Se dici Sudafrica a un mountain biker sono due le cose che gli vengono immediatamente in mente: Cape Epic e Greg Minnaar. Chi scrive ha sempre avuto il secondo come mito assoluto per la pulizia di guida e la prima come sogno nel cassetto. Il desiderio era quello di poter pedalare sui sentieri della Cape Epic, LA GARA per eccellenza, il Tour de France della mountain bike.
Purtroppo il Sudafrica non è dietro l’angolo, la Cape Epic non solo è una sfida durissima, ma ha anche un costo molto alto, siamo attorno ai 6.000 euro tra iscrizione alla gara, voli, alloggi e tutti gli extra, senza considerare l’idea di aggiungere qualche giorno in più per visitare un paese affascinante come il Sudafrica.
SCOTT TRAVEL E L'OCCASIONE PIÙ UNICA CHE RARA
Quando abbiamo ricevuto la proposta di Scott Italia di partecipare al primo viaggio italiano in Sudafrica organizzato da Scott Travel, siamo stati travolti dall’entusiamo. Saremmo stati i primi a testare il programma della settimana per assicurarci che soddisfacesse le esigenze dei bikers italiani. “È un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo”... abbiamo risposto immediatamente. È bastata una telefonata per risvegliare il nostro spirito d'avventura.
ORGANIZZAZIONE “SVIZZERA”
Scott Travel è il nuovo servizio di viaggi per bikers organizzati da Scott Sports e tra i suoi pacchetti ci sono molte mete “nostre” come la Valle d’Aosta (guarda il nostro video), l’Isola d’Elba (guarda il nostro video), Massa Vecchia e le Dolomiti (guarda il nostro video). Luoghi con trial da sogno, ma che noi italiani abbiamo la fortuna di poterci gustare facilmente e anche più volte nel corso di una stagione, mentre il Sudafrica non è certo così facile da raggiungere per noi.
L’esperienza Scott Travel per noi è iniziata con l’invito a scaricare una app, che è la App di Scott Event in cui ci sono tutte le informazioni fondamentali per il viaggio. Da lì in poi tutto scorre su un binario ben oliato, con una precisione… svizzera.
Nella app c’è il programma della vacanza giorno per giorno, ma anche tutti i contatti fondamentali in caso di emergenza o di altre richieste, ci sono le tracce GPX dei giri previsti e tutte
le informazioni sull’hotel in cui si soggiorna. Insomma c’è la risposta a qualsiasi domanda.
LA COSA PIÙ DIFFICILE: FARE LA VALIGIA
Col senno di poi dobbiamo dire che la cosa più difficile di tutte è stato fare la valigia. Partire nel pieno dell’inverno europeo significa arrivare in piena estate in Sudafrica. Dovevamo pensare a pedalare al caldo, ma con la testa immersa in un meteo fatto di neve e temperature sottozero.
Alla fine la valigia per una settimana era così composta:
Casco Scarpe 3 kit estivi 1 maglia primaverile calda gambali e manicotti pantaloni lunghi impermeabili giacca antiacqua gilet imbottito gilet antivento 3 pantaloncini trail 2 maglie trail a maniche corte 2 paia di occhiali |
2 paia di guanti 1 paio ginocchiere 1 costume 8 paia di calze biancheria per 9 giorni 7 magliette a maniche corte 2 pantaloni normali lunghi 1 camicia 2 felpe calze a compressione per il viaggio scarpe ginnastica ciabatte birkenstock |
Di tutto questo abbiamo poi praticamente utilizzato la metà delle cose perchè potevamo lavare i kit da ciclismo ogni giorno e soprattutto oltre all’abbigliamento da mtb, abbiamo indossato praticamente solo magliette, pantaloncini e birkenstock: quando siamo arrivati il termometro a Città del Capo segnava 35°.
IL VIAGGIO: QUASI UN GIORNO INTERO
L’altra parte “dura” del viaggio in Sudafrica con Scott Travel è stato il trasferimento dall’Europa al Sud dell’Africa. Abbiamo volato da Milano a Cape Town con scalo di circa 4 ore a Dubai. Tra una cosa e l’altra siamo stati in ballo per quasi 24h. Il volo Malpensa- Dubai è di circa 6 ore, quello da Dubai a Cape Town è di circa 9 ore 30’.
