DOLOMITI BIKE GALAXY: UN UNIVERSO DI TRAIL DA SCOPRIRE OLTRE ALLA HERO DOLOMITES

4 giorni sui percorsi MTB nel cuore delle Dolomiti, nei luoghi della Hero, ma lontani dai tracciati affollati. Alla scoperta dell’offerta Dolomiti Bike Galaxy, un progetto tanto ambizioso quanto magnifico per ogni biker.

Quando si dice Sellaronda MTB viene subito da pensare alla Hero Dolomites, gara simbolo dell'off road in Dolomiti, eppure al di fuori degli 86 km più famosi del Südtirol, ci sono oltre 3.000 chilometri di sentieri (in continuo aumento) un vero universo di trail in cui un biker può perdersi per ritrovarsi solo con la natura e tutta la sua passione per la mountain bike.

 

Dolomiti Bike Galaxy


Noi abbiamo passato 4 giorni a scoprire una piccola parte di Dolomiti Bike Galaxy accompagnati dalle Guide MTB Arabba. Con un'offerta così ampia in soli 4 giorni, ma quasi 200 km totali e tanti metri di dislivello, siamo riusciti a soddisfare tutti i palati: dal nostro di amanti delle lunghe pedalate fino a quello dei giovani scalmanati desiderosi di lanciarsi tra i wallride del BikePark. Non ci siamo fatti mancare davvero nulla ed abbiamo esplorato una minima parte di questa "galassia".

 

LE 8 COSTELLAZIONI DELLA GALASSIA

Dolomiti Bike Galaxy può essere suddivisa in 8 aree principali, ognuna delle quali ha caratteristiche uniche e permette di scoprire un lato diverso della mountain bike, ma anche delle Dolomiti: Cortina d'Ampezzo, varia e imprevedibile; Plan De Corones, il paradiso dei riders da bikepark; Alta Badia, la perla nascosta dei freerider; Val Gardena/Alpe di Siusi ideale per le famiglie e sogno per il Gravel; Val di Fassa/Carezza, per scoprire la Storia della MTB con la S maiuscola; Arabba, dove i secret trails la fanno da padrone; San Martino di Castrozza, per andare in MTB sulla Luna e infine Plose, dove i single track sono alla portata di tutti.

 

 

SOLO 4 GIORNI, MA VORREMMO ESSERE RIMASTI UN MESE

I ragazzi di Dolomiti Bike Galaxy ci hanno invitato per un weekend lungo a scoprire i loro sentieri, per la precisione un Bike Safari di quattro giorni per catturare con i nostri obiettivi il meglio delle Dolomiti, ma ora che siamo rientrati siamo ben consapevoli che per scoprire l'immensa offerta di Dolomiti Bike Galaxy avremmo dovuto fermarci almeno un mese.

 

Lee Cougan Quest


A farci compagnia altri giornalisti italiani e stranieri, ma soprattutto una generosa Lee Cougan Quest, endurona in alluminio che non ci ha fatto rimpiangere (troppo) una MTB con minore escursione, anche se per onor di cronaca crediamo che per un viaggio di questo tipo l'ideale sia una bicicletta da 130mm come la Cannondale Habit oppure la Santa Cruz Tallboy, ma anche una full da XC divertente e moderna come la Lee Cougan Crossfire o la Trek Top Fuel.

 

 

GUARDA IL VIDEO DEL BIKE SAFARI

Se vuoi vedere con i tuoi occhi i trail di Dolomiti Bike Galaxy guarda il nostro video riassuntivo. Se invece continui a leggere l'articolo ti raccontiamo giorno per giorno la nostra avventura con cartine e i rimandi specifici al video. Buona visione e buona lettura.

 

 

CORTINA D'AMPEZZO E LE 5 TORRI

Il nostro viaggio è partito, inaspettatamente, da Cortina D'Ampezzo. Inaspettatamente perché Cortina non è certo il primo luogo che ti viene in mente quando pensi a Dolomiti e mountain bike, invece abbiamo scoperto che la cittadina celebre per il lusso e la ricchezza nasconde un lato selvaggio, dove anche i biker più esperti trovano pane per i loro denti... e che pane!


