Divieto di circolazione sulle strade forestali, pericolo scampato. Il Ministero ha risposto

Dopo la ferma protesta da parte dell'ANCMA il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali è stato costretto ad una precisazione

Mercoledì alla conclusione del nostro articolo che parla del decreto legge del 28 ottobre, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1 dicembre (pagina 33), quello che sta facendo tremare motociclisti e ciclisti (leggi QUI), in quanto vieterebbe il passaggio su «strade forestali e silvo-pastorali», avevamo scritto che le associazioni di categoria erano al lavoro per evitare il patatrac.

 

Non appena si è diffusa la paura di un blocco delle attività mtb, e-mtb e gravel a causa del nuovo decreto legge, si sono mosse insieme Confindustria ANCMA, l'Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori ma anche la FMI, la Federazione Motociclistica Italiana: le due associazioni più toccate da quello che sembrerebbe poter trasformarsi nel "divieto di circolazione di mezzi sui sentieri".

 

 

COSA HANNO DETTO

ANCMA afferma che l'industria delle due ruote in Italia genera un giro d'affari di oltre 7 miliardi di euro e occupa nella sua filiera più di 100mila addetti. In merito al contestato Decreto Legge afferma «Si tratta di una norma miope, che può creare potenzialmente un grave danno economico al mercato, all'intera filiera, alle attività ludiche e sportive e a quelle legate all'accoglienza e al turismo. Vi sono inoltre possibili profili di incostituzionalità, perché manca evidentemente il bilanciamento degli interessi in gioco e di diritti costituzionali come la libera circolazione, il diritto alla libera iniziativa economica e quello di svolgere attività sportiva e ricreativa.»

 

COSA HANNO DETTO CHE AVREBBERO FATTO

Sia Confindustria ANCMA che la FMI hanno anche spiegato cosa avrebbero fatto «abbiamo attivato un'interlocuzione con il Governo al fine di ottenere chiarimenti ed una correzione delle disposizioni contenute nel Decreto

 

TUTTO RISOLTO HA RISPOSTO IL MINISTERO

La risposta è arrivata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che dopo il polverone sollevato è stato costretto a scrivere un comunicato stampa avente per titolo: Precisazioni sul Decreto viabilità forestale. Lo abbiamo letto (lo trovate QUI), dicono che il Decreto contiene le linee guida per le Regioni allo scopo di uniformare a livello nazionale le norme riferite alle modalità di costruzione della viabilità forestale, che già esistono nelle singole legislazioni regionali, e dare dunque uniformità alla eterogenea nomenclatura adottata.

 

La frase che chiude il caso è questa: «Nulla si innova in merito al transito autorizzato sulla predetta viabilità, fermo restando che, come espressamente previsto all'articolo 2, comma 3 del decreto, le strade e le piste forestali non sottostanno ai criteri di sicurezza previsti per la viabilità ordinaria, poiché si tratta di viabilità esclusa dal Codice della strada». Cosa vogliono dire dal Ministero? Che rispetto a prima è rimasto tutto uguale, si continua a pedalare liberamente sulle strade forestali.

 

 

 

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