TOM PIDCOCK IS THE KING: DOPO TOKIO, ORA È CAMPIONE DEL MONDO DI MOUNTAIN BIKE

Tante polemiche inutili, MVDP out nel giro di lancio, Peter Sagan 63°. I maestri della mtb le hanno suonate sin dal primo giro e Tom Pidcock ci ha regalato un altro grande spettacolo dei suoi, rientrando su Nino e staccando tutti (con problemi meccanici svelati a fine gara) per vincere e alzare lo scettro a casa sua. Gaze rientra a gran ritmo e finisce secondo. Nino senza limiti è bronzo. Luca braidot 7°

Peebles (Scozia): Oggi pomeriggio, sabato 12 agosto, alle 16:30 italiane, le 15:30 nella foresta di Glentress, è iniziata la sfida finale ai mega campionati del mondo di ciclismo, quelli di Glasgow 2023.

 

©UCI

 

I mondiali di mountain bike più chiacchierati della storia per una serie di circostanze, stradisti e rider hanno corso insieme in Scozia, Mathieu Van der Poel ha vinto il suo primo mondiale su strada e sei giorni dopo ha corso anche quello con la mountain bike. Inoltre a mettere ancora pepe sul piatto c'è stato anche Peter Sagan che ha corso giovedì nello Short Track e anche lui oggi era in griglia.

 

 

Proprio la griglia venerdì sera ha fatto scoppiare la bomba, quando l'associazione corridori di mountain bike ha saputo che oggi MVDP e Sagan invece che partire in ultima fila, sarebbero scattati dalla quinta, ha scritto una vibrata protesta all'UCI. «È fantastico avere grandi nomi di diverse discipline nel nostro sport e non vediamo l'ora di correre contro di loro, ma non siamo contenti di come l'UCI stia trattando la nostra disciplina cambiando le regole un giorno prima della gara.»

 

 

Era già successo per lo Short Track e si è ripetuto con la prova XCO. L'UCI per lo spettacolo ed accendere i riflettori sull'offroad ha fatto carte false per dare una mano a Peter Sagan e Van der Poel entrambi senza punti.

 

In questo contesto, sapendo che le donne avevano corso sotto la pioggia e con in gara anche il campione olimpico Tom Pidcock, si è svolta l'ultima gara di cross country, la elite maschile, quella con N1NO Schurter, campione del mondo in carica, che correva senza pressioni, avendo battuto tutti i record della storia della disciplina.

 

©BMC MTB Racing team

 

L'Italia guidata da Mirko Celestino schierava i gemelli Luca e Daniele Braidot, Nadir Colledani e Juri Zanotti.

 

LA GARA DI MVDP DURA UN ATTIMO, CADUTA BANALE IN CURVA

Non si è concluso neanche il giro di lancio che su una curva a destra dello start loop che si immette sul rettilineo di partenza e arrivo e c'è subito una caduta di Mathieu Van der Poel, per intenderci la curva in cui c'è stato il contatto tra Pidcock e Schwarzbauer.

 

 

MVDP scivola con l'anteriore cadendo rovinosamente a terra impattando, con il volto, il ginocchio e la spalla, sullo stesso lato della caduta della prova in linea su strada che ha vinto domenica scorsa. L'olandese è rimasto a lungo a terra toccandosi il ginocchio, per lui una gara in cui arrivava con grandi ambizioni finisce al giro di lancio, una caduta ambigua in cui il gruppo era allungato ma in maniera composta, per questo potrebbe essere stato un problema meccanico oppure un errore umano.

 

 

SI APRE LA SFIDA TRA GLI SPECIALISTI?

"Poche storie e menare", gli specialisti hanno subito composto un gruppetto allungato e guidato da una coppia franco-svizzera con il campione del mondo 2019 Jordan Sarrou e il 10 volte campione del mondo Nino Schurter, accodati a questa coppia si sono subito posizionati Hatherly, Blums, De Froidmont, Luca Schwarzbauer e il nostro Luca Braidot, immediatamente pronto a inserirsi nella migliore selezione. Peter Sagan 45° alla fine del primo giro.

 

©FCI Michele Mondini


Fuori dai giochi anche David Valero che lo scorso anno al mondiale di Les Gets aveva fatto il diavolo a quattro concludendo poi secondo, per lui un problema meccanico non gli ha dato possibilità di giocarsi le carte. Al secondo giro è il sudafricano Alan Hatherly si è lanciato in un attacco sulla salita principale portando via una selezione contenutissima con Nino Schurter e Sarrou.

 

©BMC MTB Racing team

 

PIDCOCK CERCA DI RISALIRE

Abbiamo visto far cose a Pidcock per cui nei dizionari attualmente non esistono aggettivi consoni, che l'aggiornamento della norma della startlist gli ha cambiato veramente poco, e dalla quinta fila, dopo 3 giri il campione olimpico si è attaccato al gruppetto di testa recuperando nei primi due giri i 13" di svantaggio che aveva accumulato. Sulla sua ruota riusciva in quel momento a posizionarsi inizialmente Luca Braidot. Pidcock dimostrava un grande motore e condizione ma davanti nel frattempo il terzetto accelera nuovamente pilotato da Nino Schurter.

