TEST ABUS STORMCHASER: IL CASCO ULTRA LEGGERO PER GRAVEL E XCO CHE USA ANCHE SEEWALD

ABUS presenta una gamma di caschi ampia abbastanza da poter soddisfare ogni tipologia di ciclista. Con il nuovo Stormchaser però l'azienda tedesca è riuscita a dare vita a un casco altamente versatile che potenzialmente può soddisfare molte categorie. Lo Stormchaser ha un peso e una linea che lo configurano come prodotto per tutte le discipline pedalate in cui non si lascia nulla al caso, neanche il peso.

 

Test casco ABUS Stormchaser

 

Con Stormchaser però ABUS ha voluto inserire nella sua gamma un prodotto dalle qualità elevate ma dal prezzo contenuto e colorazioni che ispirano tanto gravel. Per dirla tutta lo Stormchaser è il casco che un rider come il campione del mondo marathon Andreas Seewald ha utilizzato nelle roventi tappe della Cape Epic.

 

Photo ©Canyon Northwave MTB Team

 

PARLIAMO DELLA STRUTTURA

Lo Stormchaser nella gamma di ABUS è il casco utile per tutte le attività pedalate in cui è richiesta aerodinamica, peso e ventilazione per rimanere in sella a lungo senza percepire un eccessivo surriscaldamento in testa. È realizzato con la tecnologia a stampo "In-Mold" attraverso la fusione di EPS e la calotta che invece è realizzata in policarbonato.

 

Test casco ABUS Stormchaser

 

Lo Stormchaser utilizza una tecnologia che offre la miglior ventilazione possibile in fase di pedalata, con un sistema che si chiama Forced Air Cooling. Questa tecnologia ovviamente fa riferimento alla ventilazione interna, che sfrutta una serie di canali sapientemente realizzati proprio nello strato dell'EPS, in questo modo l'aria si incanala in maniera precisa, pervade la superficie della testa dando un sollievo alla cute in ogni suo punto.

 

VENTILAZIONE

Abbiamo appena parlato della tecnologia Forced Air Cooling, che dipende strettamente da quella che è la struttura interna dello Stormchaser, l'aria sfrutta questi canali per diffondersi, ma questo modello è anche uno di quelli con il più alto numero di porte di accesso e uscita dell'aria.

 

Test casco ABUS Stormchaser

 

Dopo l'Airbreacker, che ha 11 accessi e 14 estrattori, lo Stormchaser rappresenta un altro dei caschi più aperti nella gamma ABUS con ben 7 punti di accesso e 16 punti di estrazione. Tra questi nella parte anteriore è presente anche il doppio alloggio per le aste degli occhiali da riporre comodamente. Un elemento utile soprattutto quando si parte per lunghe escursioni in ambiente misto o nelle gare con molta salita quali possono essere le marathon.

 

Test casco ABUS Stormchaser

 

VESTIBILITÀ

L'azienda tedesca tiene particolarmente a creare caschi che abbiano una perfetta vestibilità e che siano anche indossabili da chiunque. Lo Stormchaser basa la sua regolazione su un sistema a semi-anello con un rotore posteriore di piccole dimensioni che regola appunto le due linguette dagli infiniti scatti. Lo Zoom Ace Urban è il sistema di regolazione che permette di adattare al meglio questo modello per conferire stabilità al casco una volta indossato.

 


Lo Stormchaser però è un casco che può essere indossato comodamente anche da chi tiene capelli raccolti o a coda di cavallo, nonché a treccia. Il sistema Zoom Ace Urban è in una posizione che offre quindi spazio per permettere il passaggio dei capelli raccolti tra la calotta e la ghiera di regolazione.

 

VERSIONI E DISPONIBILITÀ, BEN 22 VARIANTI COLORE

Tra i punti forti dello Stormchaser vi è, oltre che un'adattabilità aperta a diverse tipologie di rider, è presente anche un'interessante gamma di colori con ben 22 varianti, alcuni dei quali molto sgargianti e perfetti per il mondo gravel. Tre taglie S (51-55 cm), M (54-58), L (59-61).

 

 

PREZZO

Anche il prezzo dello Stormchaser è davvero interessante. Nel catalogo ABUS, questo modello è presente in un'unica versione, quella presentata qui che ha un prezzo dall'alto potenziale. Superando di poco i 145,95 euro rappresenta un modello dall'ottimo rapporto qualità/prezzo.

 

Test casco ABUS Stormchaser

 

QUANTO PESA

L'ABUS Stormchaser ha fatto segnare sulla nostra bilancia un peso di 226 grammi in taglia M.

 

 

TEST DELL'ABUS STORMCHASER

Abbiamo avuto modo di utilizzare l'ABUS Stormchaser in diverse occasioni, testandolo a lungo nel corso degli ultimi mesi. Le colorazioni in cui ci è arrivato sono denominate Light Grey e Tech Orange, uno dalla finitura lucida (quello con dettagli arancio) e l'altro opaco, entrambi a primo sguardo ci hanno fatto esprimere in maniera perentoria: quanto è gravel.

 

Test casco ABUS Stormchaser

Photo ©Mirror Media - B.C.A.

 

In realtà poi sono state molto di più le occasioni in cui abbiamo utilizzato lo Stormchaser con biciclette da cross country e marathon per diverse ore di impiego in occasione di gare come quella della GF Castello di Monteriggioni e alcuni altri test prodotti come in occasione del lancio della Lapierre XR 2022, occasioni quindi diverse per capire al meglio il comportamento di questo casco su tipologie di terreno diverse. La taglia usata per i test è una M.

