JURI RAGNOLI REALIZZA UN EVERESTING. 8848 METRI DI DISLIVELLO IN UN GIORNO

È una delle mode ciclistiche del momento, percorrere 8848 metri di dislivello (l’altezza del Monte Everest, la cima più alta del mondo) in un solo giorno. Per il bresciano alla fine saranno oltre 300 km totali.

Sembra che anche se non ci sono gare, la sfida tra i due dominatori delle lunghe distanze italiani Samuele Porro e Juri Ragnoli, continui a "distanza di sicurezza". Settimana scorsa vi avevamo raccontato della sgambatina da 240 km di Porro (che per la cronaca ne ha percorsi altri 230 anche domenica 31 maggio), mentre oggi vi raccontiamo dell'exploit endurance di Juri Ragnoli che domenica ha chiuso un everesting, ovvero ha scalato 8848 metri di dislivello in una sola giornata.

 

 

EVERESTING, COS'E?

L'everesting e una delle ultime mode (se così possiamo definirla) del mondo del ciclismo. Prendi una salita (una sola) e ripetila più e più volte fino a raggiungere 8.848 metri di dislivello, ovvero l'esatta altezza del Monte Everest, da cui il nome della challenge.


Il primo evento descritto come "Everesting" è stato realizzato da George Mallory, nipote dell'alpinista George Mallory (membro della prima spedizione all'Everest). Il giovane Mallory pedalò sul Monte Donna Buang nel 1994, dopo aver realizzato otto "giri" della salita con un dislivello di 1069 metri ciascuno. Andy van Bergen, ispirandosi all'impresa di Mallory, il 28 febbraio 2014 ha creato un evento in cui 120 atleti si sfidavano sulla stessa challenge.


Da quel momento in poi è stato un dilagare di Everesting in giro per il mondo, sia su asfalto, ma tantissimi anche su Zwift durante il lockdown da COVID-19, il tutto validato solo se su Strava.

 

IL TURNO DI RAGNOLI

Domenica 31 maggio Juri Ragnoli dello Scott Racing Team ha deciso di realizzare il suo primo Everesting "ufficiale" sulla salita di Brione (BS). Ha pedalato sulla sua bici da strada Scott Addict, partendo dal paesino di Navezze, discendendo a Iseo e poi strada al contrario, un dislivello di circa 650 metri, il tutto ripetuto per 14 volte. Per completare l'impresa Juri ha impiegato 12 ore e 41 minuti percorrendo la bellezza di 302,81 km all'incredibile media oraria di 23 km/h (da tenere conto che metà del percorso era in discesa), insomma non certo bruscolini.

 


Molto interessante anche quello che Ragnoli dice nella descrizione dell'attività su Strava, in cui annuncia un'impresa ancor più grande a quanto sembra: "Qualcosa di "quasi" estremo per prepararmi a qualcosa di estremo che ci sarà tra 33 giorni. Ottime sensazioni. Ho incrementato il passo fino alla decima ora perché avevo paura che non arrivasse la sofferenza che poi è finalmente arrivata nell'ultima ora e mezza. Ultimo LAP un po' più lungo per fare 8.848mt. Un sacco di tifo del mio fans club sul tracciato, grazie."

 

 

Sembra che dopo le ore ed ore passate sui rulli i top biker del panorama Marathon italiano vogliano passare più tempo possibile all'aria aperta. E noi siamo assolutamente d'accordo con loro.

 

 

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