Pidders ha continuato per tutta la prima metà di gara a fare l'elastico, allontanandosi e avvicinandosi ai leader di gara rimanendo incollato a Nino e Hatherly, sicuramente tra i tre è sembrato quello più al limite.

 

©British Cycling

 

NINO LIMITLESS

A metà della gara regina Nino, che è il padrone di casa del cross country anche nella foresta di Glentress è ancora il riferimento assoluto della categoria, ma non si vuole mettere tutto sulle spalle e dopo aver visto che nessuno tra Sarrou e Hatherly collabora per non far rientrare Pidcock, si rialza, lasciando agli altri il compito di rilanciare l'azione. I compagni di fuga lo guardano ma non collaborano e Nino con la sua grande astuzia sceglie la B line sulla discesa finale, più lunga della A line, per andarsi ad accodare al gruppetto di testa e osservare da vicino Tom Pidcock proprio a sua ruota. Ora tutti sappiamo come farsi sorpassare senza farsi sorpassare...

 

 

Al giro di boa della gara, Nino si rimette in testa, ha smesso di studiare gli avversari e ripassa all'azione con un'accelerazione impressionante in mezzo al bosco nei tornanti prima del rettilineo più ripido del percorso, un'accelerazione disarmante che sembra quella decisiva. 

 

UN GRUPPO INSEGUE MA NESSUNO ENTRA

Durante tutta la gara fino alla seconda metà di gara, un gruppo con grossi nomi, come il campione europeo Vlad Dascalu, Sam Gaze, Koretzky, Griot, Blums e Sarrou che è stato rimangiato da questo gruppo. Questo gruppo non è mai entrato realmente in lotta davanti con i tre più forti, con 22 secondi (al 5° giro) di ritardo che hanno cercato a lungo di ricucire. Da questo gruppo vengono droppati sia Sarrou che Luca Braidot a 41" dalla testa. E Peter Sagan? 58° a 2 minuti e 46 secondi.

 

©UCI MTB

 

IL FINALE INFUOCATO

A due giri dalla conclusione, Tom Pidcock risale fino alla prima posizione, portando a compimento un'azione vera, mettendo tra sé e Nino Schurter qualche metro nel pezzo più duro del tracciato mettendo in dubbio una possibile azione decisiva di Nino Schurter che prendeva qualche secondo di svantaggio da Pidders.

 

©UCI MTB

 

Thomas Pidcock metteva in grande crisi il dieci volte campione del mondo. Il fuoriclasse svizzero ha preso 11 secondi di ritardo dal campione olimpico. Schurter ha cercato immediatamente di gestire quel distacco rifiatando, ma nel frattempo arrivava l'attacco da dietro di Gaze che cercava di agganciarsi a Nino per giocarsi l'argento, una prova in cui Nino non è riuscito a imporre la sua legge ma in cui ha dato ancora una volta la dimostrazione di una classe infinita giocandosi l'ennesima medaglia in una prova mondiale di cross country.

 

GAZE PER UNA MEDAGLIA

Nel corso del settimo giro il kiwi Sam Gaze riesce a scollarsi di dosso il peso del gruppetto inseguitore, il campione del mondo XCC in sella alla sua Canyon Lux con un reggisella fisso è andato a riprendere Nino con un gran ritmo, infliggendo qualche metro allo svizzero sul pezzo più ripido della salita lunga.

 

©UCI MTB

 

Il neozelandese, che l'anno scorso aveva subito una brutta caduta durante l'XCO, è tornato ai massimi livelli e si è messo a menare come un fabbro riportando all'ultimo giro il suo svantaggio a 12", una caccia impossibile per l'oro ma di certo un grande ritorno del kiwi con un ritmo folle nell'ultima fase di gara.

 

DOPPIA CORONA PER PIDCOCK

È il folletto di Leeds a vincere questo campionato del mondo cross country, il profeta in patria, Tom Pidcock, raddoppia il titolo, vincendo dopo i Giochi Olimpici di Tokyo, anche il titolo iridato in Scozia. Il quarto nella storia della mountain bike a ottenere questi due successi.

 

©UCI MTB

 

Pidders partiva senza ombra di dubbio tra i favoriti di questa prova, un altro successo di un atleta in sella a una Pinarello, dopo Pauline Ferrand Prevot, ma per Pidcock sfruttando la biammortizzata.

 

©UCI MTB

 

«È un grande sollievo vincere qui. Appena ho attaccato continuava a saltarmi il cambio e non riuscivo ad andare forte, stavo pensando di fermarmi per stringere il posteriore o continuare, non riuscivo a impegnarmi al massimo e mi sono stressato un sacco. Il ritmo era alto ma non ero io, erano gli altri ad averlo tenuto alto (ironizza nda) e infatti ho fatto una grande fatica a rientrare sulla testa del gruppo. È stata una gara veramente dura ma dopo l'anno scorso sapevo che il mondiale è un altro livello rispetto alla Coppa del Mondo».

