Ferremi Leveret Comp: Hardtail vintage di 20 anni fa

Quest'estate finalmente mi sono deciso a sistemare la mia vecchia Ferremi Leveret Comp, l'hardtail che usavo nelle gare una ventina di anni fa (1996), quando internet non c'era ancora. Quell'anno a Cairns in Australia Dario Acquaroli vinse il mondiale tra gli under 23, Hubert Pallhuber si piazzò al terzo posto nella gara vinta da Thomas Frischknecht. Tra le donne ebbe la meglio la canadese Alison Sydon e Maria Paola Turcutto prese la medaglia di bronzo. L'anno dopo Paola Pezzo vinse mondiale e Coppa del Mondo.

 

Come molti, avevo cominciato tardi ad appassionarmi alla mountain bike, successe dopo i 26 anni, quasi per caso.

 

 

Comprai una Trek spendendo 500.000 lire, dopo sei mesi ne comprai un'altra questa volta spendendo il doppio ma alla prima gara mi resi conto che il cambio (Shimano SLX) non era adatto alle competizioni. Allora a fine anno decisi di fare la pazzia, ossia comprare uno dei migliori telai artigianali presenti sul mercato in quel periodo.

 

Essendo di Brescia andai sul lago di Garda e da Ferremi, noto per la produzione di telai ultraleggeri e per aver il team Tavina che correva a livello nazionale con i gemelli Andrea  e Carlo Candelpergher. Giorgio Ferremi era un corridore passato dalla strada alla mtb come pochi altri allora e subito con gran successo. E' stato fra i più forti atleti a livello nazionale e sicuramente un esploratore nella produzione di telai di altissima gamma.

 

 

Sapete chi era l'aiutante di Giorgio Ferremi? Era un ragazzo molto giovane che si chiamava Michele Favaloro, quando Ferremi cessò l'attività seguì le orme del suo maestro, creando la sua azienda la F.M. Bike. ora che è diventato "grande" è uno specialista nella lavorazione del carbonio. Ad alto livello, nulla nasce dal caso.

 

 

E' a Favaloro che ho chiesto se si ricordava che tubazioni erano state usate e quanto pesava il telaio. La sua risposta: "I tubi erano della Dedacciai mentre il telaio pesava 1.650 grammi".

 

 

Comprato il telaio lo portai dal mio amico Vittorio Casciotta titolare di Happy Bike. Gli dissi: "Vito" voglio una bici super leggera.

 

Vittorio Casciotta mentre pesa una bici nel suo negozio

 

 

Ora vi spiego come Lui e il suo meccanico Simone Maninetti me la montarono.

 

 

Il gruppo scelto era lo Shimano XT (l'XTR era fuori dal mio budget), la particolarità era rappresentata dai comandi rotanti Grip Shift che erano appena usciti sul mercato e che poi non furono più prodotti fino a un paio di anni fa quando SRAM ha deciso di rifarli tornare in auge. Il mio era usurato e infatti noterete un bel giro di scotch, nonostante l'apparenza funziona ancora. I grip gialli, intonati con il colore del telaio, erano marchiati Sintesi.

 

 

 

La scelta sul produttore di componentistica super leggera era caduta su PMP, la stessa azienda che dopo tanti anni è ancora sulla cresta dell'onda.

 

 

Le ruote erano state montate utilizzando i cerchi Mavic 217 Sup mentre i mozzi erano PMP di color azzurro anodizzato. L'azienda bergamasca aveva fornito anche gli sganci e le viti super leggere che coprivano i fori del secondo porta borraccia, quello previsto sul piantone. E poi "Vito" mi ha ricordato: "Aldo non dimenticarti che i raggi sono i famosissimi Ritchey WCS 1,8-1,5-1,8 con nipples in ergal color oro."

 

 

In quel periodo si "esagerava" nell'alleggerire la componentistica, adesso per fortuna ci siamo dati un pò una calmata. Noterete come l'attacco manubrio era stato realizzato, partendo da un blocco di alluminio che all'interno era stato svuotato. Purtroppo non sono riuscito a risalire al produttore perchè non è marchiato, la piega è invece una ITM Super Alloy Ultra Light in ergal 7075.

 

PS: Via Facebook mi ha poi scritto Alessandro Andreatta, secondo lui l'attacco manubrio era un 3G).

 

 

 

I freni erano i V - Brake che erano comparsi sul mercato a metà degli anni novanta ed avevano sostituito i Cantilever. Sul telaio e anche sull'archetto della forcella Rock Shox Judy XC (peso di circa 1.600 grammi), si nota la predisposizione per quest'ultimo sistema. Evidentemente quando avevo comperato il telaio erano da poco comparsi i V - Brake.

 

 

 

 

Gli unici due componenti non originali sono i copertoni Panaracer e la guarnitura. Mantenendo la linea intrapresa tanto tempo fa ho deciso di restare fedele a PMP ed ho montato la tripla XP-R.

 

 

Sulle pedivello ho rimontato i pedali originali che avevo a casa, gli americani Speedplay che erano da poco sul mercato ed erano noti per la loro leggerezza e per il sistema di aggancio non convenzionale. Erano importati e distribuiti da un appassionato biker di Bergamo che è partito dal nulla distribuendo questo "strano" prodotto vendendo praticamente porta a porta, un certo.. Davide Bonandrini (DSB Bonandrini - l'attuale importatore di Santa Cruz, Rocky Mountain, Mondraker etc. ).

 

 

Ora la mia "vecchia" Ferremi Leveret Comp è pronta le mie uscite tranquille, non è il caso di strapazzarla su terreni impegnativi, anche lei ha la sua età..

 

 

 

P.S: Se qualcuno di Voi ha a casa una vecchia mtb e gli piacerebbe vederla descritta come nell'articolo che ho scritto io, può scriverci a info@pianetamountainbike.it

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