Fortunatamente non avevamo biciclette da caricare in aereo, che prolungano i tempi e soprattutto stressano molto visto che si ha sempre paura che l'amata bici non arrivi a destinazione sana e salva. Con Scott Travel si trova una flotta completa di bici sul posto, con anche la possibilità di cambiare bici durante la settimana, noi abbiamo avuto la fortuna di girare con Scott Spark 910, Scott Lumen e Scott Patron.
In aereo, nonostante il lunghissimo viaggio, il tempo passa abbastanza in fretta. Tutto è scandito dal cibo, anche se dopo un po’ non si ha più certezza di che ore siano e quindi magari ci si ritrova a mangiare pollo al curry per colazione. Si possono guardare film, anche i più recenti, ascoltare musica e soprattutto si riesce a dormire abbastanza tranquillamente.
Piccolo consiglio, non prendete alcoolici all'aeroporto di Dubai. Durante il nostro scalo ci siamo seduti a un bar e bevuto un paio di birre chiacchierando in compagnia. Solo al momento di pagare ci siamo resi conto che ogni birra costava quasi 20 euro. Però al bar c’erano due playstation con cui giocare gratuitamente e questo ci ha fatto passare molto più velocemente le 3 ore di attesa.
ARRIVO IN SUDAFRICA: PRIMA COSA LA SCHEDA SIM
L’Africa ci si è presentata davanti quasi di colpo, ci siamo svegliati da un lungo dormiveglia e abbiamo guardato fuori dal finestrino. Una distesa infinita di terra era sotto di noi. Si capiva benissimo che non era la solita Europa, ma qualcosa di diverso. Quando il pilota ha annunciato 15 minuti all’atterraggio un piccolo tuffo al cuore: Eravamo davvero in Sudafrica. Il sogno si stava realizzando.
Appena scesi dall’aereo il caldo ci ha assalito, già dalla scaletta abbiamo capito che felpe, pantaloni lunghi e scarpe sarebbero rimaste ferme ben dentro la valigia.
Su suggerimento di chi c’era già stato, la prima cosa che abbiamo fatto dopo aver ritirato i bagagli è stata quella di acquistare una tessera SIM locale. Come operatore abbiamo scelto MTN in omaggio alla storica squadra MTN - Qhubeka. Per 699 Rand (circa 38 euro) avevamo a nostra disposizione 30 gigabyte di dati, più che sufficienti ad usare senza sosta internet per una settimana senza minimamente limitarci.
Abbiamo poi cambiato circa 100 euro in Rand Sudafricani, la moneta locale, anche se quasi tutti gli acquisti durante la settimana li abbiamo pagati direttamente con la carta di credito, che funziona benissimo anche in Sudafrica.
GIORNO 0: ERINVALE RESORT E LA GIRATA PER SGRANCHIRE LE GAMBE
Dall'aeroporto di Cape Town a Lourensford, il tragitto è di poco più di mezz’ora, ma basta per comprendere le grandi diversità che caratterizzano questo paese.Lungo la strada si alternano baraccopoli sterminate affiancate da enormi ville in stile coloniale. Ricchezza e povertà estreme uno a ffianco all'altro.
Quello che stupisce di più un Europeo è la vista di recinzioni elettrificate ad ogni casa, le nostre guide infatti ci diranno poi che girare da soli nelle ore notturne non è consigliato, ma durante il giorno invece è tutto tranquillo, soprattutto nella zona di Stellenbosch, ovvero la grande conca dove ci sono le migliori aziende vinicole del paese, la Jonkershoek Nature Reserve e una rete di oltre 1.000 km di sentieri per MTB.
La nostra base per la settimana sarebbe stata l’Erinvale Estate Hotel, proprio nel cuore del Lourensford Wine Estate, punto di partenza di ben 3 tappe della Cape Epic 2022.
