Vedere Simone Avondetto che vince l'europeo XCO Elite è stato da pelle d'oca, ma è stato anche solo la punta dell'iceberg, perché sotto al diluvio della Transilvania è emerso un cielo di un azzurro brillante, come non si vedeva da tempo.
Gli azzurri rientrano in Italia con 2 medaglie d'oro (Avondetto e il Team Relay) e 2 di bronzo Giada Martinoli tra le junior e Luca Braidot nel XCC), secondi nel medagliere dietro alla "solita" Svizzera, ma anche con il quinto posto di Greta Seiwald, la fame agonistica di Chiara Teocchi e le Top10 di Tommaso Bosio tra gli junior e di Elian Paccagnella tra gli Under23, insomma ci siamo, siamo lì. Non siamo ancora "la nazione da battere", ma siamo una di quelle che fanno paura.
Vero! Gli europei sono sempre un po' snobbati, mancavano alcuni big, mancavano gli americani che sembrano aver ritrovato lo slancio dei primi anni 2000, ma intanto i nostri ragazzi, tutti giovani e "caldi come boiler", hanno dato battaglia.
Tutto questo grazie a chi e a cosa? Ci siamo lanciati in qualche riflessione per rispondere a queste domande.
L'EUROPEO IMPREVEDIBILE
"Go big or go home". A Cheile Gradistei si sono create condizioni che raramente si trovano nelle competizioni, quelle che rendono un percorso "lineare" qualcosa di davvero complicato da affrontare.
Condizioni come quelle di ieri sono anomale, pensiamo al mondiale 2020 vinto da Sarrou in condizioni proibitive, ci sono alcuni rider più portati alla guida sul fango e alla sopportazione del freddo, ma di base chi emerge è il rider più completo. Sono però anche le condizioni in cui se non si guida bene e non si ha confidenza ci si taglia fuori più facilmente.
Se il percorso si fosse asciugato avrebbe mostrato altre dinamiche e forse anche altri risvolti, ma tutto questo amplifica il valore della prestazione di Avondetto che sul fango ha guidato in maniera impeccabile anche contro l'uomo più in forma del momento Simon Andreassen.
Nella categoria elite maschile di cross country l'Italia non ha mai, MAI, vinto un oro nella prova individuale dal 1989, tanti podi (Noris, Bramati, Pallhuber, Bruschi, Bui, Fontana e L. Braidot), ma la prima medaglia d'oro l'ha portata proprio Simone Avondetto.
CORRERE IN ITALIA
Per anni ci siamo convinti che per fare risultati e stagioni ai massimi livelli in Coppa del Mondo servisse fare esclusivamente esperienza fuori. Avondetto dimostra praticamente il contrario, tralasciando le prime gare per i punti effettuate in Grecia, ha sempre corso praticamente in Italia prima di andare in Brasile e far registrare il suo nome di fianco alla miglior bandierina italiana.
Non solamente correre perché in Italia ha preso anche la paga, pensiamo all'attacco subito a San Zeno di Montagna, oppure quel 5° posto a Nervesa della Battaglia in condizioni molto simili per pesantezza di terreno, in cui i crossisti l'hanno fatta da padrona, in più la vittoria assoluta a Nalles.
Correre in Italia quindi non è più motivo di limite dei team o campanilismo, il livello si è alzato tra gli atleti e i percorsi forniscono esattamente i campi di prova per poi andare a dare la paga all'estero alle "nazioni forti". La prova definitiva non è Avondetto, ma l'intera selezione...
GLI AZZURRI, I PIÙ COSTANTI
La Svizzera è ancora la Nazione regina del cross country, la Francia è la culla dei rider più tecnici e l'Italia la più consistente? Questo campionato europeo ha visto in azione tutti gli azzurri più in forma del momento, insieme hanno vinto l'oro nella prova a staffetta, la più rappresentativa dello strapotere azzurro che è scesa dal podio solamente sette volte su 22 europei disputati.
L'oro in questa prova fa pensare a quanto il livello sia omogeneamente alto attraverso le categorie, Chiara Teocchi e Valentina Corvi sono le azzurre che in questa prima parte di stagione sono salite anche sul podio di Coppa, Giada Martinoli ha guadagnato un bronzo nella prova individuale Junior dopo un inizio di stagione davvero brillante.
Poi il bronzo di Luca Braidot nel XCC, come quei colpi che piazzava lo scorso anno in Coppa, lui è per certi ancora l'uomo più forte in Italia ed è probabile che il motore quest'anno lo stia tenendo ancora a basso regime.
Non sono arrivate le medaglie della Svizzera, ma gli italiani hanno dato prova di un potenziale a tutti i livelli sviluppato negli anni, in più bisogna ricordare che tra gli assenti, volutamente, non era presente Martina Berta che è una delle punte di diamante della nazionale.
Con un campionato europeo l'Italia non diventa il riferimento mondiale, ma sicuramente si va a ricollocare nella top3 delle nazioni "pericolose" e affamate della mountain bike.
COSA CAMBIA PER PARIGI 2024
Quel che è successo in questo campionato europeo fa riflettere non poco, i posti per l'Italia rimangono 4, due per gli uomini e due per le donne e tutti i convocati per Parigi 2024 verranno svelati dopo la terza prova di Coppa del Mondo di Nove Mesto (fine maggio).
Tra le ragazze il botta e risposta è continuo, Chiara Teocchi, Greta Seiwald e Giada Specia non stanno rendendo la situazione facile ai tecnici per la selezione, dando per certo che un posto venga occupato da Berta, ma a questa sfida interna potrebbe considerarsi anche Valentina Corvi (attualmente Under23). La coppia di ragazze verrà fuori da Nove Mesto, ultima stazione del treno olimpico.
Tra gli uomini Simone Avondetto ha dato la prova delle prove vuole uno di quei due posti pendenti per la prova maschile, con la prestazione di ieri ha confermato il livello elevatissimo che tiene dal giorno "1" di questa stagione agonistica, non portarlo sarebbe privarsi di un atleta completo e minuzioso.
Crediamo che la performance di ieri possa veramente aver levato ogni dubbio dalla testa del CT Mirko Celestino che con le prestazioni di Juri Zanotti e Daniele Braidot in Coppa, oltre a quelle di Filippo Fontana e Gioele Bertolini in Italia, aveva veramente tanti elementi da analizzare.
Se la coppia maschile fosse composta da Luca Braidot e Simone Avondetto, ipotesi che vogliamo specificare è solamente frutto della nostra immaginazione, potrebbe avvalersi di due atleti da top 10 capaci anche di fare il colpaccio.
Però Luca non sembra essere costante, fosse per noi ora come ora porteremmo Zanotti che quando è in gara sa dare davvero il meglio, ma c'è anche da dire che fine luglio è ancora piuttosto distante e chi ha programmato il picco di forma per le Olimpiadi magari ora non ha la gamba dei giorni migliori, magari Luca punta tutto su Parigi e proprio davanti alla Torre Eiffel ci regala una prestazione delle sue, di quelle da pelle d'oca, stessa cosa per Martina Berta, non a caso sua compagna di squadra e quindi, probabilmente, con piani di lavoro piuttosto simili.
Insomma scegliere solo 4 atleti in un panorama in cui tutti sembrano andare forte è davvero difficile, ma il cielo è azzurro splendente e ci piace sognare che sarà così splendente anche domenica 28 e lunedì 29 luglio prossimo.