TEST SPECIALIZED EPIC WORLD CUP 2023, FINALMENTE UNA FULL DA GARA CON CUI DIVERTIRSI

Abbiamo provato la nuova Specialized Epic World Cup sui sentieri attorno a Banyoles, quelli dove ha colto la prima vittoria ufficiale con Haley Batten. Cosa ci è piaciuto? Che finalmente una bici da gara sia facile e permissiva anche per chi non guida da pro.

Specialized ha la capacità (o la fortuna) di far coincidere l'uscita delle sue Epic con le vittorie dei suoi rider ufficiali Tutto era iniziato con Christoph Sauser in Val di Sole, ma è successo anche con la nuova Epic World Cup, visto che alla prima uscita "con la calza" della nuova bicicletta Haley Batten, ha trionfato sul tracciato di Banyoles.

 

Specialized S-Works Epic World Cup


Il giorno dopo anche noi eravamo sugli stessi sentieri, quelli di una Spagna che ci ha accolto con la neve e il febbraio più freddo di sempre, proprio per provare la nuova Specialized Epic World Cup.

 

VIDEO TEST

 

ERA ANCORA UN SEGRETO

Ammettiamo che quando abbiamo visto per la prima volta la Specialized Epic World Cup siamo rimasti stupiti.

 

Test Specialized Epic World Cup

 

Un po' perché ancora non si erano viste immagini in rete e un po' perché ci aspettavamo una 120 millimetri. Invece ci siamo trovati di fronte a una full suspended da 75 mm di travel posteriore senza il sistema Brain, 110 all'anteriore ma con forcella Brain, ma soprattutto abbiamo guardato con sospetto il reggisella fisso, visto che ormai pensavamo che non ne avremmo più visto uno su una full da gara.

 

 

Durante i 3 giorni di test abbiamo provato sia la versione S-Works sia la versione Pro, ma soprattutto sia in taglia Medium, che in taglia Large. Questo perché, essendo il nostro tester a metà tra le due taglie, abbiamo voluto avere un'idea precisa di quale fosse più adatta alla nostra statura e stile di guida.

 

 

Inoltre parlando con Peter Denk, lo sviluppatore del telaio, per la nostra statura e con il nuovo manubrio Roval Control SL integrato con backsweep di 8° , che andava ad accorciare un po' il reach siamo giunti alla conclusione che la taglia M sarebbe stata più compatibile.

 

 

Spoiler: per i nostri 177 cm e sella a 74.5 cm la taglia su cui ci siamo trovati meglio è stata proprio la M.

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I SEGRETI DELLA NUOVA SPECIALIZED EPIC

Prima di continuare nella lettura del test della Specialized Epic World Cup vi consigliamo di leggere il nostro articolo di presentazione in cui spieghiamo anche come lavora il nuovo ammortizzatore RockShox SID Deluxe WCID.

 

 

 

SETTAGGIO E PRIME PEDALATE

Sulla Specialized Epic World Cup, grazie all'ammortizzatore RockShox SIDLuxe WCID, si può variare il set up della sospensione in modo molto facile. Gli americani definiscono "Gulp" (come un'inspirazione velocissima d'aria) questi punti di settaggio che vanno a rendere l'ammortizzatore più o meno rigido nella sua prima parte di corsa, quindi potremmo dire più o meno "bloccato", per usare un termine molto amato in Italia, ma non prettamente corretto in questo caso, perché non c'è nessun sistema di blocco della sospensione.

 

 

I set up da pre impostare, sono tre: uno con sag "dolce" e un comportamento attivo, chiamato Full Gulp, un setup intermedio che offre una via di mezzo tra sensibilità ed efficienza, l'Half Gulp e un setup da gara, molto fermo, che permette di pedalare come su una hardtail dove l'ammortizzatore lavora solo quando prende "colpi" di una certa entità dal terreno, il No Gulp.

 

 

Per settarli è davvero semplice, il procedimento è più o meno lo stesso di fare il sag a un ammortizzatore, con la sola differenza che si deve comprimere il mono fino alla linea bianca sullo stelo che contraddistingue Half Gulp oppure quella del Full Gulp.

 

 

 

Noi da buoni "amatoracci" italiani abbiamo subito fatto settare la nostra Epic World Cup S-Works in No Gulp, il set up più fermo e siamo partiti come fossimo in una GranFondo.

 

 

Il fondo ben battuto e la prima lunga salita hanno subito messo in luce il fatto che questa nuova Epic World Cup è davvero molto vicina a una Hardtail. Il carro praticamente non si muove, non ha bobbing e permette davvero di trasferire alla grande la potenza dai pedali alla ruota posteriore. La rigidità dello snodo e dell'anteriore fa schizzare la bicicletta in avanti ogni volta che ci si alza sui pedali, non si sente la minima flessione del telaio e si comprende che è una pura MTB da gara, senza compromessi.

 

IN DISCESA... NIENTE PAURA

Più si avvicinava lo scollinamento più iniziavamo a sudare freddo. Se la Specialized Epic World Cup era così rigida e cattiva in salita, in discesa sarebbe stata molto nervosa e senza il telescopico ci vedevamo già prendere le misure del terreno alla prima parte tecnica.

 

 

Davanti a noi i ragazzi di Specialized facevano l'andatura e il nostro orgoglio, ma anche la bici che "ringhiava", ci faceva tenere le loro ruote come fossimo in gara. Attacchiamo la discesa con decisione e... incredibilmente la Specialized Epic si rivela molto più controllabile di quanto ci aspettassimo. Intuitiva, pulita, secca, ma non nervosa, molto facile da buttare dentro le curve e soprattutto, anche sul tecnico vero, il reggisella fisso non ci ha davvero limitato, riuscivamo a guidare con tranquillità.

