Alchemist 5ª puntata: Le ultime curiosità svelate dall'alchimista

Quinto capitolo della visita di pianetamountainbike nello stabilimento di Alchemist. Il rapporto con il cliente, con i negozianti. Le squadre che vengono utilizzate per testare le nuove ruote. Cosa ci riserva il futuro? Da leggere perchè Marcorin non è mai banale nelle sue risposte.

Chi è Alchemist lo sapete, come sono progettate anche, e dalla scorse puntate avete scoperto come vengono costruite, avendo seguito il processo passo dopo passo, mentre nell'ultima in ordine di tempo avete dato uno sguardo ad alcuni dei modelli proposti dal marchio di Cinto Cao Maggiore (VE). Per il quinto e ultimo capitolo, l'Amministratore Delegato Sandro Marcorin risponde ad alcune semplici domande, esaudendo le nostre ultime curiosità, dal cliente tipo, al rapporto col negoziante. Tutto sempre nel nome del Made in Italy.

 

PAROLA CHIAVE: DIFFERENZA

 

Chi è il target e perché dovrebbe scegliere delle ruote in carbonio? La risposta alla prima domanda è l'amatore, per una ragione molto semplice: che i top rider non comprano i cerchi, perché sono sponsorizzati. Il ragionamento è puramente di natura economica. Il vero mercato è l'amatore, che vuole la ruota di alte prestazioni e che veramente fa la differenza, ed è rassicurato dal fatto che il top rider utilizza quella ruota e fa risultato: se un pro continua ad usarla, si fida, vince, e non ha rotture, vuol dire che effettivamente c'è sotto qualcosa di buono.

 

Alchemist. Marcorin con i dipendenti

 

Per conoscere le collaborazioni di Alchemist dovete aspettare solo qualche riga, perché prima dobbiamo rispondere al secondo quesito: perché l'amatore dovrebbe scegliere il cerchio in carbonio? Perché, a parità di prezzo, un cerchio in carbonio costa come un super top di gamma in alluminio.

 

"La differenza tra una ruota in carbonio e una ruota in alluminio è aumentata in modo esponenziale, con l'arrivo delle 29 pollici", spiega Sandro Marcorin. Secondo l'amministratore delegato di Alchemist, quando si è passati alle 29'', l'incremento di flessione della ruota in alluminio è aumentato in modo pazzesco. Con la ruota in carbonio a trarne vantaggio è il controllo."La bicicletta effettivamente è più rigida, più performante, e riesce a copiare il terreno che tu vuoi fargli copiare".

 

"Un nostro cliente passato quest'anno alle X-Sense", prosegue Marcorin, - "ci diceva che la differenza rispetto alle ruote in alluminio, in termini di precisione di guida e di rilancio, è enorme. Ricordiamoci che 100 grammi di peso di differenza su una massa in rotazione, quindi che ha un effetto giroscopico, vale come 1 Kg di differenza in altra zona della bicicletta, perché effettivamente il rilancio, la risposta in frenata e il cambio di direzione a causa dell'effetto giroscopico variano enormemente. Tu prendi una ruota in alluminio, che effettivamente pesa solo 300 grammi in più, e prova a fare il cambio di direzione sul single track veloce, e dopo prova con una ruota in carbonio: la differenza la sentirai eccome!". Non è un caso che, a detta del suo inventore, chi le prova tendenzialmente poi le compra.

 

 

"La ruota è uno degli accessori che, negli ultimi anni, nell'aftermarket, sta avendo più successo, rispetto agli altri componenti, forse perché è l'accessorio che, in proporzione, fa cambiare di più le caratteristiche e le performance del mezzo. Telaio e ruote sono forse i componenti dove forse fai la differenza. La scelta di montare il cambio di una marca piuttosto che di un'altra è poca cosa: i cambi dei brand più noti sono tutti affidabili, hanno le loro caratteristiche, ma non sono quelle che ti fanno vincere o non vincere una gara. Un telaio si può fare la differenza, perché la rigidità, la reattività, la risposta, la precisione di guida sono fattori determinanti. Lo stesso ragionamento vale per la ruota:ruota e telaio sono forse i due componenti all'interno del pacchetto bicicletta che più di tutti gli altri influiscono sul risultato e sulla prestazione, e questo poi gli atleti ce lo confermano".

