La Sella: Caratteristiche ergonomiche in relazione ai disturbi dell' area genitale e alla tipologia di pedalata

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una rapida evoluzione della forma e della tipologia delle selle presenti sul mercato: attualmente la tendenza è quella di avere selle sempre più leggere con basso profilo, piccolissima superficie di appoggio anteriore e ridotta sezione laterale. Non è però detto che, la spasmodica ricerca della leggerezza o del design, vadano di pari passo al comfort, ed alla corretta ergonomia della sella.
Proprio per questo motivo, se da un lato le aziende hanno investito parecchio nello studio di nuovi materiali e geometrie, dall'altro, molte sono state le ricerche in ambito medico- sportivo per valutare i possibili disturbi che la sella può causare.

Possiamo così differenziare gli studi effettuati in due ambiti principali: il primo e sicuramente più importante, è quello che ha trattato le tematiche e le problematiche di ordine 'medico' cercando analizzare tutti i possibili disturbi e patologie che la sella causa nell'area genitale degli atleti; il secondo si è invece occupato del design e dello studio degli aspetti legati alla performance del ciclista, in relazione al diverso tipo di pedalata e specialità di gara. Partiamo dall'analisi degli studi di carattere medico-sportivo.
L'utilizzo frequente e prolungato della bicicletta può indurre una serie di patologie nei ciclisti (problematiche direttamente dipendenti dall'età dell'atleta e dal tempo trascorso in sella). Il ciclista è a contatto con la bicicletta in tre diversi punti: pedali, manubrio e sella. Senza sottovalutare l'importanza della corretta tipologia ed impugnatura del manubrio, del corretto posizionamento delle tacchette o della scelta di corrette calzature e pedali, sicuramente, la scorretta scelta e posizione della sella, può innescare una serie di patologie, che possono andare dall' infiammazione della prostata (in ciclisti maschi con età superiore a 40 anni) alla diminuzione della sensibilità genitale, fino all'impotenza; nelle donne viceversa l'uso intensivo della pratica ciclistica associata ad una sella non rispettosa della anatomia dell'atleta può causare vaginiti e cistiti.

Il trauma continuo della sella sulle strutture ossee del bacino può determinare una compressione del nervo pudendo, che decorre in un canale denominato canale di Alcok, la cui compressione può essere causa dei disturbi transitori della sensibilità che i ciclisti spesso avvertono durante e dopo l'attività. Studi compiuti da Andersen e collaboratori nel 97' hanno riportato che, dopo una gara, il 21% dei ciclisti osservati riportava un intorpidimento della zona genitale, e, ben il 13%, aveva successivi problemi di impotenza.
Altri studi effettuati da Sommer nel 2001 hanno rilevato un'incidenza del 61% riguardante insensibilità generalizzata a livello genitale, ed un'incidenza del 19% riguardante disfunzioni erettili, in ciclisti che percorrevano mediamente più di 400 km la settimana. L'evoluzione di questi studi, ha portato a particolari rilevazioni, tramite appositi sensori, per valutare sia la pressione esercitata sull'area genitale, che la zona precisa in cui questa viene localizzata, studiando quali conseguenze questa possa avere sulle diverse strutture anatomiche presenti.

La pressione a livello perineale esercitata dalla sella è funzione di numerose variabili, che difficilmente possono essere indagate e correlate; in queste variabili rientrano l'antropometria del ciclista, la sua posizione in sella, la conformazione della sella stessa, il tipo di 'specialità' che il ciclista pratica (MTB, pista, strada, ciclocross ecc.).
Partendo in analisi dalla conformazione della sella, le variabili che possiamo considerare sono la sua forma (lunghezza, larghezza), il rivestimento e lo spessore, il tipo di materiali impiegati per lo scafo e per l'evetuale rivestimento esterno. Uno studio effettuato nel 2004 negli Stati Uniti da Lowe e collaboratori, ha evidenziato che la pressione a livello perineale, in selle con forma tradizionale, è dovuta sopratutto alla forma ed alla geometria della sella, che alla sua imbottitura o al suo rivestimento. Questo studio ha preso in condiderazione 4 diversi tipi di selle, 2 di tipo tradizionale con una diversa lunghezza della 'punta', e 2 selle di nuova concezione dove è stata completamente o parzialmente eliminata la punta sella, lasciando solo un piccolo appoggio posteriore.

Lo studio, in accordo con i risultati emersi anche da precedenti ricerche, ha rilevato che vi è una stretta dipendenza tra la riduzione della pressione sottocutanea di ossigeno nella zona perineale, e la conformazione della 'punta sella'; nelle selle tradizionali si può arrivare ad una riduzione dell'80% sia della pressione sottocutanea, che dell'afflusso di sangue, mentre con selle 'non tradizionali', si può limitare al 20% circa tale riduzione.
Naturalmente bisognerebbe poi valutare l'effetto che l'eliminazione parziale o totale della punta sella possa avere sulla performace, e sulla guidabilità della bicicletta.

Questo studio ha solo rilevato che, la mancanza della punta sella, non influisce in modo significativo sulla distribuzione del carico del peso tra pedali e manubrio (e quindi solo teoricamente non dovrebbe variare a livello prestativo e biomeccanico l'azione della pedalata). Tutti gli studi precedentemente citati sono stati condotti su atleti di sesso maschile; esistono anche studi, con una statistica più ristretta, che hanno indagato i problemi di salute delle cicliste.
Tali ricerche hanno evidenziato che, data la particolarità dell'anatomia femminile, i disturbi dell'area genitale delle atlete, sono spesso più complicati e diversi: partendo da semplici e comuni irritazioni da sfregamento (tipiche anche negli atleti), sono state rilevate numerose follicoliti, noduli, temporanee insensibilità del clitoride, rigonfiamenti cronici delle grandi labbra, dovuti alla compressione dell'area inguinale e alle infezioni dell'epidermide.

