La UCI Mountain Bike World Cup in questo 2025 è profondamente cambiata. I percorsi hanno continuato a evolversi diventando sempre più veloci, una leggenda ci ha salutato, lo spettacolo è aumentato con protagonisti sempre più giovani, ma non tutto è andato nella direzione sperata. Le prime avvisaglie le avevamo avute nel 2024, ma quest'anno sia Warner Bros Discovery che UCI hanno cambiato ulteriormente lo sport che noi amiamo.
.jpg)
Ci sono molti temi che abbiamo ritrovato nei vari appuntamenti di questa stagione che hanno segnato drasticamente l'immagine del XCO e non sempre sono positivi.
Questo è il nostro pagellone: cosa promuovere, cosa rivedere, cosa salvare per il 2026.
PODIO A 3
Il podio di ogni disciplina al mondo è a 3 posti, quelli che assegnano le medaglie. Ora è così anche nella Coppa del Mondo XCO, scelta elegante e "olimpica", ma meno identitaria per l'XCO. Un biker sa che il podio vero è quello a 5. Pura invenzione di questa disciplina ma che negli anni ha generato un'immagine autentica. Fare 5° in Coppa era un successo.
.jpg)
L'intento di WBD è chiarissimo: elevare i pochi fortissimi. Dopo le prime prove in cui il podio è stato assaltato anche durante il protocollo ufficiale per arricchirlo di altri due atleti, è presto diventata normalità vederlo a 3, soffocando la nostra tradizione. È stata la modifica più grande in questo 2025 che nessuno ha preso bene e come vedremo più avanti ha chiarito molti degli obiettivi di WBD.
I PRIMI IN EVIDENZA, MA ANCHE LE SUPERSTAR..
Il live è cambiato totalmente, le inquadrature sono più chiuse, i rider inquadrati sempre meno. Il live mette in evidenza l'assolo, se c'è, diventa racconto totale. Il rovescio della medaglia è meno spazio per le rimonte, quindi meno visibilità per molte squadre e sponsor.
.jpg)
L'eccezione è presto fatta. Le superstar polarizzano ulteriormente: quando in gara c'è un nome gigantesco, la camera lo segue anche fuori dalla lotta per la vittoria. Funziona per lo storytelling, ma restringe il campo della narrazione sportiva. Quest'anno abbiamo avuto in più di un'occasione questo esempio, ma se per Pidcock che spesso ha corso davanti e quindi ha permesso a WBD di seguire gli stessi schemi, l'arrivo di Van der Poel ha levato attenzione da tutto il resto, anche nei momenti in cui lo sfortunato VDP a Nove Mesto è finito rovinosamente a terra e fuori dalle fasi importanti di gara.
SPARITO IL LIVE DEGLI U23
Per un team UCI ha ancora senso avere un atleta U23 in squadra? Se è un fenomeno assoluto pronto al passaggio alla massima categoria, ma non per poter vendere l'immagine del proprio atleta in gara.

Quest'anno abbiamo visto le prove U23 live di XCO solo per i primi tre round e solo su Youtube: Araxa e Nove Mesto. Ma cos'è successo dopo? Il primo round di Araxa in Brasile degli Under 23 uomini ha generato anche 123 mila visualizzazioni su YouTube, il numero più alto tra i live di quest'anno di entrambe le discipline (DH e XCO). Ma WBD deve aver cambiato strategia in corso d'opera e deciso che gli U23 fossero meno importanti o avessero meno appeal.
.jpg)
Senza il live manca lo spazio per crescere mediaticamente, raccontare storie, valorizzare gli sponsor e rendere appetibile il salto tra gli élite. È un'occasione persa proprio nell'anno in cui proprio noi italiani non ci siamo potuti gustare le vittorie di Valentina Corvi e non abbiamo visto sul podio Sara Cortinovis che anche lei è andata a gasaperto tutto l'anno.
DINAMICHE SPETTACOLARI
Il nuovo disegno dei tracciati e il livello tecnico degli atleti hanno reso le gare più "elastiche": salti, rilanci, gruppi folti fino ai giri finali e capovolgimenti rapidi. In testa alla corsa e al centro vi sono continui cambiamenti, e le possibilità di saltare in avanti anche di 10 posizioni nei giri finali sono concrete. La new school ha preso il sopravvento, i giovani riders hanno portato dinamiche funambolesche in uno sport che si pensava potesse raggiungere il picco di adrenalina con i tratti tecnicissimi.
.jpg)
©Fabio Piva / Red Bull Content Pool
L'XCO 2025 di oggi sembra quasi più un "XCC pimpato": più velocità, finali apertissimi e meno gare-blocco. Di sicuro merito degli atleti ma anche della proposta modernissima del XCO di oggi e questo pensiamo che sia uno dei risvolti positivi che ha avuto quest'anno la disciplina olimpica. Lo spettacolo ne ha guadagnato.
IMPREVEDIBILITÀ DEI RISULTATI
Il nuovo cross country è decisamente diverso da quello degli anni passati, moltissimo anche già rispetto a quello della scorsa stagione. Anche gli atleti sono tanto diversi, ma la nuova generazione sembra ancora più agguerrita.
.jpg)
Ora sono almeno 15 atleti che possono giocarsi una prova di Coppa del Mondo e infatti è stata la stagione con forse il maggior numero di vincitori. Su 10 tappe abbiamo osservato 7 vincitori diversi nel XCO maschile (Blevins, Vidaurre, Martin, Koretzky, Cink, Hatherly, Pidcock, Aldridge). Tra gli uomini il più costante in vittorie è stato Blevins, con 3 successi nell'XCO, Jenny Rissveds 4 tra le donne dove ha vinto la Coppa Samara Maxwell che ha chiuso la stagione con un solo successo, quello nella tappa d'esordio a Araxa.
.jpg)
EFFETTO N1NO
N1NO è sempre stato l'animatore del circus di Coppa con i risultati, il metodo e il carisma. Il ritiro di Schurter segna la fine di un'era tecnica e mediatica. L'impatto non è solo emotivo: Nino era un "riferimento narrativo" ricorrente, una calamita per pubblico generalista e addetti ai lavori. L'anno prossimo sapremo se la Coppa a trovare altri riferimenti. La domanda è aperta: chi terrà insieme il racconto quando non c'è il G.O.A.T.?
.jpg)
L'ITALIA DEGLI ELITE: BENE MA CON MENO ATLETI
I rider italiani che si sono potuti osservare nei live sono andati più forte rispetto allo scorso anno. Le prestazioni di vertice sono cresciute (élite) e le ragazze U23 hanno brillato. Sommando XCO e XCC Simone Avondetto è stato 9 volte nella top 10, mentre Luca Braidot 7.

