COME VANNO GLI XCO RIDER SE CORRONO NELL’ENDURO? IL TEAM SANTA CRUZ FSA AL BLUEGRASS TROPHY OF NATIONS

Avete mai visto Luca Braidot con un casco integrale? A noi non era mai successo fino al EWS Trophy of Nation 2022 che si è corso a Finale Ligure sabato 1 e domenica 2 ottobre. Esatto il bronzo mondiale XCO ha gareggiato nell'Enduro e non era solo... I ragazzi del team Santa Cruz FSA questa volta sono andati oltre e insieme a Maxime Marotte hanno deciso di rispondere alla domanda che in tanti si fanno spesso: “Come vanno i crosscountrysti in una gara enduro?”

 

RISPOSTA: NIENTE MALE

I riders del team Santa Cruz FSA non hanno preso parte alla gara regina del Trophy of Nations, perchè a quella avevano accesso solo i team nazionali selezionati, ma hanno gareggiato al sabato, nella prova denominata Industry Trophy, che si correva esattamente sullo stesso percorso dell'EWS, solo che invece di fare 5 prove speciali si disputava su 4 segmenti cronometrati.

 

Luca Braidot, Martina Berta e Maxime Marotte non se la sono cavata per nulla male, hanno chiuso in quarta posizione assoluta e sono stato il primo team “misto” in classifica. Qui però non vogliamo parlare troppo di risultati, ma piuttosto vogliamo sentire direttamente dai protagonisti il racconto di questa esperienza “gravity” ben lontana da quello che è la loro usuale disciplina… anche se in tanti dite sempre che “il cross country ormai è diventato come l’Enduro”.

 

BLUEGRASS TROPHY OF NATION, COME FUNZIONA?

Il Bluegrass Enduro of Nations è in pratica l’unica competizione Enduro a squadre. Si svolge esattamente come una normale gara enduro, ma le squadre sono formate da 3 atleti con cinque tappe distribuite in un solo giorno. Ogni squadra ha 1 minuto per scendere dal palco insieme, con un intervallo di 1 minuto dalla squadra successiva. Spetta a loro decidere l'ordine dei tre corridori e gli intervalli di tempo tra loro in quel minuto. I tempi individuali di ogni pilota della squadra in tutte le prove speciali vengono combinati per determinare il risultato complessivo.

 

BICI DA ALL-MOUNTAIN PER NON ANDARE TROPPO LONTANO DALLA BLUR

Il team Santa Cruz Fsa per una volta ha rinunciato al casco super leggero MET Trenta 3K (che noi avevamo testato questa estate, clicca qui per l’articolo) per indossare il Met Parachute MCR, ovvero un casco “smontabile” che può trasformarsi in casco aperto da All-Mountain, oppure può aggiungere la mentoniera per trasformarsi un integrale da enduro. Un casco davvero interessante soprattutto in ottica ebike.

 

 

Naturalmente “con un casco così… una bici così poteva accompagnare solo” e la bici in questione era la Santa Cruz Hightower (se non la conosci clicca qui). La Hightower, scelta da Luca Braidot e Maxime Marotte, è il modello di Santa Cruz Bicycle che mette d’accordo gli amanti delle bici dalla lunga escursione ma che non vogliono sacrificare la reattività in salita. Nella moderna classificazione, la Hightower si posiziona nel segmento delle all mountain. Schema posteriore lower VPP e 145 mm di travel posteriore, forcella da 150 mm di travel, il tutto condito con un set di ruote da 29”.

 

La scelta della Hightower non è stata casuale, ma ponderata per non fare un salto troppo grande dalle geometrie della Blur a quelle estreme della Megatower, la enduro racing di Santa Cruz. Un ragionamento che secondo noi ha molto senso, perchè XC rider andrà più forte su una bici su cui si sente a casa, piuttosto che su una con geometrie completamente stravolte rispetto alla sua normale bici. Martina Berta, più abituata al mondo dell’enduro ha scelto invece una Santa Cruz Nomad da 160 millimetri d’escursione.   

 

L’INTERVISTA AI TRE SANTA CRUZ FSA A FINE GARA

Grazie a MET Helmets Luca, Martina e Maxime ci hanno parlato delle differenze tra disciplina XC ed Enduro.

 

Rispetto all’XC nell’enduro  il  percorso non lo provi e riprovi. Come sei riuscito ad adattarti a una gara in cui stai correndo su percorsi praticamente sconosciuti?

Martina: Cerchi di non uscire troppo dalla tua comfort zone, ma comunque sei sempre al limite. Cerchi di guardare un po' più lontano del solito e soprattutto cerchi di sopravvivere . Non so se questa sia la giusta tecnica, ma con me ha funzionato!

Max: Quando abbiamo fatto le prove il giorno prima, abbiamo cercato di memorizzare  il più possibile le linee. Ma dopo la gara di oggi, possiamo dire di aver quasi dimenticato tutto. In prova ti dici "devo stare attento a questa curva e poi a quest’altra", ma poi entri in trance agonistica e dimentichi tutte le parti difficili. Siamo “andati dritti” una o due volte perché proprio non ce lo ricordavamo! Penso che i ragazzi dell'Enduro siano davvero bravi a fare una curva una sola volta e memorizzare quasi al volo dove passare e dove andare. Io non riuscivo a ricordare nulla. Forse non mi arrivava abbastanza ossigeno nel cervello.

Luca: È molto diverso dall'XC. Lì usi la discesa per risparmiare un po' di energia. Qui è il contrario, spingi all-in in discesa e abbiamo scoperto che fai una fatica boia.

 

Nell’enduro ci sono tante linee, nell'XC scegli una linea e la tieni sempre per tutti i giri? Oppure a volte cambi linea durante la gara?