 

 

Il sistema di sospensione lavora davvero bene, molto rigido in pedalata, ma ben fluido in discesa. Non si ha il colpo secco e il "ritardo" nell'apertura del Brain. Non si ha una sensibilità elevatissima sulle piccole asperità, ma non è quello che si cerca da una bicicletta racing pura, però in 3 giorni di uscite a 250 watt medi normalizzati (la Epic World Cup ha il powermeter di serie), non abbiamo mai sofferto di mal di mani o braccia e mai sentito il bisogno di cambiare setup per ammorbidire la bici.

 

HALF GULP E FULL GULP

Siccome eravamo a Girona con Specialized per provare la Epic World Cup e il suo nuovo sistema, quindi benché non ne sentissimo il bisogno, abbiamo variato più volte l'impostazione dell'ammortizzatore girando sia in Half Gulp sia in Full Gulp.

 

 

Il cambiamento più grosso che abbiamo avvertito è stato proprio nella prima parte di corsa, con la sospensione che diventava più sensibile alle piccole asperità, aumentando anche il comfort della bicicletta. Molto positivo è il fatto che é in Half Gulp, ma soprattutto in Full Gulp la Epic non perdeva in efficienza di pedalata come succedeva un po' quando si apriva tutti il registro del Brain.


La Specialized Epic WC mantiene un carattere sempre molto sostenuto, cedendo pochissimo al bobbing anche in Full Gulp, ma in questo caso guadagnando in sensibilità e comfort. Cambiare l'impostazione permette di adattare la bici alla tipologia di terreno o anche di mood del giorno: se si vuole essere più racing e cattivi via di No Gulp, ma se si vuole fare l'uscita rilassata o la lunga girata in montagna allora Full Gulp e non viene quella voglia assurda di prendere tutte le salite a 400 Watt... solo a 350!

 

 

VELOCE, MA NON ESTREMA

La Specialized Epic WC ha una geometria piuttosto moderna, ma assolutamente non estrema: angolo da 66.5°, piantone da 74.5° e Reach da 440 mm in taglia M e proprio questo carattere non estremo, fanno sì che non sia una MTB da guidare sempre in maniera aggressiva, cosa che aiuta chi non ha una tecnica da professionista.

 

 

Anche se si entra un po' arretrati nelle curve la bici aiuta a tenere la traiettoria, non c'è sempre bisogno di caricare l'anteriore come se si volesse mordere la gomma, cosa che in altre top bike da gara serve fare per non trovarsi disarcionati.


Questa sicurezza in sella naturalmente fa guidare più rilassati e di conseguenza si va anche più veloci in discesa, ma anche in salita, visto che permette di passare gli ostacoli con facilità e mantenendo sempre un corretto colpo di pedale.

 

 

Da vera bicicletta racing, la Specialized Epic World Cup, più la velocità sia alza più sembra diventare controllabile e stabile, merito anche del BB Drop davvero basso (57 mm) che la tiene incollata a terra. Fortunatamente il sistema di sospensione è super-sostenuto e quindi in praticamente nessuna occasione, anche tra le rocce, ci siamo trovati a toccare terra con il pedale.

 

 

TAGLIA M OPPURE L?

Abbiamo anticipato il fatto di aver provato entrambe le taglie, sia la M sia la L proprio perché per conformazione fisica siamo spesso a cavallo tra le due nella scelta. Nei due giorni di prova però dobbiamo dire che ci siamo trovati molto più a nostro agio sulla M, ci ha dato maggiore confidenza nella guida, ci sentivamo più padroni della bicicletta e non la bicicletta che guidava noi.

 

 

Una delle cose che ci è piaciuta davvero tanto è stato il manubrio Roval Control SL, uno dei più comodi e precisi provati finora, abbiamo apprezzato il backsweep che tiene i polsi un po' più scarichi e li affatica meno. Una piccola cosa, ma che potrebbe dare grande piacere a chi fa gare sulle lunghe distanze.

 

DAVVERO KILLER OF THE HARDTAIL?

Specialized dice che la nuova Epic WC è la "Killer delle Hardtail" perché gli amanti dei frontini una volta provata questa MTB non vorranno mai più tornare indietro. Personalmente riteniamo che sia comunque più vicina come comportamento e divertimento a una full suspended vera e propria, anche se poi quando la si spinge in salita, il fatto che pesi solo 9.5 Kg e che sia reattiva come la corda di un'arpa la avvicinano molto a una front.

 


La vera differenza è che nel 90% dei casi delle front da gara la parola divertimento non rientra nello spettro descrittivo, con la Epic WC invece quella parola è una delle prime che mettiamo in elenco.

 

A CHI LA CONSIGLIAMO

La Specialized Epic World Cup è una bicicletta da gara, per quanto permissiva e comoda rimane una race machine pura, quindi è sicuramente indirizzata a chi vuole gareggiare ogni domenica, sia con il numero attaccato al manubrio, sia senza, ma contro sé stesso o l'infernale classifica di Strava. La vediamo molto come sostituta naturale della Epic col Brain, mentre per chi è indeciso tra racing e chill ride rimane consigliata la Epic Evo da 120 millimetri.

 

 

COSA CAMBIEREMMO?

Nonostante si guidi molto bene anche con il reggisella fisso, se dovessimo sceglierla come bicicletta personale la prima cosa che faremmo appena tolta dalla scatola è quella di mettere un reggisella telescopico. D'altronde se lo usa Hailey Batten, perché noi no?

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