Può una coppia di freni cambiare il modo di guidare una bicicletta? Ce lo siamo chiesti durante il nostro primo giro in sella alla nuova Specialized Epic Expert 2021 dopo aver sostituito l'impianto frenante di serie, una coppia di SRAM Level TL, con i rinnovati Braking INCAS 2.0, ovvero la seconda generazione dei freni utilizzati dallo Scott Racing Team e dal Team Giant-Polimedical.
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La domanda è arrivata spontanea dopo averli montati sulla Epic e dopo averci fatto un primissimo giro su uno dei nostri percorsi test. Nonostante avessimo già trovato un feeling davvero molto elevato con la guida della Epic, ci siamo resi conto che cambiando il sistema frenante, passando dagli SRAM ai Braking il feeling è aumentato e ci siamo trovati a pedalare su una bicicletta che ci dava ancora più confidenza.
Difficile dire se il motivo era principalmente l'aumentata potenza di frenata, l'ottima ergonomia dei freni o l'estrema facilità con cui si azionano... o forse tutte queste cose assiemo. O ancora che finalmente stavamo usando un impianto frenante sviluppato da un'azienda, che al 90% lavora su impianti per moto moto, con lo scopo di frenare al meglio e con molta meno attenzione al "quanto pesa".
Per capirlo abbiamo allungato la distanza e verticalizzato le discese durante un'uscita bella lunga, ma il giudizio positivo che, come avrete capito, ci hanno lasciato i nuovi Braking INCAS 2.0 parte ben da prima, dalla fase di montaggio.
MONTARLI È DAVVERO SEMPLICE
Quando ci hanno consegnato la scatola con il nuovo impianto da mountain bike Braking INCAS 2.0 eravamo un po' preoccupati, montarne uno nuovo su una bicicletta che non si è mai manutenuto per di più, può essere davvero un lavoraccio. Non tanto per il far passare le tubazioni, ma piuttosto per il fatto di dover tagliare il tubo con conseguenti entrate d'aria nel circuito ed infiniti spurghi in alcuni casi.
Fortunatamente Braking Italia ha un canale YouTube ufficiale in cui presenta passo passo le operazioni da effettuare per un corretto primo montaggio del sistema. Quindi come ormai d'abitudine: computer aperto in officina e via ad operare la nostra mtb Specialized Epic Expert 2021 (se non hai letto il test clicca QUI).
I tubi idraulici in Kevlar e acciaio intrecciato si tagliano facilmente anche se si sente la maggiore resistenza del Kevlar. Noi abbiamo usato un tagliatubi ParkTool, taglio piuttosto netto, solo un po' di bavetta nell'ultima parte del taglio dovuta appunto all'acciaio intrecciato. Il sistema trattiene piuttosto bene l'olio che non spilla in giro per l'officina.
A quel punto abbiamo fatto passare il tubo dentro al telaio e poi restava solo collegare il tubo al pompante tramite un raccordo a vite.
La cosa importante è che i raccordi Braking sono riutilizzabili, quindi si può montare e smontare il freno più volte senza dover acquistare pezzi di ricambio, basta solo controllare che la piccola guarnizione in ottone (ce ne sono 2 di ricambio nella confezione) sia in buono stato e il gioco è fatto.
Guardando il tutorial abbiamo tenuto il pompante in orizzontale e questo ci ha permesso di montare l'impianto facilmente e senza spurgo, se non quello nella prima tratta del tubo che si effettua semplicemente svitando leggermente il raccordo.
(NB: I tubi - sappiamo che lo avete notato - sono stati lasciati lunghi appositamente perché con molta probabilità i Braking a breve verranno montati su un'altra bicicletta... una bella sorpresa per voi lettori!)
Questione di 20 minuti ed eravamo pronti a partire per il primo giro in sella alla Epic Expert montata con i freni Braking INCAS 2.0.