Appena posati i bagagli i ragazzi di Scott Travel ci hanno chiesto se volevamo fare un breve giro in bici per sgranchire le gambe. Ci siamo guardati le caviglie gonfie per le tante ore seduti e in meno di 2 minuti eravamo già pronti e in sella a una fiammante Spark 910, con forcella da 130 mm, il mezzo perfetto per affrontare i sentieri della zona.
Usciamo dal cancello dell’hotel, poche centinaia di metri su strada ed ecco che ci troviamo di fronte a una mini pump track, con qualche salto ben costruito e un giro in stile XC di un paio di chilometri. Il giusto per far girare le gambe… se non fosse che subito inizia la bagarre con gli altri compagni di vacanza e dopo 2 giri avevamo già formato i gruppi per i giorni seguenti.
Ci abbiamo provato a stare rilassati, ma quando si chiude la vena si va a GAS APERTO…No Shortcuts, dicono da queste parti.
Il primo giorno ci ha anche fatto scontrare con la cosa più difficile da concepire per noi italiani, in Sudafrica si cena alle 18.30. Ammettiamo però che dal secondo giorno in poi, dopo le lunghe giornate in sella, mangiare così presto si è rivelato per nulla male.
La prima cena è servita anche per iniziare a fare amicizia con i nostri compagni di viaggio e con lo staff dell’hotel che ci avrebbe letteralmente coccolato per una settimana, gentilissimi, disponibilissimi e di una simpatia unica.
GIORNO 1: LOURENSFORD TRAILS
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Con una cena così anticipata, non si va dormire molto più tardi, quindi anche la sveglia alle 7.30 non crea nessun problema. Una bella colazione ricca e carica, volendo si potevano seguire le orme dei belgi con salsiccia piccante e fagioli, ma noi ci siamo limitati a un classico stile italiano, con un po’ di uova strapazzate in più).
Ritrovo alle 8.30 per settaggio bici e briefing pre-giro, una bella dose di crema solare perchè ci sono 30°, sali minerali dentro alla borraccia e si parte per assaggiare la terra rossa dei trail di Lourensford Estate, gli stessi su cui è passata la Cape Epic.
Questa tenuta si trova alla base delle montagne Helderberg rigate da ampie strade in terra battuta, tutte super pedalabili e con pendenze mai troppo impegnative, seguite da trail in discesa perfettamente lavorati e caratterizzati da ampie paraboliche spondate, che si snodano attraverso i tipici “fynbos” (bassi arbusti) sudafricani, vigneti, foreste, vecchie dighe e orchidee da frutto. Sono tracciati adatti davvero a tutti, quello che rende più o meno difficile un trail è la velocità con la quale li si affronta.
Qui iniziamo a capire come funziona il sistema dei trail in Sudafrica. I sentieri sono tutti in territori privati e per girare serve un “abbonamento”, una specie di pass annuale, che ha un costo di circa 165 euro. Volendo c’è un pass giornaliero che costa circa 8 euro. Naturalmente con Scott Travel questi costi sono già inclusi, quindi a noi non resta che divertirci ed emulare le gesta di Nino Schurter in sella alla Spark.
Rientrati dal giro veniamo attratti dalla pumptrack e soprattutto da un beer truck con birre artigianali posizionato proprio all’uscita dei trail, come api sul miele ci lanciamo verso un bel boccale di birra artigianale IPA prodotta sul posto (molto meno cara che a Dubai, circa 3 euro e 50 per una media). Finale ideale per la prima giornata.
GIORNO 2 PAARL TRAILS E IL BAGNO NEL DAM
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Il secondo giorno inizia come il primo. Sveglia presto, colazione e tutti pronti a pedalare. Questa volta però ci attende un breve tragitto in bus (poco meno di un’ora) per andare a Paarl.
Il punto di partenza è il Rhebokskloof Wine Estate, i cui sentieri sono stati progettati e sviluppati dal Paarl Trails Group per mettere in luce il meglio zona e mostrare la bellezza di questa tenuta, inclusi ben 35 km di puro single track.
Paarl Trails sviluppa e mantiene più di 200 chilometri di percorsi ad uso misto intorno alla città di Paarl. I percorsi sono accessibili non solo a biker, ma anche a trail runners e camminatori, ogni attività ha la sua segnaletica dedicata.