 

LE COLLABORAZIONI

 

La seconda questione è legata alle prove svolte sulle ruote. I primi tester sono gli uomini che lavorano il Alchemist, il target è l'amatore, ma di mezzo ci sono i team, uno dei tanti anelli della catena che unisce chi crea il prodotto e l'utilizzatore finale. I top rider possono costituire una miniera dalla quale estrarre dei buoni feedback, perché, più che l'amatore che corre per puro piacere, hanno delle esigenze non di poco conto. Non solo l'accessorio, il telaio o il singolo componente deve garantire delle performance elevate, ma allo stesso tempo non deve nascondere delle brutte sorprese. Vi immaginate la reazione di un big che perde una gara ormai in pugno a causa di una rottura improvvisa? A questo si aggiunge il pessimo ritorno di immagine verso l'azienda che l'ha fornito di quel componente.

 

Alexey Medvedev - GF Tre Valli 2016

 

Il primo team a collaborare con Alchemist fu Full Dynamix nel 2013, società nella quale allora figurava Alexey Medvedev, tra i rider più vincenti del panorama off road. "Ricordo che ha provato queste ruote e mi ha detto "mi sembra di essere con una bici da strada", perché il rilancio che ti danno è lo stesso, sensazione rara da provare su una mtb", racconta con un velo di soddisfazione Marcorin. Non è un caso che, a distanza di anni, Medvedev abbia cambiato team, ma non ruote: Alchemist dalla scorsa stagione fornisce le ruote al team Trek Selle San Marco, e, stando ai risultati conseguiti dalla "lokomitiva russa" nella prima metà del 2016, non si può dire che la collaborazione non stia dando i suoi frutti. 

 

 

Oltre al Trek Selle San Marco - "al 99% la collaborazione continuerà anche nel 2017, perché c'è un bel connubio, ottimi riders, che sanno utilizzare le ruote, e che le tengono curate, sapendo quello che vale" -, Alchemist è partner del team Selle Smp di ciclocross e di un team femminile olandese che corre gare xc e marathon. "La cosa positiva di tutti questi team è che i loro atleti si sono dimostrati attenti alle pressioni, alla manutenzione, e allo stesso tempo ci dicono cosa e come migliorare. La riconferma è il più bel feedback che possano darci".

 

 

PAROLA CHIAVE IL NEGOZIANTE

 

C'è un concetto del quale l'Alchimista va più fiero rispetto ad altri: il rapporto coi venditori. "Noi proteggiamo la catena distributiva", afferma. In tanti infatti hanno chiesto di poter comprare direttamente in fabbrica, ma la risposta da parte di Alchemist è categorica: no. "È una cosa che tengo che la gente capisca: noi cerchiamo la correttezza commerciale, per questo non vendiamo quindi neanche online. Siamo nati come vendita online all'inizio per farci conoscere, ma l'abbiamo tolta. Perché io credo nel mantenere il rapporto col negoziante. Quest'ultimo è importante, specialmente per un prodotto di questo tipo, e voglio che guadagni il suo: io gli do un buon margine di guadagno, ed è giusto che lo faccia, perché comunque si impegna a trovare il cliente e garantirgli l'assistenza. Quindi è giusto che il negoziante abbia il suo ritorno economico e che venga protetto".

 

Ad ora la rete commerciale di Alchemist vanta 18 Alchemist Point sparsi per l'Italia, suddivisi in due categorie, silver e gold, aventi contratti diversi, pesi diversi per quanto riguarda gli acquisti, e vantaggi diversi. Nel resto del mondo ancora non esistono rivenditori silver e gold, ma Alchemist può già contare su una rete di distributori che importano negli Usa, in Germania, Austria, e Olanda, a cui ben presto si aggiungeranno Spagna e Francia.

 

Alchemist Point Italia

 

IL RAPPORTO CON IL CLIENTE


Ultimo punto che trattiamo è il rapporto col cliente, e la personalizzazione, argomento di cui vi abbiamo regalato qualche chicca già nella prima e nella seconda puntata. L'avere il produttore "accanto a casa" - e non disperso in Asia - uno di questi è la facilità con la quale si possono avanzare delle richieste particolari. E non si tratta solo di scegliere il colore o l'adesivo da applicare, ma, in linea di massima l'azienda che commissiona l'oggetto, può avanzare richieste su un po' tutto, dalla dimensione dei fori, allo spazio fra i nipple, magari in base al loro fornitore di nipple o di raggi. Discorso leggermente diverso per l'utente privato, che, al di là di richieste particolari - vi ricordate che avevamo parlato del ragazzo che voleva la ruota ancor più leggera? - in linea di massima può scegliere il tipo di finitura (lucida o opaca), il colore e il tipo di raggi - anche se in Alchemist consigliano Sapim CX Ray - le colorazioni, e, in casi estremi, l'anodizzazione della parte in alluminio del mozzo.

