Dove andare dopo aver esplorato le vette più imponenti e le linee più selvagge? Per Gee Atherton e il team di Ridgeline, la risposta non è stata cercare qualcosa di più grande o più pericoloso, ma ampliare il concetto stesso di avventura. La scelta del Kazakistan non è stata casuale: un luogo carico di mistero, lontano dai circuiti classici dell'esplorazione europea, con una storia affascinante e paesaggi straordinari.
UN SALTO NELL'IGNOTO
All'inizio, il Kazakistan era poco più di un'idea vaga. "Non era solo trovare una montagna più alta, ma un'avventura più profonda", ha detto Gee. Situato in Asia centrale, il Kazakistan si estende su oltre 2,7 milioni di chilometri quadrati, rendendolo il nono paese più grande al mondo. Un crocevia storico della Via della Seta, il Kazakistan ha visto il passaggio di imperi e culture, dai Mongoli di Genghis Khan al periodo sovietico, fino alla sua indipendenza nel 1991.
Nonostante questa ricchezza culturale e storica, il team ha dovuto superare pregiudizi e stereotipi ereditati da rappresentazioni satiriche e superficiali. "Dal momento in cui siamo atterrati, è stato chiaro quanto fossero lontane le nostre aspettative dalla realtà", ha raccontato Atherton.
AVVENTURA E PIANIFICAZIONE
Esplorare il Kazakistan non è stato semplice. Con distanze immense, paesaggi desertici e risorse scarse, ogni decisione richiedeva una pianificazione meticolosa. La città di Almaty, ex capitale e ancora cuore pulsante del paese, è stata il punto di partenza ideale per raggiungere luoghi iconici come il Canyon di Charyn e le montagne colorate di Aktau nel Parco Nazionale di Altyn Emel.
Per Gee e il suo team, non si trattava solo di ammirare paesaggi mozzafiato: l'obiettivo era trovare terreni che potessero mettere alla prova le sue capacità. Le desertiche pendici di Altyn Emel offrivano la combinazione perfetta di sfida tecnica e scenari spettacolari.
SFIDE ESTREME
La natura remota dei luoghi ha imposto al team una preparazione senza precedenti. Ogni errore avrebbe potuto avere conseguenze gravi. "Non c'era margine di errore", ha detto Atherton. Tuttavia, la dedizione e l'esperienza del team, unite al supporto dei locali, hanno trasformato il viaggio in un successo.
Un episodio emblematico ha visto uno dei membri del team perdersi tra le montagne, ritrovandosi al buio con un uomo armato di fucile. Quello che inizialmente sembrava un momento di pericolo si è rivelato essere un gesto di preoccupazione da parte di un pastore locale. Questa esperienza ha evidenziato non solo l'ospitalità del popolo kazako, ma anche la forza della connessione umana.
LA BICI DI GEE E I COMPONENTI FSA GRADIENT
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IL FUTURO DI RIDGELINE
Ridgeline VI in Kazakistan rappresenta una svolta per il progetto. Ogni sfida superata, ogni paesaggio conquistato ha spinto Gee oltre i suoi limiti, non solo fisici ma anche mentali. "Ogni volta che pensiamo di aver raggiunto il massimo, una nuova prospettiva ci ricorda che siamo solo all'inizio", ha concluso Atherton.
Questa avventura non è stata solo una celebrazione del coraggio e della tecnica, ma anche un tributo alla forza della scoperta, della collaborazione e della resilienza umana. Il Kazakistan, con le sue terre vaste e inesplorate, ha dimostrato che c'è ancora molto da scoprire per chi è disposto a spingersi oltre i confini del conosciuto.