Il tema del salsicciotto, o più correttamente chiamato inserto, divide o ciclisti: c'è chi non ne vuole sapere e chi non tornerebbe mai indietro. In questo 2025, complice un utilizzo intensissimo della hardtail Orbea Alma, ci siamo ritrovati a usarlo praticamente sempre, soprattutto al posteriore.

Non per moda, ma per necessità reale sul campo. Tra trazione, protezione del cerchio e guida più rilassata, l'inserto - se scelto e usato con criterio - ha senso. E in inverno, secondo noi, ancora di più.
PERCHÉ USIAMO IL SALSICCIOTTO (QUASI) SEMPRE AL POSTERIORE
La nostra scuola è piuttosto chiara: il salsicciotto ha senso soprattutto dietro. È lì che si concentrano la maggior parte delle botte secche, delle pizzicature e dei colpi al cerchio. Su hardtail e gravel poi, il motivo è ancora più evidente: meno escursione vuol dire più stress sulla ruota posteriore.
Inserire un inserto permette di abbassare la pressione senza ansia. E pressione più bassa, su queste bici, significa più trazione in salita, più comfort e una guida meno nervosa sui fondi sconnessi. Non è solo una questione di forature, ma proprio di controllo.

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IL PAC EVO LITE ANDREANI: QUELLO CHE ABBIAMO USATO DI PIÙ
Durante l'anno abbiamo utilizzato quasi sempre il Pac Evo Lite Andreani, soprattutto in ambito cross country e gravel. Tirato fuori dalla ruota dopo mesi di utilizzo, l'inserto mostrava una bella legnata - di quelle che ci si ricorda perfettamente quando succedono - ma nel complesso era ancora in buona forma.

Ha assorbito il colpo, ha fatto il suo lavoro e soprattutto ha salvato cerchio e uscita. Ha ovviamente "mangiato" un po' di liquido sigillante, cosa normale, ma non in maniera eccessiva. Noi cerchiamo comunque di rabboccare spesso, almeno una volta al mese, perché l'inserto cambia un po' le dinamiche interne della gomma.

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IN INVERNO IL SALSICCIOTTO HA ANCORA PIÙ SENSO
Con l'arrivo dell'inverno, per noi il salsicciotto diventa quasi obbligatorio. Terreni sporchi, foglie ovunque, linee mai pulite e visibilità zero su quello che c'è sotto la ruota. Le botte secche contro rocce, radici o tronchi nascosti sono all'ordine del giorno.

In queste condizioni, un inserto al posteriore è una sorta di assicurazione. Non ti rende invincibile, ma ti permette di guidare più sereno quando il terreno è una trappola continua.
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E SULL'ENDURO? DIPENDE, MA PUÒ FARE LA DIFFERENZA
Fin qui abbiamo parlato soprattutto di cross country e gravel, ovvero gli ambiti dove lo usiamo di più. Ma anche sull'enduro il discorso cambia solo in parte. Sulla nostra enduro, ad esempio, il componente più importante che mettiamo nella ruota posteriore è il Pac Evo Lite HD.
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È un inserto leggero, non lontano per peso da quelli XC, ma pensato specificamente per gomme da enduro e decisamente più protettivo. Qui entra in gioco lo stile di guida e nel mondo gravity se si usano gomme con carcassa DH, l'inserto può diventare ridondante. Ma con coperture più leggere, avere qualcosa che protegge il cerchio quando si entra forte nei rock garden - tipo Madonna della Guardia o Ingegnere a Finale Ligure - può salvare davvero la giornata.
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©Nicola Damonte
SALSICCIOTTO SÌ O NO? DIPENDE DA COME PEDALI
Alla fine non esiste una risposta universale. Dipende da come si guida, da dove si guida, dalle gomme che si usano e dal tipo di bici. Noi, dopo un anno intenso con una hardtail, siamo chiaramente dalla parte del "sì, ma con criterio", soprattutto al posteriore.
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