TEST GT SENSOR CARBON PRO: ALL MOUNTAIN SUPER VERSATILE. L'ABBIAMO USATA COME LABORATORIO ESTIVO

La GT Bike Sensor è una delle icone del marchio americano, quella che meglio rappresenta lo spirito “all you can ride” che caratterizza GT, una all mountain pura, che non ha paura di fare lunghi tratti pedalati, ma neanche di aggredire discese in puro stile enduro. Presentata ad aprile 2023 la nuova GT Sensor Carbon Pro LE è una trail bike da 140 mm che si vuole spingere ben oltre. Noi l’abbiamo testata così come esce dalla scatola, ma anche con tutti quei cambiamenti che avremmo fatto se fosse stata nostra. 

 

CARATTERISTICHE GT SENSOR

Il telaio della Sensor ha quel caratteristico “soul” GT, ma rispetto al passato la quantità di escursione posteriore è stata aumentata a 140 mm con forcella da 150 mm, anche se c’è una versione ST da 130 mm di escursione con una forcella da 140 mm.

 

Le linee della GT sembrano modellate dal vento, nella parte dello sterzo arriva un tubo orizzontale ricurvo sull'anteriore con un profilo schiacciato ma bello ampio. L'obliquo lineare termina invece in un ampio punto di alloggio dell'ammortizzatore posizionato verticalmente parallelo al tubo sella. Proprio il tubo sella ha una costruzione nuova con uno sdoppiamento da cui nasce proprio il "triplo" triangolo caratteristico del telaio Sensor, formato dal tubo orizzontale e un ponticello di rinforzo che si collega al piantone sotto al collarino sella.

 

Ci sono cinque modelli nella gamma Sensor: tre con telai in carbonio (ad eccezione dei foderi orizzontali) con 140 mm di escursione e due con telai in alluminio con 130 mm di escursione. 

In molti di voi hanno già ampiamente visto questa bicicletta nel test del nuovo Sram GX Eagle Transmission, e ci avete chiesto a gran voce quando sarebbe arrivato il test… eccolo qui. 

 

Continuate a leggere oppure godetevi il video qui sotto.

 

TEST GT SENSOR CARBON PRO LE

Focus Italia Group, nuovo distributore di GT in Italia, ci ha inviato il top di gamma della linea GT Sensor, ovvero la Sensor Carbon Pro LE, una bici pronto “trail” che esce dai negozi a un prezzo di 5.699 euro. 

 

MONTAGGIO GT SENSOR CARBON PRO LE

Il montaggio della GT Sensor Carbon LE Pro sfrutta componenti assolutamente validi che puntano a due cose: essere affidabili e cercare di tenere un prezzo basso.

La trasmissione è affidata a Sram con deragliatore XO1 Eagle a cavo con cassetta e trigger Sram GX Eagle. La cassetta 10-52T è associata a una corona 32T su guarnitura Descendant. Dobbiamo ammettere che per l’utilizzo che ne abbiamo fatto la corona da 32T si è rivelata molto utile, ci ha permesso di affrontare salite anche molto ripide senza affaticarsi troppo e arrivare ancora quasi freschi ad inizio discesa.

 

Una forcella RockShox Lyrik Ultimate, un ammortizzatore SuperDeluxe Ultimate, freni SRAM Code RSC e reggisella telescopico TranzX completano il montaggio. 

 

LA NOSTRA MTB “LABORATORIO” ESTIVA

La GT Sensor Carbon Pro LE arriva nei negozi con componenti di fascia medio alta che funzionano tutti bene, ma che nel corso del nostro test abbiamo modificato per far aderire la GT Sensor al nostro stile di guida, o per testare nuovi componenti che ci sono arrivati in redazione. 

 

Quello che già tutti avete visto è stato il periodo in cui l’abbiamo utilizzata con il nuovo cambio Sram GX Eagle AXS Transmission, una vera primizia che stava perfettamente su questa bici.

 

Una cosa che fin da subito abbiamo modificato è stato il set di ruote, di primo montaggio la GT Sensor Pro LE ha cerchi WTB KOM Trail con mozzo posteriore SRAM e anteriore Formula, ruote solide e resistenti, ma che non hanno nulla di speciale. Abbiamo così deciso di sfruttare l’occasione e testare la GT Sensor Pro LE con i nuovi cerchi Reserve 30|HD AL con mozzi DT Swiss 350, ruote in alluminio da 699 euro, ma con tutto il savoir faire di Reserve.  

 

Sulla GT Sensor che ci è arrivata erano presenti coperture Maxxis, ma in realtà è montata normalmente con le Continental Kryptotal Fr/Rr, che avremmo voluto davvero molto mettere in test. Anche qui, dopo i primi giri con le "classiche” Maxxis Minion DHF e Dissector, abbiamo usato la GT Sensor come banco di prova per le sorprendenti Vee Tires Attak FSX e Snap WCE, ma anche per le nuovissime Schwalbe Tacky Chan.  

