Leonardo Paez, leggenda senza tempo: bronzo mondiale a Verbier

Il fuoriclasse colombiano di Soudal-Lee Cougan International Team torna sul podio iridato a 43 anni. Tra le montagne del Vallese ha scritto un nuovo capitolo della sua leggenda conquistando la medaglia di bronzo al Campionato del Mondo Marathon 2025.

Soudal-Lee Cougan International Team e la Colombia festeggiano un risultato di enorme prestigio: Leonardo Paez ha conquistato la medaglia di bronzo al Campionato del Mondo Marathon, disputato sabato a Verbier, in Svizzera.


A 43 anni, con 18 mondiali alle spalle, il due volte Campione del Mondo colombiano ha riportato indietro il tempo fino a quel podio del 2018 ad Auronzo di Cadore, preludio dei due titoli iridati che sarebbero arrivati nel 2019 e 2020. Sei anni dopo, su un percorso maestoso e crudele, Paez ha saputo ancora una volta imporsi tra i migliori del pianeta, in una delle prove più iconiche e dure di sempre.

I 125 km e i 5.025 metri di dislivello tra Verbier e Grimentz hanno offerto uno scenario epico, un palcoscenico che esige rispetto e regala gloria solo ai più forti.  Con il prototipo della nuova front di Lee Cougan, già vittoriosa una settimana prima alla Kronplatz King Marathon, Paez è rimasto in lizza per la vittoria fino alle ultime rampe.
Nella fase decisiva, una sosta forzata per lubrificare la catena e la fatica sul temuto Pas de Lonas hanno impedito l'aggancio al duo di testa, ma il colombiano ha saputo stringere i denti e conquistare un bronzo che vale oro.

 

A 43 anni, con 18 mondiali alle spalle Leonardo Paez è medaglia di bronzo al Campionato Moandiale Marathon


"È stata una gara durissima, me lo aspettavo che fosse così" - ha dichiarato Paez - "Mi ero preparato molto bene e sono rimasto davanti fino all'ultima salita dove ci aspettava l'ostacolo più grande della giornata. Ho perso contatto, anche per un problema alla catena e sul pendio ghiaioso del Pas de Lonas da fare a piedi ho sentito la fatica di una gara estremamente dura e non sono riuscito a chiudere il gap. Sono un pò dispiaciuto perché puntavo a un'altra vittoria, ma porto a casa una medaglia che conta tantissimo.
Ringrazio la squadra per il supporto e Lee Cougan per darmi sempre un mezzo di altissimo livello. Questa medaglia ha un sapore speciale, è un'altra gemma da aggiungere alla mia collezione".


Cherchi, una rimonta che vale il miglior mondiale

Se Paez ha acceso i riflettori con il bronzo, anche Dario Cherchi ha vissuto un mondiale di rilievo, chiuso al 20° posto assoluto.
La sua corsa sembrava finita già nella prima discesa, penalizzato da un caduta di un corridore che ha bloccato metà gruppo che lo ha relegato nelle retrovie con tre minuti di ritardo.  Ma da quel momento è iniziata una rimonta caparbia dalla 45ª posizione, un viaggio di fatica e orgoglio che lo ha portato fino al 20° posto assoluto, miglior risultato della sua carriera iridata.

"Venivo da un ottimo periodo di allenamento a Livigno e sapevo di avere una delle migliori condizioni di sempre" - ha spiegato Cherchi - "Purtroppo la gara si è complicata subito e mi sono ritrovato lontano dalle posizioni che contano. Ho recuperato tanto e il 20° posto resta il mio miglior mondiale, ma le sensazioni mi dicono che potevo stare più avanti. Questo mi dà motivazioni per le prossime gare dove spero di rifarmi".

 

Leonardo Paez, leggenda senza tempo: bronzo mondiale a Verbier

 

Mairhofer  e Morath: forza nelle difficoltà

Il mondiale non ha sorriso alle donne del team, ma la loro prova racconta di coraggio, resistenza e grande spirito combattivo.

Sandra Mairhofer ha dovuto convivere fin dai primi chilometri con problemi di stomaco che le hanno impedito di esprimere il suo vero valore. Ha chiuso comunque al 18° posto assoluto, una posizione che non rispecchia la sua preparazione ma testimonia la sua forza di volontà. 

"Non è andata per niente come volevo. Ero pronta, la condizione c'era ma non sono riuscita a gestire l'alimentazione e ho dovuto stringere i denti fino alla fine. Sono molto delusa perché puntavo a un risultato migliore, ma porto con me la consapevolezza che la preparazione per questo mondiale è stata quella giusta".

Per Adelheid Morath, Campionessa Europea in carica, è stata una lotta contro il corpo. Sintomi febbrili già dalla vigilia hanno reso la sua gara una salita interminabile. Nonostante una giornata di grandi difficoltà fisiche, la tedesca ha onorato il mondiale concludendo al 26° posto assoluto, più per orgoglio che per risultato.

"È stata una lotta con me stessa dall'inizio alla fine, una delle giornate più dure della mia carriera. Avevo lavorato tanto per questa gara e avevo grandi aspettative, ma il fisico non ha risposto. Già all'inizio, alla prima salita mi sentivo orribile e l'intera gara è stata una lotta con me stessa e sicuramente una grande delusione.  Ho lavorato molto per questa giornata ed ero contenta dei progressi che ho fatto nel mio ritiro di allenamento in alta quota, la squadra ha lavorato molto per darmi il miglior supporto, quindi avevo almeno un obiettivo in mente: raggiungere il traguardo, ovviamente completamente lontano dal mio livello. E' difficile da accettare una giornata così nera al Campionato del Mondo, sono felice almeno di aver visto Leo sul podio, se lo merita pienamente".

Photo Credits - Ivan Corridori - Soudal-Lee Cougan

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