Max: Nell'XC hai la tua linea e la tieni ad ogni giro. Hai un piano B, ma ti attieni alla tua linea il più possibile. Qui è diverso perché a volte devi fare i conti con ciò che vedi (o non vedi). Penso che Luca abbia un talento per guidare alla cieca. Ho visto durante le prove che sa leggere molto bene il terreno, anticipare gli ostacoli, come e dove frenare. É davvero bravo. È stata una bella esperienza anche per questa incertezza, non correre su una pista che conosciamo da anni.

 

In termini di intensità è davvero così diverso? In XC spingi a tutta per un periodo di tempo più breve, mentre nell’Enduro è uno sforzo lungo. Sei andato a “gas aperto” tutto il tempo?

Luca: Eravamo sempre fuori di giri.

Martina: In Discesa ho raggiunto i 195 bpm, quindi ero praticamente a tutta!

Max: Dal punto di vista fisico c'è la salita, ma non essendo cronometrata puoi prendere il tuo ritmo e non fare troppa fatica. Ma quando sei dentro a una speciale di 15 minuti, la quantità di energia di cui hai bisogno per arrivare in fondo alla prova impressionante. Ero sempre altissima in termini di frequenza cardiaca, respirazione e tutto. Fisicamente una gara Enduro è davvero impegnativa. Se sei allenato e hai abilità nello spingere forte sui pedali, come noi piloti XC, è sicuramente un vantaggio perchè puoi rilanciare molto  più spesso.

 

Cosa hai trovato di diverso tra le due discipline in termini di equipaggiamento (bici, casco, protezioni)?

Max: Andare in salita con una bici da enduro è qualcosa di molto diverso. Praticamente tutto è diverso anche solo il casco fa cambiare le cose. Con casco integrale e la maschera  si abbassa il flusso d'aria che arriva in faccia quindi di ha una minore sensazione della velocità. Sei più protetto e ti senti più calmo, più sicuro. La bici è completamente diversa. Le gomme sono più rigide, il feeling è diverso, devi caricare molto forte la ruota anteriore per sentire qualcosa. Se non vai davvero forte non senti cosa sta succedendo nella ruota anteriore. Nell'XC la gomma è davvero sottile, quindi puoi sentire tutto sotto le ruote e avere il comfort. Inoltre le bici frenano molto più forte con gomme tassellate e disco maggiorato, tiri la leva e ti fermi. Il tuo cervello ha bisogno di calibrare il limite. Stavo “calibrando” il mio limite dietro Luca, ma a volte pensavo che forse ero ben oltre quel limite, ma alla fine è  sempre andata bene. Luca è davvero bravo a spingere il limite un po’ più lontano e a staccare… il cervello.

Martina: Concordo con Max in tutto… soprattutto con l'ultima frase.

 

Qual è la parte del corpo che senti più stanca dopo la gara?

 

Max: Le braccia! E i piedi! Penso che i ragazzi dell'Enduro debbano posizionare le tacchette davvero nel mezzo della scarpa per essere più stabili. Noi XC racer, in termini di biomeccanica, posizioniamo le tacchette nella parte anteriore per pedalare in modo efficiente, ma con le tacchette avanzate quando si scende è più difficile centrare i pesi e rilassare i piedi. Solo Martina guidava scarpe da enduro, io non riuscivo ad adattarmi così  velocemente e anche Luca, quindi abbiamo usato le scarpe da XC molto rigide.

 

Pensi che questa esperienza in Enduro ti aiuterà nell'XC?

 

Martina: Sì, certo! Fare una gara di enduro ogni tanto per chi gareggia nell’XC o nelle Marathon è una cosa davvero utile perché ti abitua alla velocità. Come ha detto Max, in allenamento stavo frenando come se avessi una bici da XC, ma poi mi sono accorta che potevo spingere molto di più e staccare più lontano. È sicuramente una buona esperienza e la sfrutteremo nell’XC.

 

Pensi che avrai una bici da Enduro e la userai di più  la prossima stagione?

Martina: Sì, il mio programma è di correre un po' di più nell'Enduro il prossimo anno, ma anche quest'inverno (cosa che Maxime fa già da anni N.D.A), per tenere ben allenata la tecnica per la stagione XC.

 

Qualcosa da aggiungere sull'esperienza? Cosa ti è piaciuto/odiato di più?

Martina: Ho davvero odiato Luca quando si è messo a spingere a mille watt alla fine della PS2. Ma ha pagato la focaccia per pranzo, quindi ora mi sono calmata.

Max: Questa esperienza mi è davvero piaciuta molto perchè ha spostato alcuni limiti dentro la mia testa ed è qualcosa di nuovo che ti fa ritrovare l’amore per la MTB. Siamo migliorati prova speciale dopo prova speciale. Penso che la prima PS sia quella in cui abbiamo perso la maggior parte del tempo, poi siamo stati sempre  molto vicini ai più forti. È un processo di apprendimento. L'abbiamo fatto in buone condizioni con buoni materiali e ben protetti, cosa che per noi che siamo abituati alla sola lycra è davvero importante. Claudio il nostro meccanico ha lavorato tanto, ma ha fatto un buon lavoro sulle bici. È solo quando hai tutta la protezione sai che puoi “distruggerti a dovere”, anche se non lo vuoi. Quando hai le ginocchiere, il paraschiena e il casco integrale è tutta un’altra cosa. Non ci siamo abituati perché nell'XC non abbiamo nulla. Su sentieri rocciosi come questi se ti senti ben protetto molli i freni e vai davvero forte… soprattutto dietro a Luca e Martina.

 

 

Tutte le foto: ©Ulysse Daessle / ©MET Helmets