 

Una cosa che abbiamo trovato molto utile è la protezione in gomma stampata sul fodero orizzontale che si presenta più abbondante nei punti critici e con una lavorazione che evita rumori non troppo piacevoli, inoltre c’è una protezione ben abbondante anche nella zona sotto al movimento centrale che arriva fino a metà del tubo obliquo.

 

GEOMETRIA E TAGLIA

La geometria della nuova GT Sensor Carbon Pro LE rientra perfettamente nei canoni della filosofia Slacker/Longer/Steeper. L'angolo di sterzo ha un'inclinazione di 65 gradi, il tubo piantone è di 77 gradi, mentre il Reach è bello allungato visto che segna 455 mm in taglia M.

Valori che fanno subito capire che la nuova GT Sensor è stata fatta per rimanere attaccata a terra, qualsiasi cosa succeda. 

 

Noi abbiamo provato una taglia L e lo abbiamo fatto con più di un tester, entrambi ai limiti della taglia uno 178 cm e l’altro 188 cm.

Per entrambi la Sensor si è rivelata ben guidabile, anche se il tester più alto si sentiva più a suo agio, mentre quello più basso benché fosse ben centrato dentro la bici, la sentiva un po’ troppo alta all’anteriore, complice anche il manubrio con un rise da 30 mm, quindi piuttosto elevato, in puro stile GT. 

PRIMA USCITA

La prima uscita con la GT Sensor per noi è stata una classicissima All-Mountain, una lunga salita super pedalabile, un sentiero mangia e bevi su rocce e radici ed una discesa tecnica su rocce, in pratica il terreno ideale per la Sensor PRO LE.

 

Fin da subito ci siamo resi conto che la GT Sensor Pro permetteva di essere pedalata ben più facilmente di quello che ci aspettassimo. I quasi 15 kg della taglia L non si sono fatti sentire particolarmente, soprattutto sulle rampe più dure dove il tubo piantone molto verticale ha permesso di avere una bella pedalata rotonda e senza strappi.

Non è certo la bicicletta che in salita permette di sprintare o di tenere un ritmo elevato, ma se si sale composti e regolari è davvero efficace non solo quando si è su strada battuta, ma anche su sentiero sconnesso. 

 

Nonostante lo schema sospensivo sia pensato soprattutto per la discesa, in salita non si ha particolare bobbing anche quando si lascia la sospensione aperta.

Una cosa che ci è piaciuta dell'ammortizzatore RockShox Super Deluxe Ultimate è il fatto che il blocco non sia completo, ma lasci un po’ di gioco per copiare il terreno. Una cosa molto importante su biciclette di questo tipo che richiedono sempre un po’ di trazione perché pensate per pedalare in salita non per fare ritmo, ma semplicemente per raggiungere la punta più alta da cui scendere.

 

 

Abbiamo girato con un SAG del 25%, quello suggerito da GT, ma nei giri successivi siamo scesi di pressione per arrivare a un SAG del 30%, sfruttando in salita la posizione “FIRM” del mono, per avere maggiore sensibilità in discesa. 

 

COME VA IN DISCESA 

In discesa la sospensione fa un buon lavoro nell’assorbire il terreno, nella prima parte di corsa è sensibile e morbido, ma quando serve tutta la corsa perché gli impatti si fanno davvero grossi non affonda velocemente, ma ha una buona progressione, cosa che da sostegno anche quando gli impatti sono ripetuti come in un rock garden.

 

 

Tutti i 140 mm di escursione sono utilizzabili senza brusche accelerazioni a fine corsa ed è possibile aggiungere o togliere distanziali di volume per soddisfare le preferenze di ogni biker. Non è però una schiacciasassi che passa sopra a tutto, serve guidarla e tenerla un po’ saldamente per dargli la direzione. 

 

La forcella RockShox Lyrik Ultimate, secondo noi, non ha lo stesso feeling e la stessa sensibilità dell’ammortizzatore, rimane un po’ più rigida nella prima parte di corsa, cosa che nelle lunghe discese fa arrivare alla fine con le mani un po’ formicolanti. Abbiamo migliorato la cosa aggiungendo due token all’interno della Lyrik, in modo da diminuire la pressione all’interno della forcella, migliorare la sensibilità iniziale e aumentare la progressività nella parte finale della corsa, ma in un successivo momento abbiamo montato sulla GT Sensor la forcella Manitou Mezzer e abbiamo davvero migliorato la sensibilità generale della bici.

Lo stack e l’avantreno relativamente alti della Sensor portano il biker ad avere una posizione ottimale soprattutto quando le discese diventano davvero ripide e tecniche, anche a basse velocità ci si sente sicuri e ben centrati sulla bicicletta, non ci si trova quasi mai arretrati e il controllo generale ne beneficia.

 

La GT Sensor non è una bicicletta particolarmente aggressiva, non è una di quelle all-mountain che vogliono essere delle Enduro racing con escursione corta, qui tutto è ben bilanciato per un ottimo compromesso tra salita e discesa, ma è una ricetta che funziona bene e il risultato è una bici su cui ci si sente a proprio agio fin da subito.