I percorsi includono giri XCO, lunghi percorsi XCM il tutto caratterizzato da strade in sabbia rossa e qui c’è la presenza delle tipiche rocce tonde sudafricane. Ci sono sentieri per tutti i gusti, ma qui il gioco inizia a salire di livello e ci sono alcuni trail, sempre perfettamente lavorati (in Sudafrica non esistono sentieri naturali) dal tasso tecnico interessante, sia in salita sia in discesa.
Ad attenderci alla fine della strada dalla spettacolare sabbia rossa finissima (stessa sabbia che ha grippato i motori del nostro drone), ci aspettava un piccolo laghetto dove ci siamo tuffati per rinfrescarci, ma soprattutto il tipico Braai.
"Braai" in afrikaans significa "grigliare". Il barbecue in Sud Africa è un rito sociale, che permette di condividere un momento di convivialità. In questa nazione arcobaleno, dove le diverse culture costituiscono la ricchezza del paese, il Braai unisce e crea legami. Braai è così popolare in Sudafrica che gli è stata dedicata una giornata nazionale: il 24 settembre, soprannominato il "Giorno di Braai".
Quando si è invitati ad un barbecue in Sud Africa, è consuetudine che ogni ospite porti non solo bevande ma anche carne. Oltre a quello Paarl ci ha offerto anche un dam (laghetto artificiale) dove abbiamo potuto fare un bel bagno per rinfrescarci dal caldo sole africano.
Rientriamo in albergo sazi di trail e sazi di carne… organizziamo un ultimo drink al bar dell'albergo in compagnia dei nostri compagni di vacanza che abbiamo iniziato a conoscere meglio e piano piano stanno diventando degli amici. Stasera non c’è fretta, domani è “giorno di riposo”.
GIORNO 3: ALLA SCOPERTA DI CAPE TOWN
Vero, siamo venuti in Sudafrica per pedalare sui sentieri della Cape Epic, ma dopo 2 giorni di bici, serve un giorno di “riposo”, o meglio di stacco perchè visitare una città enorme come Cape Town in un solo giorno è quasi come fare un allenamento in soglia.
Città del Capo è una delle città più iconiche della verde Terra di Dio. La Città Madre, come viene chiamata Cape Town, regala un'emozionante miscela di influenze africane, europee e malesi che si uniscono per creare una delle più belle città del mondo, il tutto all’ombra di Table Mountain, la famosa montagna che rende tutto un po' più pittoresco.
Table Mountain dice tutto nel nome, si sale a piedi oppure con una funivia, dalla cima si ha un panorama incredibile, purtroppo anche le nuvole, sempre presenti tanto da venir chiamate “la tovaglia”, la pensavano allo stesso modo e ci hanno solo lasciato spiragli, ma tanto è bastato. C'è anche un breve percorso circolare a piedi da seguire mentre sei lassù.
Ognuno di noi poteva scegliere come gestirsi la giornata, chi ha preferito darsi al relax in spiaggia in compagnia dei pinguini di Boulders Beach, assaporare i gusti del luogo a Kalk Bay, un simpatico sobborgo con una colorata accozzaglia di negozi sul lungomare, che vendono principalmente cose di cui non hai per niente bisogno, ma che appena vedi desideri. Si mangia fish and chips e si beve il tè.
Altri hanno invece preferito la cultura e l’arte visitando lo Zeitz, il Museo di arte africana contemporanea oppure la splendida Woostock Street, un quartiere pieno di opere d'arte pubbliche mozzafiato. Sembra che ci sia un murale bellissimo su ogni muro.
Ci si è ritrovato tutti insieme poi per concludere la giornata con una cena tipica condita da danze africane e cucina locale. Una giornata di stacco per immergersi dentro l’anima del Sudafrica e per ricaricare le batterie in vista del secondo blocco di pedalate.
GIORNO 4 MURATIE: CAPE EPIC E VINO ROSSO
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Avendo la possibilità di scegliere, nel terzo giorno di riding abbiamo abbandonato la Spark 910 per pedalare con la ebike Scott Patron e goderci un po’ di più il panorama.
