Alla Hero Südtirol Dolomites c'erano anche i novelli sposi

Selva di Val Gardena (BZ): Hanno fatto conoscere al mondo il massiccio del Sella in ogni sua angolazione; la "H" ha vestito migliaia di persone in magliette, cappellini, felpe e tatoo; la famigerata salita dell'Ornella è ormai consolidato metro di giudizio delle pendenze proibitive. Un evento che fa il sold out di iscrizioni in tempi record. Per il decimo anno, Gerhard Vanzi e il suo staff, supportato da 500 volontari, ha centrato il bersaglio e regalato ai 4019 bikers e alle loro famiglie giunti da ogni parte di Italia e del mondo, un evento senza sbavature.

 

Una macchina organizzativa degna del termine Hero e vanto dei territori delle Dolomiti, patrimonio dell'Umanità UNESCO. Val Gardena, Alta Badia, Val di Fassa e Alpe di Siusi non hanno più segreti per gli amanti della mtb di tutto il mondo, che hanno potuto solcare di persona i sentieri, oppure ne hanno potuto ammirare le bellezze in TV. Sì perchè la gara viene trasmessa in diretta in ben 67 paesi, grazie alle riprese combinate da elicottero e dalle e-bike in corsa.

 


In 10 anni, sono stati 30.213 i partecipanti alle Hero (23.006 finishers), in rappresentanza di 57 nazioni e 5 continenti: nell'edizione del decennale spiccavano Stati Uniti, Brasile, Messico, Cile, Colombia, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda e Giappone.

 

Chi ha già fatto la Hero ci ritorna e chi non l'ha mai fatta la sogna, come un bimbo sogna di andara a Disneyland, come sottolineato da Mirko, un ragazzo marchigiano che durante una riparazione lungo il percorso ha dichiarato "io faccio già granfondo, quindi per me venire qua rappresenta il massimo della sfida".

 

Salendo a Pralongià ci siamo imbattuti in Cristiana, una ragazza cuneese che si misurava sul percorso lungo, che dice "Non sono molto allenata, ho circa mille chilometri in allenamento, tutti percorsi su strada. Il mio obiettivo è finirla, impiegando tutto il tempo che serve".

 

 

La Hero non si propone solo come gara di mtb e come sfida personale, ma ha anche un elevatissimo valore sociale; numerossime le coppie o gruppi di amici sul percorso: pedalano insieme, si aspettano ai ristori, condividono l'adrenalina, la fatica, i momenti di crisi e soddisfazione col compagno di allenamenti o l'amico delle tante uscite sulle montagne di casa.

 

Poi c'è chi alla Hero si sposa! E' la storia di Alessandro e Alessandra, due giovani ragazzi di Savona. Il sindaco di Selva di Val Gardena li ha sposati proprio il giorno prima della gara, scherzando ha poi dichiarato alla stampa: "Meno male che li ho sposati oggi, perchè domani non so se sarebbero riusciti a consumare".

 


I due ragazzi savonesi, coi rispettivi testimoni, dopo la cerimonia han sfilato lungo il  villaggio Hero per festeggiare il loro grande giorno. "Abbiamo deciso così, all'improvviso, non abbiamo invitato nessuno, siamo solo noi e i nostri testimoni". "Il sindaco è stato un grande, una persona disponibile e simpaticissima". E il giorno successivo, lo sposo è salito in sella al suo secondo amore, la Mtb, ed ha affrontato il percorso lungo, forse un po' appesantito dai festeggiamenti ma sicuramente con il cuore più leggero.

 

È praticamente impossibile vedere arrivare a Selva di Val Gardena un aspirante Hero da solo. Questa è spesso l'occasione di una gradevola vacanza in famiglia o di uno spensierato week end tra amici. Perchè qui tutti ci vogliono venire, anche chi odia la MTB, perchè tutto il contorno è veramente eccezionale. Ce n'è per tutta la famiglia: dalla Hero Kids del venerdì, alla Womens Lounge, spettacoli, aree relax, il tutto con il maestoso gruppo del Sella sullo sfondo. E poi la domenica quando gli Heroes, liberi dal peso della gara, con medaglia al collo e maglietta in bella vista, si lasciano andare in spensierate escursioni a piedi ed in bici. A tal proposito, sono sempre di più le donne che possono pedalare con gli uomini più allenati grazie alle e-bike.

 

Riguardo la gara, forse andremo contro corrente, ma dopo aver intervistato diversi bikers, durante e fuori gara, siamo giunti ad una conclusione: la Hero è una delle pochissime gare dove si lanciano allo sbaraglio un gran numero di bikers con scarsissimo allenamento. E con scarsissimo allenamento intendiamo meno di 500 km da gennaio, in alcuni casi molti meno. Ma molti di loro riescono a conquistare la medaglia di finisher.

 


Questo fenomeno si spiega analizzando alcuni capolavori organizzativi che mettono gli iscritti nelle condizioni ottimali per portare a termine la loro impresa. Partenza molto presto, cancelli orari ampi, ristori fornitissimi con il meglio per ricaricare le "batterie", servizio meccanico, 500 volontari sparsi sul percorso, panorami mozzafiato che fanno passare in secondo piano la fatica. E poi la conformazione del percorso, molto lento per le salite ripide, dove la differenza tra chi procede in bici e chi affronta buona parte delle salite a piedi, non è molta. Non per niente un'azienda come Vibram, storica produttrice di suole per scarpe, è entrata come sponsor della gara. Perchè in questi dieci anni, di suole i bikers ne hanno consumate tantissime, soprattutto sull'Ornella.


Ma ovviamente tutto ciò non basta, spetta agli Hero metterci grinta, cuore, determinazione, sudore e fatica per raggiungere quel traguardo tanto sospirato, e lasciarsi andare alla gioia e alle emozioni.

 

 

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