Siamo saliti verso il Monte Faloria, prima su asfalto sulla strada del Passo Tre Croci, cercando di tenere la ruota dei tanti stradisti che ci sorpassavano, per poi deviare sulle polverose gippabili per gli ultimi, faticosi, 500 metri di dislivello. Andrea Dorigo, la nostra guida, appena scollinato ci guarda con un luccichio negli occhi che conosciamo bene: "volete divertirvi fin dalla prima discesa?" ci chiede e sappiamo bene che se risponderemo sì, il primo trail non sarà di quelli di riscaldamento. Quindi la risposta non poteva che essere: CERTO!

 

 

Confidiamo nei 150mm di escursione della Lee Cougan Quest e nelle nostre discrete doti di biker a cui dobbiamo ricorrere completamente perché il trail in effetti è di quelli belli "croccanti". Radici, contropendenze, tornanti stretti e ripidi, il tutto tra i pini mughi e su una terra compatta, ma morbida di quella che tiene da paura se asciutta e non perdona il minimo errore se bagnata (fortunatamente era ben secco).

 

 

Con gli avambracci ben caldi possiamo ora rilassarci su sentieri più larghi e scorrevoli, per passare di nuovo alle gippabili che sfiorano piccoli laghi e soprattutto i numerosi rifugi che costellano le Dolomiti. Fin da subito capiamo che in questi 4 giorni la cosa di cui non soffriremo sicuramente saranno le crisi di fame. Una larga strada in sottobosco, un veloce mangia e bevi dove chi ha gamba riesce a divertirsi tenendo alta l'andatura, ci accompagna per tutta la Val Padeon, al termine della quale una veloce discesa su asfalto tra le case tipiche ladine e i campanili a punta ci riporta in centro a Cortina.

 

 

Incredibile pensare che solo pochi chilometri fa eravamo persi tra i sentieri ed ora siamo al semaforo a dividere la strada con una Bugatti. Il nostro obiettivo di giornata è il rifugio scoiattoli alle 5 torri, forse uno dei luoghi più suggestivi di tutte le Dolomiti. Ci arriviamo aiutandoci con gli impianti, ma non manca un ultimo sentiero di quelli davvero divertenti dove la Lee Cougan Quest sfrutta tutta l'escursione e ci fa divertire come bambini.

 

Per salire al rifugio ci sarebbe una larga strada sterrata, ideale se avessimo una gravel, ma i 40 km nelle gambe e i 15 kg dell'endurona si fanno sentire e senza troppo rammarico decidiamo di prendere l'ultima seggiovia per arrivare al Rifugio Scoiattoli.

 

 

 

SVEGLIARSI ALLE 4 DEL MATTINO A VOLTE HA SENSO

 

A cena al Rifugio Scoiattoli continuavano a raccontarci la magnifica alba che le 5 torri regalano. Unica la mondo, dicevano invitandoci a non perdercela assolutamente. Un rapido controllo agli orari dell'alba del giorno dopo ed ecco l'amara sorpresa: ore 4.35 del mattino!! Il nostro corpo ci diceva di non puntare la sveglia, ma la voglia di vedere quell'alba era davvero troppa. Sentire la sveglia solo 4 ore dopo essere andati a letto è davvero traumatico.

 

 

Ci siamo trascinati fuori dalle lenzuola, infilati una felpa calda per affrontare i 2200 metri a cui ci trovavamo e abbiamo assistito a uno spettacolo vero e proprio. Il sole che salendo lentamente inondava di colori le montagne, scomparendo e riapparendo regolarmente dietro alle torri di dolomia, fino a quando non abbiamo sentito il profumo del caffè arrivare dalla cucina, segno che la seconda giornata di questo Dolomiti Bike Safari stava per cominciare.

