Il manubrio lo teniamo in mano tutti, ma in pochi sanno sceglierlo davvero bene e gli danno la giusta importanza. In realtà la combo manubrio + attacco manubrio, unita sotto l'inglesismo "cockpit", è davvero importante e scegliere quello errato può ripercuotersi notevolmente sulla guida della MTB.
SCEGLIERE IL GIUSTO MANUBRIO
La scelta del manubrio è molto importante perché può influenzare notevolmente il comfort, il controllo e le prestazioni complessive della bici.
Scegliere il manubrio corretto è una questione di esperienza, spesso la cosa migliore da fare è effettuare una visita biomeccanica e un posizionamento in sella per trovare la giusta posizione e di conseguenza identificare la forma, la lunghezza, backsweep, upsweep e rise.
Parole che forse vi hanno già confuso... proprio per andare a spiegare ognuno di essi, in questo articolo esploreremo tutto ciò che c'è da sapere sui manubri da mountain bike, dai materiali alle dimensioni, passando per le preferenze più comuni, ma anche le mode, di noi biker. Non vogliamo dirvi quale scegliere, non è il nostro lavoro, ma darvi gli strumenti per capire qual è quello migliore per voi.
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CARBONIO O ALLUMINIO?
I manubri per mountain bike sono generalmente realizzati in due materiali principali: carbonio e alluminio. Esistono anche manubri in titanio, ma sono molto rari e appartengono a una categoria a sé stante. La scelta tra carbonio e alluminio dipende da vari fattori, su tutti il prezzo e il peso. In generale i manubri in alluminio sono più economici ma anche più pesanti, mentre quelli in carbonio sono più costosi ma più leggeri.
Il carbonio offre una maggiore possibilità di personalizzazione da parte del produttore in termini di comfort e rigidità, migliorando la qualità della guida e l'assorbimento delle vibrazioni.
Non tutti i manubri in carbonio sono più comodi, perché ci sono manubri pensati per l'agonismo che risultano più rigidi di quelli in alluminio, così come ci sono tecnologie, come il VibroCore di Spank, che rendono un manubrio in alluminio molto confortevole, anche più di un manubrio in fibra.
La vera differenza sta nel prezzo: un manubrio in carbonio può costare intorno ai 150 euro, fino a anche 400 per quelli integrati, mentre un manubrio in alluminio varia tra i 50 e i 120 euro.
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LARGHEZZA
La larghezza del manubrio è un altro aspetto cruciale che può influenzare notevolmente il controllo della bici. I manubri sono diventati più larghi nel tempo, influenzati anche dal motocross, per offrire un maggiore controllo, specialmente a velocità elevate e su terreni accidentati.
La larghezza tipica dei manubri moderni varia da 740 a 820 mm, con 760 e 780 mm che sono le dimensioni più comuni.
La scelta della larghezza dipende dalla preferenza personale e dalle dimensioni del corpo del ciclista. Un manubrio più largo offre una maggiore leva, migliorando la stabilità e il controllo, soprattutto in discesa e su terreni tecnici, per questo nelle discipline gravity si usano larghezze ampie tra i 760 e gli 800 millimetri.
Tuttavia, un manubrio troppo largo può portare a una posizione più affaticante in salita, per questo nel XCO e XCM si prediligono manubri da 760 o 740mm, inoltre un manubrio largo può essere ingombrante, soprattutto su sentieri stretti tra gli alberi.
Importante è che il manubrio non vada ad allargare troppo le braccia lasciando sempre un angolo del gomito che permette all'articolazione di lavorare bene e non caricare troppo i polsi.
Inoltre la larghezza del manubrio influisce anche sulla lunghezza dell'attacco perché più si allarga il manubrio più il busto del rider avanza e spesso questo richiede anche di modificare la lunghezza dell'attacco.
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RISE
Il Rise è la misura dal centro dell'attacco manubrio fino al centro delle manopole, quindi quanto in alto si trovano le manopole rispetto all'attacco.
Per il cross country, generalmente si utilizza un rise da 0 a 20 mm, spesso con manubri dritti e con attacchi negativi, per favorire un bilanciamento dei pesi più sull'anteriore, un maggiore controllo durante le salite tecniche e una posizione aggressiva che migliora la spinta sui pedali.
Nel trail e nell'enduro normalmente si sceglie un rise di 20-25 mm, poiché offre una posizione di guida più eretta, migliorando il comfort durante le lunghe pedalate e la sicurezza nelle discese.