BIKEPORN: ATTIVATO
La prima cosa da dire sui nuovi Braking INCAS 2.0 è che esteticamente danno qualcosa in più alla bicicletta. La lavorazione al CNC dal pieno e le forme molto simili agli impianti motociclistici con l'ampia vaschetta dell'olio, esaltano la cattiveria della Epic, anche il colore dorato gioca un ruolo non indifferente nell'estetica globale del mezzo. Secondo noi tutta la bici risulta molto più aggressiva e racing.
Chi scrive non ha mai avuto un paio di Hope sulla sua bicicletta, ma dopo aver montato i Braking ho capito perché quelle forme spigolose sono sempre piaciute tanto.
PRIME REGOLAZIONI E PRIMA USCITA
Come ben sapete se siete dei lettori assidui di PianetaMTB.it una delle cose che qui in redazione preferiamo è la possibilità di regolare a piacimento il proprio cockpit. Per questo prediligiamo i comandi cambio Shimano XTR e Deore XT che danno la possibilità di posizionare le levette dove siamo più comodi.
Così come abbiamo apprezzato molto il fatto che sui nuovi Braking INCAS 2.0 si ha la possibilità non solo di regolare la posizione di stop di corsa della leva, tramite un grano posto nel punto di intersezione con il pompante, ma anche il Punto 0 di frenata, ovvero il punto in cui i freni iniziano a frenare. Questo permette davvero una grandissima personalizzazione della frenata e della posizione delle mani.
Con il cockpit regolato alla perfezione non ce lo siamo fatto ripetere due volte e siamo partiti subito per un primo giro di rodaggio dei freni: i classici 25 km facili facili, con discese brevi, per non surriscaldare troppo le pastiglie.
Fin da subito la cosa che abbiamo avvertito maggiormente è stato il diverso feeling che avevamo con la leva del freno: il dito la trovava subito e bastava veramente pochissima pressione per azionare il sistema.
Altra cosa diversa dalla maggior parte degli impianti da bici è il ritorno della leva alla posizione base: immediato. Anche quando si lavora tanto con il dito sul freno, la leva la si trova sempre al suo punto 0, non ha un ritorno spugnoso e lento (abbastanza tipico di SRAM), ma immediato e veloce. Chi è abituato ai freni da moto, si troverà davvero a casa.
IL TEST SULLA DISTANZA... CON DISCHI SRAM
Avevamo montato i Braking INCAS 2.0 con i dischi Braking WFix da 160mm all'anteriore e al posteriore, ma la sera prima della lunga uscita programmata per vedere come se la cavavano su un percorso Marathon, abbiamo pensato di rimontare i dischi SRAM di serie sulla Epic. Perche?
Semplicemente perché i Braking INCAS 2.0 sono venduti senza dischi, quindi abbiamo pensato che qualcuno potrebbe acquistare l'impianto e montarlo direttamente mantenendo i dischi che già ha sulla propria bicicletta. Avevamo già capito che l'accoppiato impianto disco Braking ci garantiva elevate prestazioni, ma sarebbe stato lo stesso con dischi non Braking? Così abbiamo provato.
65 km e 1700 metri di dislivello con una discesa enduristica hanno decretato il primo verdetto.
I Braking INCAS 2.0 offrono davvero una frenata super modulabile e potente. Si riesce a gestire la potenza di frenata come meglio si desidera, il tutto con pochissimo sforzo da parte delle dita.
Una cosa che ci siamo accorti, soprattutto nelle discese più veloci, è stato che se con altri freni da MTB la frenata era divisa diciamo al 60% tra anteriore e 40% al posteriore, con i Braking INCAS 2.0 sfruttavamo molto di più l'anteriore e il posteriore era solo per il controllo, ovvero la frenata era diretta quasi completamente (salvo dove serviva lavorare sul posteriore) all'anteriore, questo grazie all'elevata modulabilità del sistema.
Con i dischi SRAM solo al termine della lunga discesa enduristica abbiamo iniziato a sentire il posteriore che aveva "indurito" leggermente il pompante, ma senza nessun problema alla frenta. Nonostante i dischi non Braking non abbiamo avvertito rumori di sfregamento e altri fastidiosi rumori che a volte si creano quando si utilizzano impianti misti.