 

Test casco ABUS Stormchaser

Photo ©Alex Luise

 

PRIMA IMPRESSIONE

Oltre al colore che ci ha lasciato a bocca aperta, lo Stormchaser ci ha da subito stupito per quel che è la percezione del peso una volta preso tra le mani. Non lo avevamo ancora posizionato sulla bilancia ma avevamo già capito che era molto leggero. Molte delle scelte intraprese da ABUS per questo modello hanno consentito di pensare a un modello davvero leggero.

 

 

Non è infatti presente il sistema MIPS o altri sistemi di prevenzione come il Quin di cui Abus è proprietaria. Per un modello con MIPS bisogna spostarsi sull'Aventor, mentre il più simile a Stormchaser con sistema Quin è il Viantor, o lo stesso Aventor. Sulla parte posteriore si notano grandi aperture da cui l'aria calda può facilmente defluire, ma anche estesi elementi rifrangenti per una maggiore visibilità quando si attraversa il traffico della città.

 

 

LEGGEREZZA

Abbiamo avuto a mani nude l'impressione che lo Stormchaser fosse leggero, ma analizzando le sue caratteristiche si capisce anche come ABUS sia riuscita a mantenere basso questo valore. I cinturini di chiusura, per esempio, sono cuciti tra loro creando un triangolo intorno alle orecchie che non può essere regolato. Anche la chiusura è realizzata con il più classico dei sistemi in plastica. Inoltre, l'assenza del MIPS permette di contenere ulteriormente il peso.

 

 

VESTIBILITÀ

Purtroppo, non abbiamo abbastanza capelli per provare il sistema di passaggio della coda di cavallo, ma lo spazio posteriore che distanzia il rotore dalla calotta che a noi non servito, può essere regolato, avvicinando appunto la ghiera alla struttura dello Stormchaser.

 

 

Una linguetta dentata con numerosi clic offre la possibilità di regolare in maniera verticale il semi anello e noi lo abbiamo portato leggermente più su. Il rotore è molto facile da utilizzare, basta ruotare in uno dei due sensi per stringere o allentare, ma la struttura a semi anello una volta stretto al punto giusto rende la calzata buona e stabile. La taglia M ci è risultata giusta e personalmente non abbiamo sentito la mancanza di un regolatore laterale dei lacci che sullo Stormchaser sono fissi.

 

IL TEST

Il peso dello Stormchaser fa in modo che una volta indossato ci si dimentichi di averlo in testa, forse è anche per la presenza di numerose aperture su tutta la superficie che offrono sollievo anche dopo diverse ore in sella. Abbiamo fatto con lo Stormchaser sia una gara come la GF Castello di Monteriggioni, che percorsi più tecnici e dalle lunghezze diverse dei vari tratti.

 

 

In occasione della marathon toscana abbiamo capito perché uno degli atleti come Andreas Seewald avesse scelto questo modello per una gara come la Cape Epic, anche in un clima molto caldo e dopo più di tre ore ad alta intensità, non abbiamo mai sentito calore intenso sul cranio. Abbiamo però avuto come la percezione che molto più sudore del solito ci scendesse sugli occhiali, una conseguenza delle lunghe salite ma anche di un'imbottitura forse poco assorbente per marathon con salite lunghe e basse velocità.


La forma dello Stormchaser però ha una linea particolarmente affusolata che a chi è abituato a strutture più tondeggianti soprattutto sull'anteriore può fare strano. Il casco è ben bilanciato, l'assenza di pesi aggiuntivi consente di avere lo Stormchaser nella stessa posizione anche dopo discese tecniche come quelle che abbiamo affrontato a Finale Ligure in sella alla Lapierre XR.

 

Photo ©Alex Luise

 

Proprio lì i più attenti avranno notato che abbiamo posizionato le aste degli occhiali in un momento di inutilizzo negli AirPort ossia gli intagli anteriori per il fissaggio degli occhiali, ci è capitato però anche di dimenticarli in quella posizione durante il riding e a meno che voi non facciate discese molto rotte, rimangono nella stessa posizione.

 

Photo ©Alex Luise


Si tratta di un casco leggero e aerodinamico che secondo noi si sposa perfettamente con la pratica delle marathon ma anche dei cross country perché le fascette laterali cucite tra loro non danno quel fastidio tipico degli elementi aggiuntivi in plastica per le regolazioni laterali. Lo Stormchaser è un casco anche molto silenzioso, nei tratti tecnici di discesa oltre ad essersi mosso veramente in maniera limitata, ha creato anche pochissimo rumore che spesso si può percepire con sistemi con MIPS per esempio.

 

Photo ©Alex Luise

 

Per noi è il casco da gravel oltre che per lo stile inconfondibile, anche per una forma molto contenuta e prese d'aria ben distribuite. Uno degli aspetti che ci piace di più di questo modello è il livello di copertura, perché per essere molto racing come forme, ABUS ha dotato lo Stormchaser di una calotta che dietro alle orecchie si abbassa molto per coprire la zona occipitale, lo si può osservare a occhio nudo, ma il livello di protezione in questa zona si sente anche a casco indossato e pochi competitor hanno una forma di questo tipo, secondo noi fondamentale.

 

Photo ©Alex Luise

 

COSA CAMBIEREMMO

Durante le diverse giornate di riding abbiamo sentito la struttura in eps molto vicina alla cute per cui aggiungeremo forse qualche grammo di imbottitura anche per assorbire meglio anche il sudore. Non cambieremo mai la vasta ed estroversa gamma di colori perché rendono unico lo Stormchaser. Essendo un modello da alte velocità pensiamo anche che ABUS potrebbe pensare a una versione con MIPS.

 

INFO 

www.abus.com/it

 

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