TEST LEATT DBX 2.0: L’ESPERIENZA AL SERVIZIO DEL PEDALATORE

Abbiamo provato il casco “piccolino” dell’azienda Sudafricana specializzata nel realizzare protezioni per downhill, enduro e motocross. Comodo, areato e piuttosto leggero… un uno per tutto.

Leatt è un marchio sudafricano che per i puristi del XC e delle Marathon non dirà molto, ma se avete ampliato un po' i vostri orizzonti da biker, mettendo i piedi nel mondo dell'Enduro e del downhill, saprete bene che stiamo parlando di un'azienda che è sinonimo di sicurezza e prevenzione degli infortuni.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0


La storia di Leatt è legata a doppio filo alla sicurezza, nel 2001 il dottor Christopher Leatt accompagna suo figlio a gareggiare in una gara di motocross e assiste alla morte di un motociclista per concussione al collo. Il dott. Leatt ha iniziato quasi subito la ricerca e lo sviluppo di un dispositivo di sicurezza, guidato dalla passione di proteggere non solo suo figlio, ma tutti i motociclisti dagli effetti di lesioni al collo catastrofiche. I suoi primi brevetti sono stati depositati nel 2003. Il rivoluzionario Leatt-Brace è stato sviluppato a Cape Town, in Sud Africa e testato dagli ingegneri BMW nella loro struttura a Monaco di Baviera, in Germania, con le prime unità di produzione vendute alla fine del 2006.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0


Ben presto il Leatt-Brace entra a far parte del mondo del downhill e poi dell'enduro con modelli più leggeri. Passare dal Leatt-Brace alla realizzazione di un casco è quasi un obbligo, così Leatt inizia a mettere a catalogo caschi integrali e aperti, ma sempre con un idea ben precisa: la massima protezione. A questo requisito risponde alla grande anche il più piccolo della famiglia, il Leatt DBX 2.0, il casco da Marathon/Trail presentato per il 2019.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0

 

L'ESPERIENZA DH ANCHE AL SERVIZIO DEL PEDALATORE TRAIL E MARATHON

Il Leatt DBX 2.0 prende tutta l'esperienza di Leatt nel mondo delle discipline gravity e lo declina per un uso che vada a soddisfare i biker che amano pedalare per tante e tante ore di fila. Il DBX 2.0 presenta 20 prese d'aria davvero molto ampie che unite al sistema di canalizzazione MaxiFlow permette davvero un grande flusso interno al casco per raffreddare la testa nei giorni più caldi, soprattutto questo sistema funziona molto bene anche a basse velocità.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0


La sicurezza è garantita dalla tecnologia brevettata Leatt 360º Turbine Technology che aiuta a ridurre il rischio di trauma cranico fino al 30% e diminuire l'accelerazione rotazionale di testa e cervello fino al 40%. Il sistema si compone di 10 Armourgel Turbine che sono delle "rotelline" di colore azzurro inserite all'interno del casco, queste si deformano in caso di impatto e assorbono le forze verticali e rotazionali. Questa tecnologia è unita a un classico guscio in EPS modellato a doppia densità che riesce ad assorbire gran parte degli urti. La fodera è realizzata in Dri-Lex lavabile.

 

PROVA SUL CAMPO

Abbiamo utilizzato il Leatt DBX 2.0 per quasi tutta l'estate, sia per uscite brevi stile XC, divertenti giri in e-bike, ma anche per lunghe giornate in sella come nel caso della prova percorso di Appenninica MTB Stage Race.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0

 

La calzata risulta subito comoda, noi abbiamo testato la misura Large (59-63cm), il casco si posiziona bene sulla scatola cranica e non crea punti di pressione. La forma è piuttosto larga sui lati e schiacciata nella parte posteriore, non crea un effetto fungo, ma non è neanche filante, esteticamente più adatto a chi ha un viso piuttosto largo.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0

 

Lo stile è "enduro-oriented" e scende abbastanza, ma non troppo, sulla nuca. Il sistema di chiusura Quattro Force Control si regola facilmente tramite il rotore posteriore. Questo sistema funziona piuttosto bene, anche se quando si va a stringere al massimo tende a bloccarsi leggermente e diventa poi faticoso riaprirlo.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0

 

La visierina è fissa e non può essere regolata, detto questo non risulta ingombrante e non limita la visuale, mentre permette una discreta protezione dal sole e da eventuali rami che si incontrano.

 

Il Leatt DBX 2.0 si è interfacciato molto bene con tutti gli occhiali che abbiamo utilizzato, sia con gli Alba Optics Delta, sia con gli Adidas Eyewear Zonyk Pro e anche i Rudy Project Syntrix. Lo abbiamo sempre indossato con le astine degli occhiali sopra ai laccetti, che sono piatti e presentano un pratico sistema di regolazione semi-statico, ovvero con un laccetto fisso e l'altro su cui scorre la fibbia di regolazione.

 

Appenninica MTB Stage Race test casco LEATT DBX 2.0

 

Un sistema che siamo riusciti a regolare "on the fly" anche con una sola mano mentre pedalavamo. La chiusura è classica a clip, una soluzione che Leatt ha adottato al posto della sua rinomata chiusura magnetica Fidlock per mantenere il prezzo del DBX 2.0 più basso.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0

 

Le 20 ampie prese d'aria funzionano davvero anche a bassa velocità, mai abbiamo sofferto di eccessiva sudorazione e anche nelle giornate più calde non ci siamo mai ritrovati con i capelli completamente bagnati dal sudore, segno che il flusso d'aria interno è ottimo e costante.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0

 

Il Leatt DBX 2.0, nonostante il suo sistema di regolazione sia verticale che orizzontale, in alcuni casi si è mosso sulla nostra testa, andando a scendere leggermente sull'anteriore, non ha mai causato problemi di visuale, ma un leggero movimento che ci costringeva a riportarlo in posizione. Va anche detto però che la misura L per noi si è rivelata piuttosto grande, vista la nostra circonferenza cranica di 57cm avremmo preferito una taglia M. Il movimento rilevato, al 90% dipende proprio da questo causa.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0

 

A parte questo il Leatt DBX 2.0 si è rivelato un casco molto comodo, piuttosto leggero (313 grammi in taglia M) e davvero molto areato. Il design è moderno e accattivante, strizza l'occhio agli amanti dello stile "enduro", ma senza scendere troppo dietro la nuca, aumentando comunque la protezione posteriore rispetto a un classico casco da strada.

 

A CHI LO CONSIGLIAMO

Il Leatt DBX 2.0 è il casco ideale per chi sta cercando grande protezione unita ad areazione anche a basse velocità. Ideale per chi ama affrontare lunghe escursioni estive dove ogni filo d'aria in più dentro la testa è un sollievo.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0

 

È un casco pensato a chi vuole un "uno per tutto", ovvero un casco che assicuri protezione e funzionalità sia in un utilizzo race nelle lunghe Marathon o Gran Fondo, ma anche se si vuole osare un po' di più affrontando discese con biciclette a escursione più generosa. Il peso di circa 300 grammi lo posiziona tra la media del settore, mentre il prezzo di 99,99 euro lo posiziona come uno tra i migliori per rapporto qualità/prezzo.

 

TEST CASCO LEATT DBX 2.0

 

Disponibile in 4 colorazioni, Black/Granite, Granite/Lime (colore in test), Granite/Red e Granite/Teal, e in 3 taglie Small (51-55cm), Medium (55-59cm), Large (59-63cm).

 

 

 

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