L'ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), spesso definita la Confindustria dei settori ciclo e moto, ha presentato un interessante studio condotto da Bain & Company Italia. L'analisi si concentra su entrambi i settori, ma noi ci soffermiamo sul comparto delle biciclette, che, come sappiamo, sta attraversando un periodo particolarmente critico.
Dall'euforia della pandemia al rallentamento del mercato
La pandemia di Covid-19 ha segnato un momento di crescita senza precedenti per il mercato delle biciclette, con un incremento del 18% delle vendite nel 2020 rispetto al 2019, superando i 2 milioni di pezzi venduti.
Tuttavia, finito il boom, il settore ha subito una brusca frenata: dal 2021 al 2023 si è registrata una flessione media annua del 17%. Nonostante il calo dei volumi, il fatturato complessivo ha continuato a crescere, raggiungendo i 2,7 miliardi di euro nel 2023 (+50% rispetto al 2018). Questo è dovuto a due fattori, il continuo aumento dei prezzi che tutti abbiamo notato e la tenuta del segmento e-bike.
Profittabilità sotto pressione
La crisi delle catene di approvvigionamento ha avuto un forte impatto sui margini di profitto, scesi dal picco del 7,6% del 2021 al 3,2% nel 2023, tornando ai livelli pre-pandemia. A risentirne maggiormente sono stati i produttori di componentistica e accessori, che hanno perso quasi dieci punti percentuali di margine.
E-bike: un motore di crescita
Le biciclette elettriche, nonostante anche loro abbiamo registrato una flessione nelle vendite, si confermano il principale motore di crescita. Nel 2022 le e-bike hanno superato le 330.000 unità vendute, rappresentando il 20% del mercato totale (rispetto al 3% del 2015 e all'11% del 2019).
Tuttavia, la dipendenza della filiera italiana dai componenti elettrici asiatici (87% delle forniture di chip proviene da questa regione) espone il settore a rischi geopolitici e macroeconomici.
Export e occupazione: segnali positivi
Nonostante le difficoltà, il settore ciclistico italiano mantiene un saldo positivo nell'export, con una bilancia commerciale in attivo di 75 milioni di euro e una forte domanda di componenti Made in Italy, come pedali, manubri e cambi. Anche l'occupazione offre un barlume di speranza: tra il 2020 e il 2022, gli addetti nella produzione di bici e componenti sono aumentati del 16%, passando da 15.200 a 17.600 unità. Nel 2023 il primo produttore in Europa è stata la Germania (2,3 mil), seguito dal Portogallo (2,1), l'Italia era terza con 2.000.000 di biciclette prodotte.
Il settore ciclistico, pur attraversando un momento di crisi, continua a rappresentare un'eccellenza italiana con grandi potenzialità per il futuro, soprattutto puntando su innovazione e sostenibilità.