Recovery boots: Cosa sono e perché li usano i top rider

Ultimamente sempre più spesso sui social network (Instagram stories) si notano top rider stranieri (Emily Batty, Maxime Marotte, Jeremia Bishop, Maja Wloszczowska etc) che dopo la gara o l'allenamento postano una fotografia dove li si vede sdraiati sul letto indossando strani oggetti che ricoprono loro le gambe, si intuisce che si tratta di qualche diavoleria. Oggi vi spieghiamo di cosa si tratta.

 

 

Vengono chiamati Recovery Boots (stivali da recupero). Questi ultimi sono suddivisi in compartimenti pressurizzati, si indossano e attraverso un sistema di compressione pneumatica dinamica che attraverso una pressione sulle vene, facilitano la circolazione del sangue ed il recupero muscolare dopo sforzi anaerobici intensi.

 

 

La pressione dell'aria inizia dai piedi e sale progressivamente fino alla parte alta dello "stivale", il tutto per un periodo di tempo variabile da 10 a 30 minuti, gestito attraverso un apposito apparecchio. Si può anche selezionare l'uso solo su parti specifiche degli arti: piede, caviglia, polpaccio, ginocchio e coscia.

 

Insomma le squadre e i rider di alto livello sono alla costante ricerca di tutti i sistemi per migliorare i risultati alle gare.

 

 

Le aziende più note a produrli sono basate negli Stati Uniti, per quanto riguarda i prezzi si parte da versioni economiche da 400 dollari fino ad arrivare a 1.500 dollari. Dal momento che si devono adattare alle esigenze di numerosi sport, ci sono versioni specifiche anche per le braccia.

 

 

Tecnologicamente non si tratta di prodotti nuovi, come spesso accade si scopre che un prodotto che risolve un serio problema sanitario (trombosi venosa) può dare benefici anche in ambito sportivo.

 

 

Se siete interessati vi segnaliamo alcuni link di aziende produttrici:

 

AIR RELAX: air-relax.com/

COMPEX: www.compex.com/it

ELEVATED LEGS: elevatedlegs.com/

NORMATEC: www.normatecrecovery.com/

RAPID REBOOT: rapidreboot.com/

 

 

 

Photo ©NormaTec - ©Rapid Reboot

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