Proprio per prevenire questi problemi, le atlete devono adottare numerose misure preventive: diventa fondamentale la scelta del tipo di sella, tenendo presente, oltre che la sensibilità personale, anche le misure antropometriche dell'atleta.
Cicliste dotate di leve lunghe, avranno meno problemi, perchè potranno arretrare notevolmente la sella, diminuendo la quantità e la distribuzione della pressione esercitata sul sottosella. Molto importante sarà anche l'inclinazione della sella; si usa normalmente regolare il piano del sellino in posizione perfettamente orizzontale, anche se, in presenza di problemi al clitoride, viene consigliato di inclinare leggermente avanti la punta sella.
Oltre alla sella, si consiglia di utilizzare calzoncini con apposito fondello senza cuciture, possibilmente termoformato, di modo che possa assorbire in modo differenziato la pressione sulle diverse strutture anatomiche presenti. Naturalmente l'igene dell'inguine rimane sempre e comunque la prima regola da rispettare!!!!

Il maggior numero delle sintomatolgie a carico del pube (sia in ambito femminile che maschile) ha origine da fenomeni di irritazione cutanea: questi sono normalmente passeggeri, e possono essere prevenuti mettendo in atto precise norme igeniche. Risulta di fondamentale importanza, specialmente nel periodo estivo, lavare in maniera frequente i pantaloncini, ricorrendo a detersivi addizionati di battericidi, come si usa per gli indumenti dei neonati.
Per l'igene personale è consigliabile, al termine di ogni uscita in bicicletta, lavarsi accuratamente con saponi a Ph acido, che rispettano maggiormente la pelle. Contrariamente a ciò che è stato evidenziato in ambito maschile, uno studio effettuato in Germania da Frobose e collaboratori, ha dimostrato che le selle che presentano una fessura nella parte centrale, non aiutano, ma anzi peggiorano la distribuzione e la quantità di pressione sul sottosella nelle 'atlete'.

Se tale fessura sembra essere molto indicata negli atleti di sesso maschile, nella prevenzione di infiammazioni a livello della prostata, e per diminuire lo schiacciamento dell'arteria dorsale che è deputata ad irrorare il pene, ciò non è altrettanto vero in ambito femminile.
Nelle atlete, le selle tradizionali, e sopratutto quelle che presentano rivestimenti con 'gel', distribuiscono la pressione su una superficie più estesa, con valori leggermente più elevati nella parte centrale del sellino.
Le selle con fessura centrale distribuiscono invece la pressione su una superficie meno estesa, con valori più elevati ai bordi della fessura, rischiando di impedire il rifornimento di sangue ai genitali esterni (nella parte centrale della sella le grandi labbra vengono forzate nel mezzo della fessura, rischiando di interrompere l'afflusso di sangue al resto del labbro).
Tali valori sono accentuati dall'inclinazione del busto; è stato rilevato che per un'inclinazione di 40° (quindi per una posizione più 'racing') rispetto ad un inclinazione di 60° le aree più delicate vengono sottoposte ad uno stress maggiore.

Diminuendo l'inclinazione del busto, la pressione si muove verso la parte posteriore della sella, e ne risulta un parziale scarico della delicata parte dei genitali esterni. Ecco quindi che le atlete professioniste, già 'stressate' dalle numerose ore di sella dovute ai lunghi allenamenti ed alle gare, rischiano maggiori problemi anche a causa della posizione in sella più allungata.
Come accennato ad inizio articolo, oltre agli studi di carattere 'medico', molte sono state le ricerche di carattere 'tecnico'. In relazione alla tipologia di gara da effettuare sono state studiate differenti tipologie di selle.

Se prendiamo ad esempio in considerazione specialità particolari come una cronometro, dove il ciclista rimane in sella per un periodo limitato di tempo, possiamo considerare che le qualità che verranno ricercate in una sella non saranno sicuramente il comfort, ma più probabilmente la leggerezza, e questo in modo ancora più esasperato nelle cronoscalate (ecco così l'utilizzo di telai realizzati in carbonio o titanio e scocche in fibra, che fanno scendere il peso di alcune selle al di sotto dei 100 g.).
Altra considerazione va effettuata in base allo stile di pedalata: per ciclisti che tendono a stare molto seduti, con una pedalata molto 'spinta da dietro', caratteristica ad esempio dei passisti, è necessaria una sella che consenta di trovare una posizione stabile e sopratutto comoda (che predilige quindi un appoggio nella parte posteriore); sono così più indicate selle con una buona escursione antero-posteriore (quindi caratterizzate da dimensioni piuttosto generose e da un ampio appoggio nella parte posteriore).

Nel caso di ciclisti che invece cambiano molto più spesso la loro posizione in sella (come ad esempio accade nella mountainbike, o nelle gare su strada con diverse salite e cambi di ritmo), viene utilizzata una pedalata più 'in punta di sella'; la sella di riferimento potrà quindi avere dimensioni molto più ridotte, ed una forma più allungata e curata della parte anteriore.

 

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