 

 

PEDALANDO CONTRO LA TEMPESTA VAIA

Il mattino ha l'oro in bocca dicono, per noi il secondo mattino in Dolomiti aveva il sapore di sonno, come il giorno prima la nostra guida ci ha riservato un risveglio muscolare a base di un sentiero tecnico cosparso di grosse radici e terra smossa. Una deviazione che ci ha riportato alla partenza della seggiovia giusto in tempo per prendere il secondo caffè della giornata e ritornare allo Scoiattoli per la partenza vera e propria del giro... 300 metri di dislivello in alta quota per arrivare alla Forcella Nuvolau, 300 metri di quelli che ti fanno faticare più del dovuto, con il fiato corto e le gambe che sembra non riescano a spingere.

 

 

Tutta colpa della quota, ci diciamo, non certo della sveglia alle 4.30! Dalla Forcella Nuvolau prendiamo un bellissimo e panoramico sentiero prima su ghiaioni e poi immerso tra i boschi e gli alpeggi, in meno di 10 km siamo passati dentro l'intera gamma di paesaggi che uno si aspetta di incontrare in Dolomiti. Quasi sembravano cartonati messi apposta dall'ufficio del turismo tanto erano perfetti e belli.

 

 

Con il culmine nel passaggio a fianco del Castello di Andraz per unire storia, natura e soprattutto un riding di primissima qualità. Come sempre quando qualcosa è troppo bello nasconde un segreto... e in questo caso si è trattato della lunga e tosta salita che ci ha portato quasi a Corvara. Stradone largo, con ghiaia grossa e pendenze a due cifre. Avessimo avuto la nostra XC ci saremmo divertiti di più, ma con l'endurona abbiamo dovuto faticare non poco e non nascondiamo l'invidia provata sulle ultime rampe per i nostri compagni di avventura in sella alle E-bike.

 

 

Una strada faticosa non solo fisicamente, ma anche emotivamente perché passava proprio dentro alle zone più colpite dalla tempesta Vaia, quella che si è abbattuta su queste zone nell'ottobre del 2018 che con piogge torrenziali e vento tra i 100 e i 200 km/h ha provocato la caduta di milioni di alberi con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foresta.

 

Una ferita ben visibile lungo tutto il nostro itinerario, ma una ferita che piano piano si sta rimarginando soprattutto per il volere degli abitanti che si sono rimboccati le maniche,hanno imbracciato le motoseghe e stanno riportando in vita foreste e boschi. Un motivo in più per venire a scoprire le Dolomiti e portare un piccolo aiuto a chi sta lavorando per ricostruire.


Gli ultimi chilometri di giornata, quelli che ci hanno portato al Bec de Roces sul Campolongo, li abbiamo pedalati sui sentieri del Sella Ronda MTB Tour, il giro panoramico intorno al monumentale Gruppo del Sella che in parte ricalca il percorso della Hero. Eravamo entrati nei panorami che conoscevamo, ma che in gara avevamo solo visto di sfuggita e annebbiati perché troppo concentrati sulla performance, mentre ora potevamo goderci interamente con tutta la calma dell'essere a spasso per montagne senza un cronometro a misurarci.

 

TRASFORMARSI IN BAMBINI

Quando abbiamo aperto le finestre del rifugio Bec de Roces la mattina del 4º giorno ci aspettavano nuvole gonfie di pioggia. Ce le aspettavamo, ma dentro di noi un po' ci speravamo nell'errore del meteo. Invece eccole puntuali come sempre. Da biker non ci siamo certo tirati indietro e come riscaldamento dopo colazione siamo prima scesi verso Arabba, per poi prendere gli impianti e fare due giri nel bikepark.

 

 

Salti, sponde e qualche rock garden (che qualcuno ha assaggiato per ben benino) ci hanno risvegliato e divertito, anche noi pedalatori dovremmo ogni tanto girare in park, si impara a sfruttare le paraboliche, a lasciare andare i freni sui salti e soprattutto a gestire la bici in maniera fluida. L'importante per migliorare in sella è: "giocare con la bici, sempre!" e uscire (leggermente) dalla propria zona di comfort.