Per il downhill, il rise può arrivare fino a 30-40 mm per mantenere una posizione centrale quando la bici è inclinata verso il basso, addirittura ultimamente si vede Dakota Norton gareggiare in DH con un manubrio con rise da 75 mm.
UPSWEEP E BACKSWEEP
L'upsweep è l'angolo con cui le estremità del manubrio si alzano vicino alle manopole. Un upsweep di 5 gradi è comune e favorisce una posizione più aggressiva, con i gomiti verso l'alto e all'esterno, ideale per la guida aggressiva su trail ed enduro.
Se l'upsweep è troppo elevato, può causare affaticamento, mentre un angolo troppo basso può essere scomodo per le lunghe pedalate.
Il backsweep è l'angolo con cui il manubrio si curva all'indietro verso il biker. Un backsweep di 7-9 gradi è comune per adattarsi alla naturale posizione dei polsi.
Tuttavia, esistono manubri con backsweep più aggressivi (12-16 gradi) per chi cerca un comfort specifico, come il nuovo integrato Roval Control SL o l'SQ-Lab. È importante trovare il giusto angolo per evitare dolori a polsi, gomiti o spalle.
DIAMETRO
Il diametro della parte centrale del manubrio, che corrisponde anche al diametro dell'attacco manubrio, è generalmente di due misure: 31.8 mm o 35 mm.
Il diametro di 35 mm è una novità degli ultimi anni, progettato per rendere i manubri più leggeri e rigidi, generalmente utilizzata in trail ed enduro.
Tuttavia, alcuni biker preferiscono ancora il diametro di 31.8 mm per la maggiore conformità e flessibilità, che può ridurre l'affaticamento delle mani durante lunghe sessioni di guida, come nel caso delle lunghe marathon.
Molto interessante è il sistema Vibrocore di Spank Industries, una tecnologia sviluppata per migliorare il comfort e l prestazioni durante la guida.
Si tratta di un sistema di smorzamento delle vibrazioni integrato all'interno di componenti come manubri e cerchi, progettato per ridurre l'affaticamento del ciclista e migliorare il controllo della bici su terreni difficili. Il cuore del sistema è un materiale espanso a bassa densità inserito all'interno del componente che va a smorzare le vibrazioni che arrivano dal terreno.
PREFERENZE COMUNI
Le preferenze dei ciclisti variano, ma alcuni standard emergono chiaramente. La combinazione di 8 gradi di back sweep e 5 gradi di up sweep è la più comune. Per quanto riguarda il diametro, i manubri da 35 mm sono più comuni nelle biciclette di fascia alta, mentre i 31.8 mm rimangono popolari per il loro comfort.
La larghezza più comune è di 780 mm, ma varia a seconda delle esigenze personali e dello stile di guida. I ciclisti più alti o quelli che praticano downhill potrebbero preferire manubri più larghi (800mm), mentre quelli orientati al cross-country potrebbero optare per larghezze minori (760mm).
MANUBRIO INTEGRATO SÌ, MANUBRIO INTEGRATO NO?
Negli ultimi anni i manubri integrati in carbonio, ovvero quei cockpit che in un pezzo unico unisco manubrio e attacco manubrio, hanno iniziato a essere sempre più utilizzati.
Non solo nel mondo del XCO, ma anche su alcuni modelli da trail riding.
Il vantaggio degli integrati è sicuramente la leggerezza, un aumento di rigidità e una migliore estetica generale della bicicletta.
Tuttavia il problema principale dei cockpit integrati è la loro mancanza di regolabilità. Quando si pedala, ci sono tre punti di contatto critici: la sella, i pedali e il manubrio. Proprio come non esiste una sella o una scarpa adatta a tutti, non esiste una forma di manubrio universalmente adatta.
I cockpit integrati spesso vengono offerti in una gamma limitata di lunghezze di attacco e soprattutto di inclinazione, una volta scelti, la forma e la posizione del manubrio sono fisse. Questa rigidità può essere problematica se la curvatura o la portata non sono perfettamente adatte al ciclista.
Questa mancanza di flessibilità può essere un inconveniente significativo. Alcuni marchi stanno iniziando a riconoscere questi problemi e stanno sviluppando sistemi integrati che consentono un certo grado di regolabilità. Tuttavia, queste soluzioni non sono ancora diffuse.
In conclusione, sebbene i cockpit integrati siano estremamente attraenti e diano alla mtb un look fantastico, oltre ad offrire benefici prestazionali, sono carenti in praticità e regolabilità.
Per la maggior parte dei ciclisti, la possibilità di perfezionare facilmente e a basso costo la posizione in sella, soprattutto se non si è particolarmente flessibili, dovrebbe avere la precedenza.