La Cape Epic di Alban Lakata e Karl Platt è stata un'edizione da dimenticare

La fotografia che ha postata oggi su Instagram Alban Lakata prima di lasciare il Sudafrica ci è piaciuta perchè sembra rappresentare il suo stato d'animo. L'anno scorso quando la corse per l'ultima volta con la maglia del team Canyon Topeak, insieme a Kristian Hynek concluse la Cape Epic al secondo posto a soli 9 minuti e 38 secondi dai vincitori Jaroslav Kulhavy e Howard Grotts.

 

 

Un anno dopo, alla soglia dei 40 anni l'ha ricorda con una nuova divisa quella del team Bulls, la squadra tedesca che gli ha permesso di poter correre ancora ad alto livello, dopo la chiusura del team Canyon.

 

Ha pedalato nel team Bulls Legends insieme a Karl Platt, il 41enne tedesco che è riuscito a vincere la Cape Epic per quattro volte, nel 2007, 2009, 2010 e l'ultima dopo sei anni, nel 2016 con lo svizzero Urs Huber. Quell'edizione Samuele Porro e Damiano Ferraro la conclusero sul terzo gradino del podio. Fu l'ultima edizione prima dell'arrivo degli specialisti del cross country che hanno cambiato l'anima della Cape Epic. Ora si va a tutta fin dal primo metro e chi ha un motore diesel come l'austriaco e il tedesco, soffre. Loro sono top rider che escono quando le gare durano più di 4 ore.

 

 

Quest'anno per i Bulls Legends è stato un disastro, dodicesimi a 1 ora 15 minuti e 18 secondi da Nino Schurter e Lars Forster. Eppure l'inizio non era stato male, lunedì nella prima tappa di quasi 100 chilometri si erano difesi bene, finendola in terza posizione a soli 4 minuti dagli Scott SRAM.

 

Ma da martedì in poi (quel giorno Platt ha bucato) non sono più riusciti a trovare il giusto colpo di pedale e la luce si è spenta.

 

Loro potrebbero dire e a ragione, che non ci sono più le corse di una volta, ma ai top rider del cross country non si può proibire la partecipazione alla Cape Epic. Con N1NO & Company lo spettacolo è assicurato.

 

 

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