Pensavamo noi, perché anche i ragazzi dell’ebike non mollavano proprio nulla, sempre a spingere sia in salita sia in discesa, anche perchè i trail della zona attorno a Muratie, vicino a Stellenbosch, si sono rivelati quelli più naturali, con qualche rock garden divertente e qualche passaggio “croccante”. Sentieri meno “pettinati” rispetto a Paarl e Lourensford, ma sempre perfettamente manutenuti.
C’è un’associazione che si occupa dei sentieri ed ha costruito un nuovo percorso ABC per i principianti e per i bambini, di circa 5 km. Per i biker più tosti si può salire fino al punto più alto (circa 650 metri slm) con il “never-say-never-ending-again trail” (il sentiero che non finisce mai), un single track continuo di 10 km, con pendenze piuttosto impegnative e che “cuoce” per bene le gambe.
Come per gli altri posti anche qui per girare serve un “pass”. A Muratie c'è proprio un trail center che fa base a tutto, con tanto di spogliatoi e piccolo negozietto per riparazioni d’emergenza, il tutto dentro a un’azienda vinicola storica, una delle più antiche del Sud Africa, quindi la sosta post giro per degustare i sontuosi vini rossi è stata obbligata.
A Muratie si è svolta proprio una tappa della Cape Epic 2022, con una salita tutta a zig zag, con centinaia di tornanti (come un po’ tutte le salite qui in sudafrica) che era ben impressa nella nostra memoria, è lì che con un attacco secco i tedeschi Egger e Baum hanno fatto la differenza (hanno poi vinto la corsa). Pedalare su quella stessa salita, sentire le ruote mordere la terra della Cape Epic è stata un’emozione incredibile e ci ha fatto capire ancora di più di quanto questa gara sia iconica e di quanta voglia abbiamo di poterci fregiare un giorno del titolo di Finisher.
GIORNO 5 : SCOTT LUMEN CONTRO EBIKE
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Il programma del quinto giorno prevedeva di prendersela comoda ed andare a girare ancora nella zona di Lourensorfd, partendo dall’albergo e risalendo fino al punto più alto della zona per poi affrontare un ultimo trail di oltre 12 km di lunghezza.
Grazie a Scott Travel avevamo a disposizione una flotta ben assortita di bici, tra cui anche l’inedita Scott Lumen, la prima ebike light di Scott (clicca QUI per leggere Test e presentazione) e così ingolositi da questa possibilità l’abbiamo scelta come MTB del giorno. Abbiamo fatto solo un errore, invece che unirci al gruppo “acustico” ci siamo accodati agli elettrici.
Il motore TQ HPR50 a confronto con il Bosch Performance Line CX soffre non poco e per tenere il passo delle Patron, abbiamo dovuto mettere un bel po' di watt delle nostre gambe. Le nostre guide avevano anche scommesso che non saremmo riusciti a terminare il giro, che avremmo finito la batteria prima.
CHALLENGE ACCEPTED! Abbiamo dato tutto, tenuto sempre la minima assistenza e spinto con le nostre gambe come fossimo in gara. In salita ci staccavamo, ma in discesa superavamo tutto il gruppo, ci sentivamo come Kilian Bron in una Megavalanche.
I sentieri di Lourensford si sono ancora una volta dimostrati incredibilmente divertenti, veloci e davvero spassosi. Mai troppo tecnici, ma comunque croccanti se fatti ad alte velocità.
Le salite sono tutte su strade ampie e molto battute, facili da pedalare, ma per arrivare alla partenza dei trails ci si deve comunque sobbarcare sempre circa una decina di km di salita… qui anche il trail riding ha il sapore di Cape Epic.
Quando siamo rientrati alla base dei trail di Lourensford ed abbiamo visto il beer truck abbiamo sorriso e pregustato il sapore di birra fresca in gola, birra gratis soprattutto perché la scommessa era stata vinta: il display della Lumen segnava il 2%, ma non era a zero. 360 Wh usati al massimo per 50 km e 1100 metri di dislivello, con il cuore sempre vicino ai 17 bpm e oltre 35 minuti di fuori soglia su un totale di 2h30 di ride… insomma la nostra gara in Sudafrica l’abbiamo fatta in sella ad una ebike.
