LO SPORT DIRECTOR DEL LAPIERRE MAVIC UNITY È ENRICO MARTELLO

Dopo aver visto come si compone la formazione francese ribattezzata Lapierre Mavic Unity, abbiamo intervistato Enrico Martello, uno dei registi del team che si occupa di gestire gli aspetti tecnici e organizzativi dei ragazzi, un italiano con un ruolo internazionale…

Mercoledì vi abbiamo presentato il Lapierre Mavic Unity, un altro dei big team del cross country internazionale, una delle più grandi realtà agonistiche francesi che segna un interessante ritorno. È una squadra di prim'ordine che segna il ritorno di Lapierre ai massimi livelli di competizioni e con atleti che possono portare la nuova maglia sul podio.

 

Enrico Martello

 

Questo team con a capo Celine Hutsebaut è speciale anche perché all'interno dello staff è presente una figura italiana che gestirà uno degli aspetti più importanti nelle relazioni del team. Enrico Martello è lo Sport Director del Lapierre Mavic Unity, un ruolo cruciale all'interno di un team internazionale.

 

 

Enrico è stato per la Nazionale italiana collaboratore tecnico in supporto prima a Hubert Pallhuber e poi anche a Mirko Celestino ed è una delle figure cruciali nello sviluppo di alcuni dei più importanti circuiti di cross country, le sue skills non si limitano a questo perché molti atleti italiani hanno beneficiato dell'attività di coach di Enrico. 

 


Abbiamo intervistato il nuovo Sport Director del Lapierre Mavic Unity, che ci ha spiegato com'è arrivato a questo ruolo, ma anche svelato i piani di un'intensa stagione che sta per avere inizio.

 

Ciao Enrico, come sei arrivato alla corte di Celine Hutsebaut e a ricoprire questo ruolo di Sport Director nel Lapierre Mavic Unity?

 

Sono stato contattato da Celine a maggio dello scorso anno proprio per ricoprire questo importante ruolo, quello di Sport Director, ci conoscevamo già da tempo e spesso ci confrontavamo. Celine mi scrisse un messaggio chiedendomi se fossi disponibile per l'anno successivo e così è cominciato tutto.

 

Sotto al nome di questo ruolo quali responsabilità si nascondono da un punto di vista pratico?


Io gestirò tutta la parte tecnica e organizzativa di tutto il team, dalle ricognizioni sul percorso alla gestione tecnica degli atleti, calendarizzazione e il confronto con il coach di ciascuno di loro. Da ottobre stiamo lavorando sodo anche perché vogliamo fare bene, per me siamo la più importante squadra di Francia.

 

 

Quali saranno i principali obiettivi stagionali per questa nuova esperienza?


Il focus principale saranno le tre grosse categorie di gare: le Coppe del Mondo, i campionati nazionali e il campionato del mondo, attorno a queste date gira tutto il resto.

 

Quali sono le aspettative?


Ci aspettiamo di fare costantemente top10 in Coppa sia nel XCC che nel XCO.

 

E le tue personali quali sono?


Le intenzioni sono quelle di portare 5 bici alle Olimpiadi di Parigi 2024 e questo è ciò che si aspetta anche Celine Hutsebaut, general manager di Vaillant TT (la società proprietaria del team - nda). Sono cambiati molti attori, tra staff e atleti ma lo spirito e la visione sono rimasti gli stessi, valori che Celine ha ereditato dal padre (Michel Hutsebaut, fondatore negli anni ‘90 del team - nda). Per me tutto questo è una motivazione enorme, alla fine sono capitato nella squadra più importante di Francia nell'anno delle Olimpiadi in casa e con il brand di bici francese.

 

 

Per te questa non è la prima esperienza nel ricoprire questo ruolo vero?

 

Vero, ma qui siamo arrivati in Champions League.

 

Cosa significa per te arrivare a questo livello?

 

Mi inorgoglisce parecchio questo, con il mio background da preparatore atletico, coach e disegnatore di tracciati alla fine sono il primo ad essere riconosciuto in una grande squadra internazionale.

 

Avete già effettuato dei primi test sui materiali, è vero?

 

Sì, abbiamo già lavorato con Michelin in novembre, su alcune nuove gomme che usciranno più avanti quest'anno. Adesso i ragazzi stanno utilizzando dei prototipi e Michelin vuole che da parte mia e dei ragazzi i feedback per lo sviluppo dei copertoni.

 

 

Sulla scelta delle configurazioni delle Lapierre invece è già stato scelto qualcosa, se l'opzione XR o XRM? Più o meno travel?


Stiamo utilizzando la bici proprio in questo periodo e siamo molto entusiasti, con tutta l'esperienza che ha Lapierre nel mondo gravity, è riuscita sviluppare qualcosa di veramente sensazionale per il cross country moderno. Per il travel non ci sono dubbi utilizzeremo un po' più di escursione, non i convenzionali 100 mm e avremo sospensioni Fox 34, sfrutteremo anche le prime gare in Spagna con Nucia, Chelva e Banyoles per lavorare ancora sulle bici.

 

Farete anche dei camp durante la stagione?


Sì, sfrutteremo il periodo in Spagna per 3 settimane di team camp ma poi ci sarà anche un po' di Italia, perché La Thuile è diventata sponsor ufficiale del progetto, i ragazzi passeranno luglio e agosto nel La Thuile Bike World per fare test fisici e di materiali sul percorso di cross country.

 

 

Parlaci un po' degli atleti che ti ritrovi, il gruppo per te è totalmente nuovo ma anche a livello di età è molto vario...


Sì, abbiamo Tom (Thomas Litscher nda), che arriva da una bellissima stagione, ha fatto podio anche al mondiale di short track ed è molto meticoloso come atleta. Fini ha già conquistato la maglia di campione nazionale danese di ciclocross, quindi chi ben comincia è a metà dell'opera, un atleta molto professionale. Loro due sono i capitani della formazione. Poi c'è Erik Haegstad, il danese è giovane ma secondo me molto forte, ha un ottimo potenziale. Malene (Degn nda), negli ultimi due mondiali ha sempre chiuso nelle prime dieci e cerchiamo con lei sicuramente continuità di risultato. Poi abbiamo Annie Last, atleta dalle grandissime potenzialità e una ragazza giovanissima francese che è Isaure Madde che promette bene, un'atleta da tenere d'occhio.

 

 

Qual è il tuo sogno nel cassetto per questo primo anno di esperienza con il Lapierre Mavic Unity?


Il mio sogno in assoluto è vincere la maglia iridata, ma anche portare le cinque bici alle Olimpiadi, anche perché la sede della squadra è esattamente fuori Parigi, quindi sono effettivamente in casa e tornare sui podi sarebbero grandi risultati. Tutto questo crea una grande motivazione dentro di me.

 

 

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