IL PRIMO CAMPIONATO NAZIONALE GRAVEL: BENE, MA NON BENISSIMO

In Olanda si è svolto il primo campionato nazionale ufficiale UCI. Tanta voglia di fare e anche tanti partecipanti, ma format sbagliato, soprattutto per motivi burocratici

Noi di PianetaMTB.it ce lo eravamo perso, però il 13 di novembre 2021 nel piccolo paesino olandese di Epe (tra Zwolle e Apeldoorn) si è disputato il primo campionato nazionale olandese Gravel, che in realtà è stata anche la prima gara ufficiale Gravel che ha assegnato delle maglie di campione nazionale professionistiche, portando così il mondo gravel definitivamente dentro dell'ufficialità e alla regolamentazione UCI.

 

 

Fino a quel giorno il gravel era stato "unbound" (con un gioco di parole sull'evento gravel più famoso al mondo) ovvero slegato, al di fuori delle regole, ma ora invece sembra avvicinarsi sempre di più a una forma regolamentata. In realtà erano già state assegnate delle maglie di campione nazionale, in Inghilterra al King's Cup Gravel Festival 2021, ma non era un evento ufficiale anche se al via c'era qualche atleta Elite come Ryan Christensen ed Euan Macleod di Canyon dhb SunGod, il doppio campione olimpico di triathlon Alistair Brownlee e Cameron Mason di Trinity Racing.

 


Cosa interessante dell'evento inglese è il fatto che sia stato organizzato da Golazo Cycling, che fa parte del Gruppo Golazo organizzatore delle UCI Gravel World Series e del mondiale Gravel UCI 2022. Anche in Italia si è svolta la prima gara professionistica Gravel, la Serenissima Gravel

 

 

Una prima edizione, migliorabile sotto tanti punti di vista, ma un primo passo verso la disciplina inoltre l'anno prossimo per la prima volta avremo una gara nazionale gravel inserita nel calendario del fuoristrada. La allestirà la Nuova Ciclistica Placci 2013 a Vignola (MO), inizialmente sembrva programmata all'inizio dell'anno ora invece è segnata il 18 settembre 2022.

 

IL TRACCIATO: POCO GRAVEL, PIÙ UN XC D'INIZIO STAGIONE

Nella frazione di Dijkhuizen è stato tracciato un circuito di 7,5 chilometri, caratterizzato da ampie strade sterrate, campi coltivati ??e vasti prati. Il circuito di 7,5 chilometri era costituito in gran parte (70%) da larghe strade sterrate. Oltre alle strade sterrate, erano presenti anche alcune sezioni asfaltate (30%). Tutte le strade erano larghe in modo da aver spazio sufficiente per il sorpasso. Inoltre una sezione di 400 m si è trasformata in un acquitrino fangoso molto simile al ciclocross dopo le forti piogge il giorno prima della gara. Una buona tecnica in curva era indispensabile per affrontare le curve in velocità. Inoltre essendo il tracciato in campo quasi completamente aperto anche il vento è stato un fattore importante.

 

 

Uomini e donne hanno avuto due partenze separate, ma non c'erano diverse categorie. tanti gli élite al via ma chiunque poteva gareggiare. Circa 200 uomini e 60 donne hanno corso. Gli uomini hanno percorso un totale di 120 km e le donne 75 km.

 

 

Quindi si è trattata di una gara in circuito, con un format simile a quello del campionato del mondo su strada, 16 giri per gli uomini praticamente tutti in pianura con velocità media ben superiore ai 30 km/h. Se si pensa alle gare di XC in pianura d'inizio stagione si ha più o meno un'idea di quello che può essere stato, solo più lungo, quasi 4 ore di gara. L'idea che abbiamo noi di gravel non è questa, ma piuttosto quella di un lunghissimo anello alla Unbound Gravel, 300 km in completa autonomia, così dovrebbe essere la disciplina per differenziarla da tutto e per fondarla sulle radici da cui prende linfa.

