ANDREA TIBERI: COME SI È CONCLUSA LA “TERAPIA DI COPPIA”? UNA SITUAZIONE GRAVEL!

Andrea Tiberi, il Capitano del Team Santa Cruz FSA, in questo momento è impegnato a gestire i suoi giovani compagni di squadra nel Training Camp che ha nella sua Oulx, centro abitato dell'alta Val di Susa.

 

Un impegno dopo l'altro visto che ha da poco concluso anche il suo viaggio Gravel di 4 giorni dalle montagne al mare (che hanno visto da lassù) e viceversa, avventura nella quale ha deciso di coinvolgere sua moglie Elisabetta. Lo ha definito un viaggio "terapia di coppia": - non nel senso del curare, ma nel senso di prendersi cura di sé stessi.- Vi avevamo raccontato la partenza del viaggio (in QUESTO articolo) ora ci sembra giusto raccontarvi anche il durante e il dopo.


 

Un giro in sella alle loro Gravel Bike, due Santa Cruz Stigmata, denominato "Couple Trip" che li ha visti pedalare per quattro giorni. Un viaggio per ritrovare il senso di libertà che era mancato durante la quarantena. Un anello che dalla loro Oulx, attraverso l'antica Via del Sale li ha portati in Liguria, passando in alta quota su strade simbolo del ciclismo come il Colle dell'Agnello o il lunare Izoard nella vicina Francia.

 

 

La sfida non era rappresentata dalla distanza da percorrere o dalla gestione delle forze, bensì dal lavoro di squadra. Andrea ha dovuto adeguare il suo passo rispettando i ritmi di Elisabetta, appassionata di bicicletta e di sport outdoor, ma non certo una professionista come Tibi.

 

 

La prima tappa (170km), conclusa sabato sera a Clavesana (CN) nelle Langhe, è stata davvero dura perchè per 80 km hanno dovuto pedalare sotto una pioggia battente. Arrivati la sera con le nuvole basse e un tempo da lupi, si sono invece svegliati la domenica mattina con una splendida vista sul Monviso, imbiancato dalle precipitazioni della sera prima.

 

E se seguite PianetaMTB sapete bene che Tiberi ama la neve e lo sci tanto quanto i sentieri e la MTB.

 

 

Il loro programma di giornata prevedeva di arrivare a Monesi di Triora, località ubicata sulle Alpi Liguri. Non sempre tutto fila liscio come l'olio, ma anche questo è il bello delle avventure Gravel: "Siamo partiti direzione mare ma nel pianificare il percorso la app che utilizziamo (Komoot) ci ha messo dentro un tratto sterrato che più che da gravel era decisamente da MTB, soprattutto per il fatto che le piogge avevano fatto un po' di disastri.. quindi è toccato tribolare un po' e c'è stata un po' di crisi per la Betti ma una volta scollinato, in discesa era super."

 

 

Si sono fermati a Monesi di Triora perchè da li che partono gli sterrati in alta quota della Via del Sale. "Sulla carta era la tappa più "Easy" dal punto di vista altimetrico, ma 50 km di sterrato non sono mai da sottovalutare, e in effetti però si pedalava molto bene e gli scenari erano bellissimi".

 

 

Ce la siamo presa comoda se non che nel giro di niente ha iniziato ad arrivare un fronte di nuvoloni neri dal lato Ligure e a quel punto abbiamo iniziato a scappare. Prendere acqua sopra i 2.000 non è cosa piacevole, quindi abbiamo "tarellato" (menato NDR) un po' di più la seconda metà, fino al col di Tenda." Poi sono scesi fino a Cuneo e per un po' di chilometri hanno pedalato in mezzo ai frutteti, il loro obiettivo era di arrivare il più possibile vicino alla Val Varaita.

 

 

Il quarto ed ultimo giorno li aspettava il tappone Alpino: Agnello, Izoard e Monginevro. 160 km, 4.100mt D+, l'ultimo sforzo con ritorno nella loro "sweet home" a Oulx. "Dopo il viaggio dello scorso anno (Dream Lines) ho capito un po' che nei viaggi ciclistici la testa conta più del fisico; conta saper prendere le distanze con filosofia, saper faticare il giusto, senza esagerare ma con costanza.

 

 

É per questo che ho avuto il coraggio di programmare questa tappa anche se Betti, in vita sua, non aveva mai fatto neanche lontanamente uno sforzo del genere. Perchè sapevo che lei, quando è motivata, ha la testa per fare tutto. E in questo viaggio era super motivata; in questa tappa ancora di più, era il ritorno a casa, il ritorno da Benny; ammetto che non ero certo che ce l'avrebbe fatta, oltre la tappa in s'è c'era la fatica dei giorni precedenti e il peso dei bagagli di cui non si è mai voluta alleggerire nonostante glielo abbia proposto tante volte. Ha voluto portare a termine il suo giro "in autonomia".

 

 

Attaccare l'Izoard è stata dura per Elisabetta - "É lì che ci ha davvero messo la testa" dopo aver passato il Monginevro sono rientrati verso casa pedalando gli ultimi 15 chilometri sotto il diluvio.

 

 

Insomma, un viaggio di quattro giorni epico! Una mini-avventura alla portata di tutti o quasi, un'opportunità di fare qualcosa di diverso dal solito, senza lo stress del cronometro. Anche la dimostrazione che bastano pochi giorni, due biciclette da gravel pronte a tutto, 4 borse da viaggio (Tibi e Betti hanno usato quelle Made in Italy di Miss Grape) ed ecco che anche la strada forestale dietro casa può essere l'inizio di qualcosa di magico.

 

Trovate anche voi la vostra Terapia di Coppia... pedalate fuori dalla vostra comfort zone.

 

 

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