 

 

La personalizzazione può riguardare anche l'abbinamento mozzo / cerchio, per quanto, come abbiamo sottolineato più volte, il Alchemist il cerchio nasce in funzione di un mozzo e viceversa. Però nessuno vieta di fare un mix tra cerchi e mozzi pensati per ruote diverse, così come nessuno vieta di comprare ruote di tipologia differente da montare all'anteriore al posteriore. "Ci è capitato per esempio un cliente a cui piacevano le RR per Marathon, però siccome aveva una bici all mountain, quindi con escursione più alta, chiedeva una ruota più robusta: allora gli ho montato un mozzo da XC su un cerchio da enduro".

 

Andando un po' oltre, c'è l'ha possibilità di chiedere la personalizzazione sulla laminazione. "A me è capitato un cliente che pesava molto, e mi ha chiesto una ruota più robusta. Gli è costato 20 euro in più, peràora pedala su una ruota dimensionata specifica per lui. Questo lo facciamo: è una cosa importante".

 

Tutto questo si può fare per una sola ragione: Alchemist si trova in Italia. E il negoziante, una volta ricevuta la richiesta dal cliente, in breve tempo può contattare l'azienda, spiegare le personalizzazioni, e ricevere la ruota.

 

A proposito di rivenditori, ci siamo chiesti se qualcuno (rivenditore o casa madre) abbia mai pensato di montare le ruote Alchemist come dotazione di serie di una mountain bike. La risposta è che per un'azienda piccola non è facile, ma qualcosa si muove: al momento vi è una collaborazione con un piccolo produttore francese che monta le Alchemist sulle sue bici top di gamma. "Il nostro desiderio sarebbe effettivamente quello di fare ruote per una bici primo montaggio per aziende italiane. Ci proviamo, è difficile. Il problema è che offriamo solo il top di gamma. Però penso che ci riusciremo tra un po' di tempo, perché ne abbiamo la possibilità, sia a livello produttivo, sia per i prezzi, e i costi".

 

 

COSA CI RISERVA IL FUTURO

 

L'ultima domanda che rivolgiamo a Sandro è invece cosa c'è in serbo per il futuro, in particolare cosa, tra gli elementi in alluminio, potrebbe essere realizzato in composito. La curiosità nasce dal fatto che in tutti questi anni mai ha smesso di sperimentare, costruendo già nel 1997 il suo primo telaio in carbonio, passando poi alla forcella, al reggisella, alla pipa, e, ovviamente, alle ruote. "Si, qualcos'altro potrebbe essere realizzato in fibra di carbonio. Noi stiamo elaborando un progetto per costruire mozzi e raggi", ci svela Marcorin. Non sarebbe una novità: come ci spiega durante la nostra conversazione, qualcuno già fa i raggi in carbonio, mentre un altro produttore ha presentato l'anno scorso un mozzo da strada dello stesso materiale, con la "pecca" dei prezzi folli.

 

 

"Nel cassetto abbiamo diverse idee interessanti", ci dice con un certo orgoglio."Oltre a pensare a risolvere il rebus di raggi e mozzi, stiamo pensando a ruote molto molto innovative, con delle soluzioni ulteriori.". Una ragione in più per tornare insomma, a breve magari."In realtà ci vorrà del tempo, perché siamo già molto impegnati e richiedono investimenti molto molto grandi: quest'anno è arrivato il robot per i fori, il nuovo plotter per il taglio della fibra, e la nostra intenzione, nei prossimi cinque anni è di continuare a investire tutto, sempre, sulla ricerca e sviluppo e sull'innovazione dei processi produttivi, con l'obbiettivo di fare la differenza". "Voglio concludere con un'ultima cosa: con umiltà, dico che siamo la dimostrazione che in effetti si può produrre in Italia fibra di carbonio a prezzi vantaggiosi, a patto di investire. Sempre".

 

 

Le puntate precedenti: 123, 4

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