GIORNO 6: ULTIMA RIDE DI PIACERE
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Svegliarsi e rendersi conto che sarebbe stato l’ultimo giorno di riding in Sudafrica non è stato certo facile. Era passata solo una settimana ma ci sembrava di essere “sottosopra” da molto più tempo, i compagni di vacanza con cui all’inizio scambiavamo timidamente due parole in croce, ormai erano amici con cui si scherzava come li si conoscesse da sempre.
Questo è il potere della MTB, anzi diremmo dello sport sano in generale, unire le persone, avvicinarle, accomunarle grazie alla passione. Non importava se si era più veloci in discesa o in salita, su una bici muscolare o su una ebike, il divertimento era unico e condiviso senza differenze e senza prevaricazioni.
Questa forse è stata la cosa più bella della vacanza in mountain bike in Sudafrica con Scott Travel, aver visto delle “isole” diventare "continente", aver creato delle amicizie che siamo sicuri andranno ben oltre il viaggio di ritorno in aereo.
L’ultima pedalata l’abbiamo fatta in ebike, tranquilla, tutti insieme, divertendoci, scherzando, spingendo gli “acustici” che accettavano l’aiuto con piacere. tutti volevamo prolungare al massimo la giornata, assaporare al massimo l’aria africana e tornare in Europa con i polmoni pieni, oltre alla finissima sabbia rossa sudafricana che avremmo ritrovato poi ovunque per le settimane successive, anzi in valigia probabilmente la troveremo per i prossimi 10 anni, nonostante i lavaggi.
L’ultimo pranzo tutti insieme è stato la celebrazione del gruppo, ogni minuto qualcuno proponeva un brindisi, si alzavano i bicchieri e si scherzava con le frasi ricorrenti della settimana.
Poche parole che non avevano senso per nessun altro se non per chi aveva fatto parte di questa vacanza in sella alla mountain bike, una sorta di codice segreto del divertimento che probabilmente ci porteremo dietro per sempre e che ancora ci farà sorridere negli anni futuri quando casualmente, o meno, incontreremo qualcuno dei nostri compagni di viaggio.
Scott Travel ci ha condotto in un viaggio in Sudafrica per farci raccontare le meraviglie di una settimana in bicicletta in una terra dove la Cape Epic è un'icona. Nonostante l'emozione unica e indimenticabile di pedalare su quei sentieri rossi del Sudafrica, la cosa migliore di questa vacanza è il ritorno a casa con nuovi amici e una valigia piena di ricordi indimenticabili. Dopotutto, "l'importante è il viaggio, non la destinazione".
Fatta questa premessa il Sudafrica in MTB è stata davvero un'esperienza straordinaria!
APPENDICE: ANDARE IN SUDAFRICA SEMPRE
Scott Travel organizza il viaggio in Sudafrica una volta l’anno, è una vacanza completamente organizzata di 12 giorni che ha un costo di circa 4000 euro a testa e a grandi linee ricalca la settimana che abbiamo vissuto noi a Erinvale Estate.
Nessuno però vi impedisce di contattare Scott Travel e farvi organizzare un viaggio in Sudafrica “su misura”, basta mandare una mail a scott-travel@globetrotter.ch e sapranno darvi tutte le informazioni del caso.
Caroline, Joggie e tutti gli altri ragazzi che ci hanno “guidato” in questa settimana non aspettano altro che appassionati di MTB con cui pedalare e mostrare la bellezza del Western Cape, un'esperienza che potrebbe diventare il viaggio più bello della vostra vita da biker.
Poi a gennaio/febbraio una bella settimana al caldo a “far fondo” è perfetta per dare il giusto inizio alla stagione… magari mentre pedalate sui sentieri di Stellenbosch può anche capitare che incrociate Nino, alla fine lui ha casa proprio lì…e se N1NO ha scelto in Sudafrica come seconda casa, un motivo ci sarà.
Per informazioni: scott-sports.com