Squat e ciclismo, la corretta posizione. Risponde il nostro esperto.

Il consiglio del Trainer "Amico", puntata nr. 88. Il Dott. Alessio Cellini e suo fratello Marco, ogni settimana risponderanno alle vostre domande, riguardanti la preparazione atletica nella mountain bike.

"Il consiglio del Trainer Amico", attraverso questa Rubrica il nostro Staff dedicato alla preparazione atletica in mountain bike, risponderà ai vostri quesiti. Una domanda alla settimana, tutte le settimane, sempre il lunedì. 

 

Sono Ludovico, un giovane amatore della provincia di Alessandria che affianca all'allenamento per la bici anche sedute in palestra. Spesso sento dire che negli squat per ottenere risultato bisogna andare "ass to grass" (sedere a terra), ma invece vedo sui social che i biker fanno tutto il contrario con contrazioni muscolari ad angoli ridotti. Cos'è meglio per me?

 

 

Ciao Ludovico


Ottima abitudine quella di abbinare al lavoro di carattere metabolico (allenamento in bici) un po' di lavoro di forza a secco, questo ti rende sicuramente un atleta più completo. Molto buona anche la scelta di inserire nella tua routine lo Squat, è certamente tra gli esercizi più completi ed efficaci per lo sviluppo della forza di tutto il treno inferiore (glutei, quadricipite femorale ed ischiocrurali), compreso un buon lavoro di tutto il Core e dei muscoli paravertebrali.


Nella sua versione libera - ovvero non al multipower, richiede buone doti di equilibrio e coordinazione, quindi una tecnica esecutiva perfetta che ci tiene lontani dal rischio di infortunio anche lavorando con carichi elevati. Spesso il ciclista, e l'atleta in genere poco assiduo in sala pesi, spesso non possiede queste competenze tecniche evolute per questo bisogna imparare bene la tecnica prima di aumentare i carichi.


Detto questo la tua domanda è certamente pertinente, e va analizzata per 2 aspetti:


- Il rischio di infortunio

- La finalità allenante

 

Il rischio di infortunio è certamente maggiore con il full squat ("sedere a terra", fino al contatto con i talloni) in quanto è facile intuire come mandare a chiusura totale una articolazione (in particolare in questo caso quella del ginocchio) faccia aumentare di molto le forze di compressione e lo stress articolare in generale. Molto meglio la versione "standard" che prevede il fine corsa nel punto in cui il femore diventa parallelo al suolo, possibilmente senza rialzo sotto il tallone (richiede buona mobilità tibiotarsica).


In ogni caso restano sempre valide le raccomandazioni riguardo l'avanzamento delle ginocchia (mai eccessivo, possibilmente non oltre la superficie di appoggio dei piedi) e la flessione del tronco, anche in questo caso non eccessiva per non aumentare il carico del rachide lombare.

 

La finalità allenante è certamente valida con entrambe le modalità esecutive, ma a nostro modo di vedere la versione "standard" ritrova un angolo massimo di chiusura al ginocchio ed un angolo tra busto e femore molto più in linea con quello della pedalata, per questo è concettualmente più corretto e di più facile transfer tecnico.

 

Alla prossima.

 

 

Hai anche tu una domanda per il trainer? Anche se ti può sembrare banale, scrivici a info@pianetamountainbike.it

 

 

Photo ©Andrea Tiberi, ©Scott SRAM Racing team

 

 

Chi è il Dott. Alessio Cellini che risponde alle vostre domande

 

Alessio Cellini - Trainer- Dott. Alessio Cellini

- Direttore del Centro CTM, Responsabile Area Tecnica

- Dottore in Scienze Motorie

- Dottore Magistrale in "Scienze e Tecniche dell'attività sportiva"

- Direttore Sportivo 3° livello "Categorie Internazionali", Federazione Ciclistica Italiana

- Preparatore Fisico, Federazione Ciclistica Italiana


- Maestro MTB, Federazione Ciclistica Italiana


- Sport Performance Specialist (qualifica Europea EQF 3-4-5)

 

- Slimming Specialist

 

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