 

©British Cycling

 

Secondo posto per la Nuova Zelanda che grazie alla spettacolare rimonta porta a 3 le medaglie in questo mondiale. Per Sam Gaze sono due, oro nello Short Track, argento oggi. 19 secondi tra il kiwi e l'inglese, terzo a 34 secondi N1NO, a 37 nani ancora sul pezzo.

 

©UCI MTB

 

GLI ITALIANI

Dopo quella delle donne, anche nella prova maschile le prestazioni azzurre sono state in chiaroscuro, con la nazionale che si è affidata nuovamente a Luca Braidot da subito nel primo gruppo inseguitore, fino a metà gara, è stato uno dei più costanti in quel gruppo, arrivando 7° sul traguardo con 1'41" da Tom Pidcock. 

 

«Sono un po' deluso, la gara era molto veloce, al secondo giro ho avuto un piccolo problema tecnico, sapevo di avere una grande condizione e ho cercato di mantenere la settima posizione. Ci sono ancora quattro prove di Coppa del Mondo e spero di dimostrare lì il mio livello. Rispetto alle polemiche è un onore secondo me che atleti come Pidcock e Van der Poel partecipino a gare con noi, difficile capire la modifica di UCI a 24 ore dalla gara ma io sono molto orgoglioso della loro presenza».

 

©FCI Michele Mondini

 

Secondo migliore degli italiani è stato proprio il gemello di Luca, Daniele che ha concluso 18° senza riuscire in nessun momento a entrare nella top 15. «Sono un po' deluso, l'obiettivo era di arrivare nei 10, però non è male quindi va bene così. La corsa è stata velocissima, dove partivi rimanevi, era difficile recuperare, bisognava avere una gran gamba per andare avanti. La prima parte era molto tecnica e si poteva recuperare un pochino in discesa, la seconda parte era invece un ciclocross, continui rilanci.»

 

©FCI Michele Mondini

 

Bella gara per il giovane Juri Zanotti che ha finito 22° che ha perso qualche posizione nell'ultimo giro. «Sembrava di essere dentro a una lavatrice, mi sono mancati gli ultimi 10 minuti di gara dove era necessario aprire veramente il gas. Davanti sono partiti davvero forte, alla fine del primo giro ho pensato che neanche nello short track eravamo andati così forte e sicuramente qualcuno voleva vendicarsi delle decisioni prese in favore degli stradisti e hanno voluto fare subito un ritmo esageratamente alto».

 

©FCI Michele Mondini

 

Problemi tecnici per Nadir Colledani che è rimasto attardato nelle prime fasi, affrontando una gara in recupero che lo ha riportato fino alla 26ª posizione. «Ho avuto un problema tecnico all'inizio della gara e mi sono dovuto fermare un attimo quindi ho perso un po' di tempo, ma poi ho fatto una buona rimonta, il ritmo era veramente alto e la gara mi è volata, quindi una TOP-30 speravo di più ma le gare vanno così e guardiamo avanti. Il ritmo è stato alto e partire dietro è sempre più difficile perché non si riesce a fare una gara regolare, ma poi il ritmo è stato buono e sono riuscito a recuperare abbastanza e sono contento della condizione. Guardiamo avanti.»

 

©FCI Michele Mondini

 

SAGAN?

Peter Sagan partito con il pettorale numero 104 da un contestatissima griglia ha chiuso il suo mondiale al 63° posto a 7 minuti e 14 secondi da Pidcock.

 

©Pipe Cano Photo

 

ORDINE D'ARRIVO

1 PIDCOCK Thomas | Gran Bretagna 1:22:09

2 GAZE Samuel | Nuova Zelanda +0:19

3 SCHURTER Nino | Svizzera +0:34

4 KORETZKY Victor | Francia +0:43

5 DASCALU Vlad | Romania +0:54

6 HATHERLY Alan | Sudafrica +1:07

7 BRAIDOT Luca +1:41

8 FORSTER Lars | Svizzera +1:45

9 SCHWARZBAUER Luca | Germania +1:52

10 COOPER Anton | Nuova Zelanda

 

20 BRAIDOT Daniele +3:07

25 ZANOTTI Juri +3:19

28 COLLEDANI Nadir +3:31 

 

63 SAGAN Peter +7:14

IL MEDAGLIERE

Francia 2 oro, 4 argento

Nuova Zelanda 2 oro, 1 argento

Gran Bretagna 2 oro, 2 bronzo

Svizzera 1 oro, 1 argento, 3 bronzo

Canada 1 oro, 1 argento, 1 bronzo

Danimarca 1 oro, 1 bronzo

Olanda 1 argento, 1 bronzo

Italia 1 argento

Repubblica Ceca 1 bronzo

 

 

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