Strade forestali vietate ai ciclisti? Vero o falso, cosa abbiamo capito

Un decreto legge sta facendo tremare motociclisti e ciclisti. C'è il rischio che l'accesso alle strade forestali e silvo-pastorali venga vietato a moto e biciclette. 

 

 

Cosa è successo? Sul numero 162 della Gazzetta Ufficiale sono usciti i dettagli del Decreto legge del 28 ottobre emanato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, nel testo c'è la frase che ha spaventato tutti gli amanti delle due ruote. «la viabilità forestale e silvo-pastorale e le opere connesse come definite al successivo art. 3 sono vietate al transito ordinario». Non si parla espressamente di biciclette o motociclette ma i quotidiani (Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport) e anche IMBA, come chiunque legga questa frase, lo interpreta come implicito. 

 

 

C'è da aggiungere che dice anche «Le regioni disciplinano le modalità di utilizzo, gestione e fruizione tenendo conto delle necessità correlate all'attività di gestione silvo-pastorale e alla tutela ambientale e paesaggistica.» Quindi se venisse approvato in teoria ci sarebbe il divieto ma ogni regione potrebbe intervenire con una propria norma che potrebbe cambiare le carte in tavola.

 

Intro e paragrafo interessati dalla discussione:

 

DECRETO 28 ottobre 2021

Disposizioni per la definizione dei criteri minimi nazionali inerenti agli scopi, le tipologie e le caratteristiche tecnico-costruttive della viabilità forestale e silvo-pastorale, delle opere connesse alla gestione dei boschi e alla sistemazione idraulico-forestale. Link alla Gazzetta Ufficiale del 1 dicembre 2021. 

 

Articolo 2 Scopi (pagina 33 della Gazzetta Ufficiale)

3. Indipendentemente dal titolo di proprietà, la viabilità forestale e silvo-pastorale e le opere connesse come definite al successivo art. 3 sono vietate al transito ordinario e non sono soggette alle disposizioni discendenti dagli articoli 1 e 2 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Le regioni disciplinano le modalità di utilizzo, gestione e fruizione tenendo conto delle necessità correlate all'attività di gestione silvo-pastorale e alla tutela ambientale e paesaggistica.

 

 

GLI SVILUPPI, LA PRESA DI POSIZIONE DI ANCMA RISOLVE LA QUESTIONE.

L'ANCMA ha risposto a muso duro con un comunicato stampa (leggi l'articolo) dicendo tra le altre cose che avrebbe attivato un'interlocuzione con il Governo al fine di ottenere chiarimenti ed una correzione delle disposizioni contenute nel Decreto.

 

TUTTO RISOLTO HA RISPOSTO IL MINISTERO

La risposta è arrivata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che dopo il polverone sollevato è stato costretto a scrivere un comunicato stampa avente per titolo: Precisazioni sul Decreto viabilità forestale. Lo abbiamo letto (lo trovate QUI), dicono che il Decreto contiene le linee guida per le Regioni allo scopo di uniformare a livello nazionale le norme riferite alle modalità di costruzione della viabilità forestale, che già esistono nelle singole legislazioni regionali, e dare dunque uniformità alla eterogenea nomenclatura adottata.

 

La frase che chiude il caso è questa: «Nulla si innova in merito al transito autorizzato sulla predetta viabilità, fermo restando che, come espressamente previsto all'articolo 2, comma 3 del decreto, le strade e le piste forestali non sottostanno ai criteri di sicurezza previsti per la viabilità ordinaria, poiché si tratta di viabilità esclusa dal Codice della strada». Cosa vogliono dire dal Ministero? Che rispetto a prima è rimasto tutto uguale, si continua a pedalare liberamente sulle strade forestali.

 

 

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