 

 

Nonostante tutto il nostro DNA di XCO racer ha finalmente smesso di lamentarsi quando siamo saliti per la terza volta alla forcella di Porta Vescovo ed invece di entrare nella pista del bike parck abbiamo deviato a sinistra dopo poche curve per seguire i cartelli Sella Ronda MTB Tour.

 

Porta Vescovo

 

La pioggia iniziava a scendere insistente e il sentiero diventava sempre piu viscido, ma CHE SENTIERO. Un single track a mezza costa, un lungo e sinuoso serpente che tagliava la montagna veloce e con un flow indescrivibile.

 

 

Un mangia & bevi infinito, dove la bici scorre a meraviglia e il divertimento la rincorre senza prenderla. Attraversata la strada del Passo Pordoi abbiamo preso l'impianto del Fodom per un ultimo sentiero da pelle d'oca: single track super flow, con qualche bel tratto pedalato da rilanciare con cattiveria, tutto in cresta con vista panoramica e arrivo al rifugio Burz.

 

 

L'apertura verso i biker si è fatta sentire infatti il personale del rifugio, nonostante il nostro essere completamente infangati, ci ha permesso di sederci al tavolo (noi abbiamo cercato di pulirci e asciugarci al meglio) per una zuppa calda e un bel piatto di polenta. Cosa chiedere di meglio!

 


Per tornare ad Arabba avremmo potuto prendere gli impianti, ma ancora una volta Andrea Dorigo ci ha guardato con un luccichio negli occhi: "il sentiero che scende non è difficile, solo che con il fango è super scivoloso..."; tempo zero ed eccoci lanciati tra il fango e le paraboliche con la bicicletta che sbandava di lato neanche fossimo in "Tokyo Drift".

 

 

In effetti il sentiero era davvero ben fatto e nonostante la bicicletta quasi non si controllasse e piu e piu volte abbiamo rischiato di finire lunghi distesi a terra ci sentivamo come bambini che giocano nelle pozzanghere. Tanto divertente da arrivare alla fine e riprendere la seggiovia... per un secondo giro. Date a un biker pioggia e fango e lo farete felice!

 

 

ROSETTA: SULLA LUNA TRA TRENTINO E VENETO

L'ultima sera ci siamo spostati a San Martino di Castrozza, ospiti dell'Hotel Belvedere, un bike hotel molto attrezzato che ospita anche i partecipanti della Bike Transalp, tanto attrezzato che il servizio di lavanderia ha accettato i nostri vestiti infangati e fradici, per restituirceli poche ore dopo puliti ed asciutti come solo le vere nonne avrebbero saputo fare.

 

Hotel Belvedere San Martino di Castrozza


La mattina dell'ultimo giorno il gruppo si è diviso, i giovani rampanti si sono lanciati dentro il bike park, noi pedalatori siamo andati alla scoperta dei dintorni di San Martino con il Giro delle BaiteSe amate i tracciati XC che vi mettono alla prova questo è davvero pane per i vostri denti.

 

Single track scorrevole e divertente, ma costellato da tratti su rocce affioranti che rompono il ritmo e costringono a lavorare con la parte alta del corpo, un tratto esposto con 3 tornanti al limite e un tratto di sentiero in cresta da sogno. Il tutto per terminare nel Sentiero del Cervo, una magica strada forestale (condivisa con molti pedoni, quindi freni tirati e tanto rispetto!) immersa tra i larici che riporta a San Martino.

 


Pensavamo che il meglio fosse finito ed invece è bastato prendere la funivia di Cima Rosetta per salire oltre i 2500 metri e trovarsi letteralmente sulla Luna.

 

 

Per questo itinerario, forse uno tra i piu belli che abbiamo mai fatto, sia per panorami sia per qualità del trail, ci sono due punti da tenere molto bene a mente. Il primo è che dall'uscita della funivia Rosetta, fino al rifugio Rosetta c'è il divieto di andare in bicicletta, quindi i primi 700 metri VANNO FATTI BICI A SPINTA, poi una volta arrivati al rifugio si può montare in sella e percorrere senza problemi i restanti 20 chilometri di trail... il gioco vale la candela!