Superato egregiamente la prova "compatibilita" abbiamo rimontato i dischi e abbiamo portato la Specialized Epic Expert, ma soprattutto i Braking INCAS 2.0 su uno dei nostri sentieri preferiti per tiragli un po' il collo.
L'ULTIMA DISCESA
Lo chiamiamo British Columbia Trail perché si snoda tra radici, rocce esposte e grosse pendenze, super divertente e scenico. Per cercare di far dare al massimo ai Braking INCAS 2.0 una volta in cima abbiamo abbassato il reggisella alla Epic Expert e abbiamo provato a battere il nostro tempo.
Il cambio di dischi si avverte, non in maniera assoluta, ma il disco Braking migliora ulteriormente la potenza di frenata e soprattutto sembra disperdere meglio il calore. Il sistema permette davvero di staccare un po' più in là rispetto alla maggior parte dei sistemi frenanti MTB, soprattutto si acquista molta più fiducia nella guida.
Il comportamente della bicicletta diventa più prevedibile. Si pensa a dove si vuole rallentare o addirittura dove ci si vuole fermare e la bici fa esattamente quello che si è deciso. La fiducia aumentata permette di essere più veloci e di affrontare con maggiore sicurezza passaggi difficili, ma - secondo noi - soprattutto ci si sente meglio quanto la velocità sale nei "drittoni", si riesce a fare punte massime di velocità proprio perché si lasciano andare di più i freni consci del fatto che una volta arrivati alla curva si staccherà con sicurezza ed efficacia. In pratica i Braking INCAS 2.0 danno la fiducia necessaria ad usarli molto meno rispetto ad altri impianti.
SOLO LATI POSITIVI?
Sappiamo che avete letto fino a qui e dentro al vostra testa: "Ecco il solito test in cui tutto va benissimo!". In effetti dal punto di vista del funzionamento e dell'affidabilità non possiamo trovare che lati positivi ai nuovi Braking INCAS 2.0, ma anche questo sistema, se guardiamo con gli occhi dell'amatore medio, ha 2 punti deboli: peso e prezzo.
Partiamo dal peso. La Specialized Epic Expert montata con gli SRAM Level TL pesava 10.83 kg, dopo aver montato i Braking INCAS 2.0 il peso è salito a 10.92 kg, questo perché il sistema ha un peso doi 642 grammi la coppia (esclusi i dischi da 160mm che pesano 115 grammi l'uno compresi di viteria).
Valore che per chi guarda più ai grammi risparmiati che alle prestazioni risulta piuttosto importante.
Anche il prezzo di sicuro non è tra i più abbordabili visto che la coppia (senza dischi, ma con una coppia di pastiglie) viene venduta a listino a 790,00 euro. Stiamo parlando di un prodotto di altissima gamma, realizzato con lavorazione CNC dal pieno e con un livello qualitativo che difficilmente si trova nel mondo mountain bike, ma non possiamo nascondere che i Braking INCAS 2.0 non sono proprio alla portata di tutte le tasche.
A CHI LI CONSIGLIAMO
I Braking INCAS 2.0 sono in impianto frenante di livello superiore alla maggior parte di quelli in commercio per il mondo MTB. Cambiano davvero una bicicletta perché donano maggiore sicurezza nella guida ed aumentando la fiducia nei freni fanno si che questi vengano "mollati" più facilmente.
Sono freni per chi vuole il meglio per se stesso e la propria bicicletta. Per chi è consapevole che il miglioramento delle prestazioni in frenata, nonostante il leggero aumento di peso, porti un netto miglioramente della velocità globale durante le nostre uscite. Coma abbiamo detto in precedenza sono un prodotto con un punto prezzo molto elevato, ma che di sicuro fanno parte dell'elite della componentistica per Mtb attualmente disponibile.