.000 filamenti di fibra ogni pollice quadrato di superficie. Quindi, a parità di superficie, un carbonio 18k ha molti più filamenti - e quindi è più denso - di un carbonio 10K. Per questa ragione, a parità di rottura, la "ferita" finisce per essere meno estesa, e quindi riparabile. "Non nascondo di pedalare io stesso su una ruota anteriore ammaccata: la sto usando da sei mesi, ma tiene, non perde aria, funziona bene, e quindi continuo a correre senza problemi. Per noi è un ottimo test, come l'aver provato a uscire in bici per mesi con 4 raggi in meno", ci racconta Sandro..

 

Al di là dei test fatti in casa e sul campo, Alchemist collabora con istituti esterni, pubblici e privati, per ottenere dati scientifici che mostrino la bontà o meno delle proprie scelte. Tra questi citiamo l'Università di Trieste e l'Istituto Tecnico di Portogruaro (VE), presso il quale Marcorin e i suoi collaboratori tengono lezioni sui materiali compositi, portando in azienda alcuni ragazzi per un breve periodo di stage. Come ci tiene a precisare, "è importante creare cultura sui materiali compositi, perché al momento se ne parla poco, e spesso male". E noi di pianetamountainbike, nel nostro piccolo, speriamo di aver offerto un buon servizio pubblico.

 

Ma non è finita....ci sarà anche l'ultima puntata, la quinta...

 

 

Le puntate precedenti: 1, 2, 3, 5

 

 

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