 

PERCHÉ CIRCUITO?

NK Gravel è stato creato da Mathijs Wagenaar e Marieke van Altena. Alcuni anni fa, Wagenaar ha provato a organizzare una gara gravel nella stessa regione, aveva contattato la Royal Dutch Cycling Union (KNWU), la federazione nazionale dei Paesi Bassi, ma non ha mai avuto risposta. Lo scorso agosto Wagenaar ha fatto di nuovo richiesta, questa volta con una proposta ancora più grande: il campionato nazionale.

 

 

L'idea era quella di farla in stile USA, ma nei Paesi Bassi il gravel è diverso dalla versione statunitense per motivi geografici e culturali. Gli Stati Uniti sono vasti e le strade sterrate predominano nelle aree rurali e poco popolate, gli americani sono abituati a lunghe distanze e ampi spazi aperti. Il traffico, o la chiusura delle strade per evitarlo, è raramente un problema. 

 

Van Altena sentito dal sito velonews.com ha affermato: "Vorremmo che potesse essere come negli Stati Uniti, ma hai molto più spazio e strade: noi siamo un paese piccolo. Se vuoi organizzare una gara di ciclismo su strada o gravel hai problemi con i permessi governativi. C'è molta foresta qui, ma alcuni dei pezzi sono di proprietari privati, altri del governo, quindi ci sono molti permessi di cui hai bisogno. Se ci sono molti blocchi stradali in gara, la polizia deve essere coinvolta".

 

 

Per ottenere l'approvazione della gara dalla KNWU, van Altena e Wagenaar hanno dovuto scendere a compromessi e farla svolgere su un circuito di 7,5 km. Sebbene definirla una gara gravel non sia ciò a cui i graveller negli Stati Uniti sono abituati, van Altena ha detto che la gara non sarebbe stata possibile altrimenti. In termini di regole la KNWU ha preso in prestito il regolamento dalle corse su spiaggia tipiche olandesi, un'altra disciplina di nicchia. Fondamentalmente, i ciclisti dovevano essere su bici da strada o gravel (senza manubrio dritto in pratica) ed essere autosufficienti in caso di guasto meccanico. "Nessuna regola stupida, solo le regole normali", ha detto.

 

COSA SI PUÒ  IMPARARE DA QUESTO PRIMO CAMPIONATO NAZIONALE GRAVEL?

Naturalmente, come ci si poteva aspettare la gara ha riscosso successo, ma il format ha invece alzato non poche polemiche. Soprattutto le critiche sono arrivate per aver portato la disciplina un tempo di nicchia al livello formalmente inquadrato nei regolamenti UCI. Il gravel è esperienza, solitudine, relax, scoperta, perdersi e ritrovarsi. Perché dovrebbe essere una gara?

 


Gli organizzatori della NK Gravel rispondono così: "Mi fanno sempre un po' ridere tutti quelli che dicono questo, se controlli Strava, vanno sempre veloci in tutti i loro "tour relax" gravel. Stanno sempre pedalando "alla morte". Allora perché dicono questo? A tutti piace andare veloci. Penso che non puoi fermare il cambiamento, non puoi fermare questo sviluppo del gravel. Non bisogna combatterlo, ma unirsi al cambiamento. Poi puoi farlo con una buona legislazione, buone regole, in sicurezza, e poi divertirti".

 

 

COSA PENSIAMO A PIANETAMTB.IT

Noi a PianeetaMTB.it pensiamo che sia giusto che il gravel trovi anche uno sbocco nel mondo delle gare, l'importante è che abbia una sua identità e non un compromesso per renderlo simile a qualcos'altro e sfruttare il suo successo in questo momento. Gare lunghe, durissime e in autosufficienza: Unbound Gravel o addirittura Badlands quello verso cui si dovrebbe andare. 

 

Foto ©fietsbenen

 

 

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