PIDCOCK FA LO SPACCONE, MA SE N1NO NON AVESSE BUCATO SAREBBE STATA UN’ALTRA STORIA?

La gara di Coppa del Mondo di cross country a Nove Mesto di domenica ci ha permesso di osservare uno degli scenari di gara più imprevedibili degli ultimi tempi. Le forature sono state il leitmotiv della terza prova di Coppa del Mondo 2022, alcuni dei più attesi si sono interfacciati con questo tipo di guasto tecnico come Maxime Marotte, Filippo Colombo e il plateale avvenimento che ha colpito Nino Schurter. Tutto ciò ha dato carta bianca a Thomas Pidcock per gestire una gara che è stata avvolta da un'enorme incertezza fino al rettilineo conclusivo.

 

Photo ©Bartek Wolinski - Red Bull 

 

Alla fine della gara Pidcock è sembrato fortemente insoddisfatto della sua prestazione e nelle dichiarazioni finali si è forse spinto un po' oltre, dichiarando che non stava bene e che aveva avuto problemi alla bici, facendo pensare che in altre condizioni avrebbe potuto vincere con una gamba sola (tutti ricordano l'azione con cui nel 2021 ha salutato un certo Mathieu Van der Poel), forse non riconoscendo il valore delle performance di Dascalu e Schurter e sottovalutando quelli che potevano essere i risvolti da cui sarebbe potuto rimanere ancora più infelice.

 

Photo ©Bartek Wolinski - Red Bull 

 

Queste sono le dichiarazioni: «È stata una gara difficile, non mi sentivo bene non riuscivo a spingere e imprimere il mio ritmo per spezzare il gruppo inoltre ho anche avuto problemi con la bici per tutto il tempo. Vlad (Dascalu ndr) è stato molto veloce nell'ultimo giro ma sapevo che se fossi riuscito a chiudere i gap su Vlad, avrei potuto vincere. Nella mia testa avevo una gara diversa, pensavo a una prova come la scorsa settimana con un attacco secco ma è stata molto strana, ci siamo guardati e studiati a lungo. Mi è piaciuto vincere con questa folla qui».

 

Photo ©Bartek Wolinski - Red Bull 

 

 

Di fatto l'inglese non è riuscito, come accaduto in numerosi dei suoi successi fuoristrada, a fare la differenza sulle salite creando probabilmente anche un certo disagio nel fenomeno britannico, abituato a vedere il gruppo sgretolarsi come risultato delle sue accelerazioni.


Quello di ieri è stato un Pidcock dai connotati più umani, quelli a cui lui stesso non è abituato. Un atleta che ha voluto giustificare un successo colto sull'ultimo rettilineo, quindi nell'ultima delle occasioni sfruttabili e con un risvolto non previsto da lui stesso, con sensazioni non perfette e una bici che non andava come voleva (non è voluto scendere nel dettaglio dei problemi tecnici).

 

Photo ©Bartek Wolinski - Red Bull

 

Per apprezzare la vittoria avrebbe voluto forse staccare tutti in salita come fatto la settimana scorsa ad Albstadt, oppure ai Giochi Olimpici di Tokyo, non aveva però quella superiorità dei giorni migliori, oltre ad essere stato baciato dalla fortuna. Nino Schurter guidava il gruppo nel momento della foratura, è stata la locomotiva che ha imposto in tutta la prima metà di gara un ritmo che non ha mai permesso a nessuno di emergere e creare il gap.

 


Dopo la foratura di Nino, guasto che gli è costato 1' di ritardo, anche davanti il ritmo è calato, con un settimo giro in cui Pidcock e Dascalu (nel gruppetto di testa), hanno girato con il 26° e 27° tempo, proprio quando Schurter continuava a far segnare i migliori, 1° tempo del sesto giro con 10'26" e 1° tempo del settimo giro con 10'28".

 

Photo ©Bartek Wolinski - Red Bull

 

Inoltre, bisogna considerare altri due aspetti, da una parte l'esperienza dello svizzero che se fosse stato fresco nell'ultima tornata avrebbe provato un attacco nel momento più opportuno, come al campionato del mondo 2021 e poi quello che se Schurter fosse stato davanti nel pieno delle energie, inserito nella stessa dinamica di arrivo, avrebbe costituito un elemento aggiuntivo al trenino che si è giocato la volata, con la conseguenza quindi di allungare tempi e spazi.

 

Pidcock avrebbe dovuto nella stessa distanza dal traguardo, saltare non uno ma ben due atleti. Se Schurter avrebbe vinto non lo sappiamo, ma le carte del mazzo a disposizione di Schurter sono sempre di più di quanto chiunque possa aspettarsi.

 

Per capire a fondo il fenomeno l'inglese bisognerebbe vederlo alla fine di una stagione intera in MTB.

 

 

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