La stagione di quattro rider è stata condizionata dagli infortuni: Giada Specia, Greta Seiwald, Filippo Fontana (capace di entrare due volte nella top10) ma anche Valentina Corvi. La tiranese che ci ha regalato la vittoria più bella, quella di vedere un'italiana vincere la Coppa del Mondo.
.jpeg)
©WHOOP UCI Mountain Bike World Series / Michal Cerveny
SQUADRE ITALIANE
Tra i team di matrice italiana, il Wilier Vittoria Factory Team non ci ha deliziato solo con le imprese degli elite come Simone Avondetto e Luca Braidot. È stato l'unico, in tutta questa stagione, a centrare tre vittorie grazie ai suoi tre rider Under 23.

©Ross Bell - Wilier Vittoria Factory
Elian Paccagnella si è imposto nel secondo Short Track di Araxá, mentre il danese Gustav Pedersen ha vinto a Nové Mesto. Grazie a una serie di piazzamenti regolari, Pedersen ha chiuso la Coppa del Mondo al secondo posto nella classifica generale dello Short Track e al terzo in quella di Cross Country. A completare un trittico d'eccezione, la canadese Ella MacPhee: È stata l'unica a vincere una prova di XCO - e per di più una delle più tecniche - dominando la gara di Nové Mesto. Ha terminato la stagione 2025 con un doppio terzo posto nella classifica generale di specialità.
VAL DI SOLE DA RECORD
Il cuore pulsante del cross country mondiale ha battuto più forte che mai in Italia. La tappa delle Whoop UCI Mountain Bike World Series corsa in giugno in Val di Sole, ha frantumato ogni primato diventando la gara di cross country più vista nella storia della Coppa del Mondo da quando è trasmessa da Warner Bros. Discovery.

Quasi 15 milioni di visualizzazioni cumulate sui canali e sulle piattaforme WBD - tra cui HBO Max, Eurosport, Discovery+ e TNT Sports.
SOCIAL A BOMBA
La Coppa si è vista molto di più sui social, con il supporto di un nuovo account TNTSports che ha affiancato quello ufficiale di Coppa del Mondo nella diffusione di clip, cut e highlight quasi in tempo reale. l'ecosistema social ha allargato la platea e reso più facile seguire la Coppa a colpi di snack content. Manca la prova sull'impatto in abbonamenti, ma la presenza sui telefoni è stata capillare. Per i media "di servizio" è stato utile: conferme veloci e materiale da rilanciare.

LE LOCATION E I COSTI
Calendario davvero globale: Europa, doppia apertura brasiliana, USA e Canada finali. L'immagine internazionale cresce, il pubblico dal vivo risponde. Ma i costi operativi (iscrizioni, viaggi, roster) impongono scelte dure ai team. L'anno prossimo le squadre correranno in tre diversi continenti. Con il 2026 che parte in Asia (Corea del Sud), il nodo sostenibilità diventa strategico: servono strumenti per non perdere squadre lungo la strada.
CONCLUSIONE
Nel 2026 la Coppa sarà un evento che veramente coinvolgerà tutto il mondo, ma saprà mantenere l'attenzione del pubblico che l'ha seguita fino a questo momento? Ci si aspetta molti miglioramenti e si spera che l'XCO possa mantenere grande interesse, ma le prime indiscrezioni parlano di condizioni più stringenti per team e atleti. Che direzione prenderà l'XCO insieme a WBD?