 

L’unica cosa che non abbiamo trovato immediata è l’altezza del manubrio, soprattutto il nostro tester più piccolo (178 cm) sulla L ha abbassato di molti spacer il manubrio e avrebbe voluto un manubrio con un rise minore, ma l’altro tester (188 cm) invece si è sentito bene anche con il rise da 30 mm.

Il fatto è che la GT Sensor non è una MTB “piccola e compatta”, ma piuttosto lunga, cosa che la fa stare davvero super attaccata al terreno quando le velocità si alzano o quando il terreno diventa particolarmente rotto, ma per chi è nelle taglie di mezzo andare su quella superiore fa trovare la bici un po’ più macchinosa da guidare.

 

Nello stretto non è una gazzella, ma neanche un elefante in una cristalleria, serve un po’ più di manico per farla girare sui tornanti stretti o nelle pietraie alpine, però il suo grande bilanciamento permette di muoverla con il corpo facilmente, facilitando piccoli nose press e aggiustamenti di linea da fermi.

 

Il lato positivo, anzi diremmo divertente, di questo suo bilanciamento è che è una di quelle bici con cui ci si diverte in ogni situazione, non ha paura a mettere aria sotto le ruote, e quando si “vola” la bici rimane composta e facile da gestire, quasi mai ci siamo trovati a “jonnare” con l’anteriore che puntava verso il basso in atterraggio.

 

 

Non è una mtb pensata per le lunghissime giornate in bike park, ma ogni tanto una “sgrullata” utilizzando gli impianti di risalita non la disdegna per nulla e permette di girare con naturalezza e grande divertimento.

 

RUOTE RESERVE AL 30 HD

Fin dalla seconda uscita sulla GT Sensor abbiamo sostituito le ruote WTB KOM i30 con le nuove Reserve 30|HD AL, ovvero il modello in alluminio pensato per gli utilizzi più impegnativi.

 

Non sono ruote leggerissime, perché con mozzi DT Swiss 350 fermano l’ago della bilancia a 2.083 grammi la coppia, cosa che comunque le posiziona tra le ruote All-mountain in lega più leggere. Quello che cercavamo con queste ruote era un miglior rotolamento grazie ai mozzi DT e anche una migliore rigidità laterale, quindi precisione di guida, rispetto alle WTB.

 

Ci siamo però trovati anche con una migliore assorbimento verticale, se quello che si cerca in una coppia di ruote pensate per l’all mountain, quindi molto resistenti, è anche il comfort, le Reserve 30|HD AL sono davvero ottime, ruote molto più indicate per la pratica dell’all-mountain piuttosto che dell’enduro ad alte velocità, ma per quello Reserve ha lanciato da poco le 31 HD.

 

A CHI LA CONSIGLIAMO?

La nuova GT Sensor Carbon Pro LE è una bici da all-mountain davvero versatile e dalle molteplici qualità. Non è esasperata né verso la salita, né verso la discesa, ma fa del suo grande bilanciamento la principale virtù. È una bicicletta divertente e piuttosto facile da guidare, non è una schiacciasassi, ma piuttosto una agile su ogni terreno, che permette però di essere anche portata sui sentieri enduro e bikepark per farla scatenare un po’, sempre a patto di avere la forza di dominarla un po’ di più quando la forza centrifuga spinge verso l'esterno nelle curve spondate. 

 

 

Una MTB ideale per chi fa grandi giri in montagna guardando più alla discesa che alla salita, ma che non disdegna le giornate nelle Mecche italiane del trail come Massa Marittima o Pogno, ma anche gli itinerari alpini con lunghe salite pedalabili e discese interminabili su rocce e radici come in Valle d’Aosta, oppure come il super giro che abbiamo fatto noi durante il test

 

 

COSA CAMBIEREMMO?

Come avete visto sulla GT Sensor abbiamo cambiato molte cose, più perché avevamo tante cose da testare e la Sensor era la piattaforma ideale piuttosto che perché il montaggio non fosse idoneo. Come detto avremmo voluto un manubrio con un po’ meno rise, soprattutto per i giri più lunghi, ma il montaggio per noi è già ottimo per essere utilizzato da subito.

 

 

Unica cosa che abbiamo cambiato per ottenere un po’ più di performance sono stati i dischi dei freni Sram G2. Un impianto non eccellente secondo noi, che mancava un po’ di mordente, abbiamo così montato dischi BCA Y0D4 (203mm all'anteriore e 180mm al posteriore) per migliorare la frenata e rendere un po’ più performante l’impianto frenate.

 

QUANTO COSTA LA GT SENSOR CARBON PRO LE?

La GT Sensor Carbon Pro LE che abbiamo provato ha un prezzo di listino di 5.699 euro, un prezzo non bassissimo, ma già interessante considerando il montaggio top di gamma. Per noi molto  interessante il modello Sensor Carbon Pro a 4.899 euro, montata con forcella Lyrik Select + RC2, 150mm; ammortizzatore RockShox Super Deluxe Select+, cambio SRAM GX Eagle, freni SRAM Code R, ruote WTB KOM Trail i30 e copertoni Continental Kryptotal 29x2.4".

 

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