 

Dolomiti Bike Safary - Rosetta


Altra cosa da non dimenticare è il fatto che si parte da San Martino di Castrozza, ma si arriva a Canale d'Agordo, tra i due paesi ci sono 50 minuti di macchina e il Passo Rolle, si può però rientrare pedalando fino a Falcade e da lì sfruttare gli impianti per salire fino al Passo e con un'ultima discesa tornare a San Martino.

 


Fatte le precisazioni l'altipiano della Rosetta è davvero un posto magico. Una distesa di rocce che ti catapulta in un mondo lunare il tutto sormontato dalle magnifiche Pale di San Martino. La prima parte di sentiero è su roccia ben ferma, con qualche passaggio tecnico, ma nulla di estremamente difficile, si scende sinuosi tra le rocce, con una pendenza dolce che permette di rilassarsi un po' e ammirare il panorama, fermarsi a fare foto e cercare lo scorcio migliore sulle Pale.

 

 

Si è a quota 2700 metri la vegetazione praticamente non esiste se non per qualche muschio in prossimità delle pozze d'acqua lasciate dai nevai.

 

 

Appena si entra nella valle delle Comelle il sentiero si allarga ma cade praticamente a picco sul fondovalle. Ad ogni curva sembra di perdersi nel vuoto con solo la roccia sul lato a monte a farci da punto di riferimento... nonostante questo il trail è largo e facile, nessun rischio di cadere nel vuoto (a meno di non addormentarsi alla guida...).

 

Dolomiti Bike Safary - Rosetta

 

Quando ricomincia la vegetazione inizia anche la seconda parte di trail, quella più veloce e tecnica, un po' perché le piogge hanno rovinato il sentiero con parecchi canali e fossati, un po' perché ricompaiono radici e tornanti stretti. Sono 10 km di pura MTB, divertente, ma tecnica, perfetta per mettere alla prova le nostre MTB, soprattutto i freni Magura MT5 della Lee Cougan.


La giornata, anzi il nostro Dolomiti Bike Safari, si conclude con l'ultimo piatto di canederli e l'ultima radler (birra e limonata.... un toccasana dopo il riding) alla Capanna Cima Comelle, rifugio che compare magicamente alla fine del trail proprio quando la gola è secca e la pancia vuota.


Tempo di salutare i compagni di avventura e salutare le Dolomiti. Un saluto breve perché sappiamo che ci torneremo presto... soprattutto ora che sappiamo che oltre alla Hero Dolomites c'è davvero una GALASSIA di sentieri che aspettano solo noi biker.

 

 

INFORMAZIONI PRATICHE

Per scoprire Dolomiti Bike Galaxy basta entrare nel sito ufficiale per scoprire gli oltre 3000 km di sentieri percorribili utilizzando un solo bikepass, quello di Dolomiti SuperSummerAll'interno trovate una mappa interattiva che vi permette di pianificare il vostro itinerario giorno per giorno e luogo per luogo. Inoltre sempre dal sito è possibile anche prenotare alberghi e alloggi per essere sicuri di avere un letto in cui riposarsi dopo le lunghe giornate in sella.

 

Panoramica Dolomiti Bike Galaxy


Durante il nostro Bike Safari siamo stati accompagnati da Andrea Dorigo di Guide MTB Arabba e non avremmo potuto trovare di meglio. Biker di quelli veri... forte in salita e forte in discesa, conosce ogni singolo ago di pino delle Dolomiti e ci ha portato a scoprire dei Secret Trails da leccarsi i baffi, ma soprattutto ha saputo scegliere perfettamente gli itinerari per un gruppo eterogeneo per livello di guida e anche per mezzo utilizzato visto che alcuni di noi erano con muscolare e altri con elettrica.

 

Guide MTB Arabba

 

Il nostro consiglio: se state programmando una vacanza all'insegna della MTB in Dolomiti e per voi è la prima volta in zona contattate Guide MTB Arabba, sapranno organizzare un tour, secondo le vostre preferenze, da leccarsi i baffi.

 

Foto: Dolomiti Bike Galaxy - Ivan Goller

 

 

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