#IronTibi parla della nuova avventura iniziata con un marchio fascinoso come Santa Cruz

Andrea Tiberi domenica sera sulla sua pagina Facebook ha scritto un suo editoriale nel quale parla dell'inizio del suo rapporto con Santa Cruz, il marchio nord americano che si affaccia al mondo del cross country e che ha un background unico del settore della mountain bike. Ve lo riportiamo integralmente.

 

 

Le bici non sono tutte uguali. Non intendo a livello tecnico, che è abbastanza ovvio. Intendo nel fascino che hanno e il fascino ha molto a che fare con le "vibes", le vibrazioni, che un qualcosa è in grado di trasmettere. Santacruz è un marchio che a pelle trasmette delle vibrazioni speciali. E credo che questo abbia molto a che fare con le persone che ci sono dietro.

 

Santacruz è nata controcorrente. È nata con una full suspended, nel 1994, la "Tazmon", proponendola come do-it-all bike, la "bici per farci tutto". Quella che adesso chiamiamo "trail". Era completamente controcorrente, all'epoca, perchè erano tutti orientati sulle hardtail in quel segmento. Ma quell'andare controcorrente aveva alle spalle un certo modo di pensare la mtb, ovvero dare fondamentale importanza alla componente divertimento, piacere di riding. E questo, in Santacruz, non è mai cambiato.

 

 

Dici "Santacruz" e pensi al gravity. E in effetti è lì che hanno fatto la storia. Siamo il primo team ufficiale Santacruz per l'XC e per questo abbiamo una certa responsabilità... abbiamo la responsabilità di portare con noi e diffondere un po' quella filosofia anche nel nostro mondo. A casa, nelle uscite con gli amici ma anche alle gare. Che poi chiamarla responsabilità è sbagliato.

 

Perchè detta così sembra che dobbiamo farci carico di un modo di pensare che non è "nostro".. e invece è l'esatto contrario; perchè quel modo di pensare ce l'abbiamo tutti ma ci hanno sempre insegnato che alle gare ci si comporta diversamente. Che bisogna avere un atteggiamento rigoroso e conforme al mondo delle gare, ne va del risultato.

 

Balle.

 

Bisogna stare bene. Divertirsi (che non è fare gli asini). Essere se stessi. Provare piacere in quello che si fa. Stare con i piedi per terra. E le ruote in aria. Farsi il culo, ovvio.

 

 

Beh lasciate che vi dica che a 33 anni e svariate decine di migliaia di KM non ci arrivi con la stessa passione di quando na avevi la metà se non hai fatto tue un po' alla volta tutte questa cose. Correre su una Santa è motivo per sdoganarle ancora di più da adesso in avanti. Ci sarà da divertirsi.

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