Mercoledì vi abbiamo presentato il Lapierre Mavic Unity, un altro dei big team del cross country internazionale, una delle più grandi realtà agonistiche francesi che segna un interessante ritorno. È una squadra di prim'ordine che segna il ritorno di Lapierre ai massimi livelli di competizioni e con atleti che possono portare la nuova maglia sul podio.
Questo team con a capo Celine Hutsebaut è speciale anche perché all'interno dello staff è presente una figura italiana che gestirà uno degli aspetti più importanti nelle relazioni del team. Enrico Martello è lo Sport Director del Lapierre Mavic Unity, un ruolo cruciale all'interno di un team internazionale.
Enrico è stato per la Nazionale italiana collaboratore tecnico in supporto prima a Hubert Pallhuber e poi anche a Mirko Celestino ed è una delle figure cruciali nello sviluppo di alcuni dei più importanti circuiti di cross country, le sue skills non si limitano a questo perché molti atleti italiani hanno beneficiato dell'attività di coach di Enrico.
Abbiamo intervistato il nuovo Sport Director del Lapierre Mavic Unity, che ci ha spiegato com'è arrivato a questo ruolo, ma anche svelato i piani di un'intensa stagione che sta per avere inizio.
Ciao Enrico, come sei arrivato alla corte di Celine Hutsebaut e a ricoprire questo ruolo di Sport Director nel Lapierre Mavic Unity?
Sono stato contattato da Celine a maggio dello scorso anno proprio per ricoprire questo importante ruolo, quello di Sport Director, ci conoscevamo già da tempo e spesso ci confrontavamo. Celine mi scrisse un messaggio chiedendomi se fossi disponibile per l'anno successivo e così è cominciato tutto.
Sotto al nome di questo ruolo quali responsabilità si nascondono da un punto di vista pratico?
Io gestirò tutta la parte tecnica e organizzativa di tutto il team, dalle ricognizioni sul percorso alla gestione tecnica degli atleti, calendarizzazione e il confronto con il coach di ciascuno di loro. Da ottobre stiamo lavorando sodo anche perché vogliamo fare bene, per me siamo la più importante squadra di Francia.
Quali saranno i principali obiettivi stagionali per questa nuova esperienza?
Il focus principale saranno le tre grosse categorie di gare: le Coppe del Mondo, i campionati nazionali e il campionato del mondo, attorno a queste date gira tutto il resto.
Quali sono le aspettative?
Ci aspettiamo di fare costantemente top10 in Coppa sia nel XCC che nel XCO.
E le tue personali quali sono?
Le intenzioni sono quelle di portare 5 bici alle Olimpiadi di Parigi 2024 e questo è ciò che si aspetta anche Celine Hutsebaut, general manager di Vaillant TT (la società proprietaria del team - nda). Sono cambiati molti attori, tra staff e atleti ma lo spirito e la visione sono rimasti gli stessi, valori che Celine ha ereditato dal padre (Michel Hutsebaut, fondatore negli anni ‘90 del team - nda). Per me tutto questo è una motivazione enorme, alla fine sono capitato nella squadra più importante di Francia nell'anno delle Olimpiadi in casa e con il brand di bici francese.
Per te questa non è la prima esperienza nel ricoprire questo ruolo vero?
Vero, ma qui siamo arrivati in Champions League.
Cosa significa per te arrivare a questo livello?
Mi inorgoglisce parecchio questo, con il mio background da preparatore atletico, coach e disegnatore di tracciati alla fine sono il primo ad essere riconosciuto in una grande squadra internazionale.
Avete già effettuato dei primi test sui materiali, è vero?
Sì, abbiamo già lavorato con Michelin in novembre, su alcune nuove gomme che usciranno più avanti quest'anno. Adesso i ragazzi stanno utilizzando dei prototipi e Michelin vuole che da parte mia e dei ragazzi i feedback per lo sviluppo dei copertoni.
Sulla scelta delle configurazioni delle Lapierre invece è già stato scelto qualcosa, se l'opzione XR o XRM? Più o meno travel?
Stiamo utilizzando la bici proprio in questo periodo e siamo molto entusiasti, con tutta l'esperienza che ha Lapierre nel mondo gravity, è riuscita sviluppare qualcosa di veramente sensazionale per il cross country moderno. Per il travel non ci sono dubbi utilizzeremo un po' più di escursione, non i convenzionali 100 mm e avremo sospensioni Fox 34, sfrutteremo anche le prime gare in Spagna con Nucia, Chelva e Banyoles per lavorare ancora sulle bici.
Farete anche dei camp durante la stagione?
Sì, sfrutteremo il periodo in Spagna per 3 settimane di team camp ma poi ci sarà anche un po' di Italia, perché La Thuile è diventata sponsor ufficiale del progetto, i ragazzi passeranno luglio e agosto nel La Thuile Bike World per fare test fisici e di materiali sul percorso di cross country.
Parlaci un po' degli atleti che ti ritrovi, il gruppo per te è totalmente nuovo ma anche a livello di età è molto vario...
Sì, abbiamo Tom (Thomas Litscher nda), che arriva da una bellissima stagione, ha fatto podio anche al mondiale di short track ed è molto meticoloso come atleta. Fini ha già conquistato la maglia di campione nazionale danese di ciclocross, quindi chi ben comincia è a metà dell'opera, un atleta molto professionale. Loro due sono i capitani della formazione. Poi c'è Erik Haegstad, il danese è giovane ma secondo me molto forte, ha un ottimo potenziale. Malene (Degn nda), negli ultimi due mondiali ha sempre chiuso nelle prime dieci e cerchiamo con lei sicuramente continuità di risultato. Poi abbiamo Annie Last, atleta dalle grandissime potenzialità e una ragazza giovanissima francese che è Isaure Madde che promette bene, un'atleta da tenere d'occhio.
Qual è il tuo sogno nel cassetto per questo primo anno di esperienza con il Lapierre Mavic Unity?
Il mio sogno in assoluto è vincere la maglia iridata, ma anche portare le cinque bici alle Olimpiadi, anche perché la sede della squadra è esattamente fuori Parigi, quindi sono effettivamente in casa e tornare sui podi sarebbero grandi risultati. Tutto questo crea una grande motivazione dentro di me.