A Nove Mesto un meccanico italiano ha utilizzato per la prima volta la telemetria su una Scott Spark. Ok non è un meccanico qualsiasi, è Nicola Bicelli, uno dei più promettenti meccanici di Coppa XC, uno che neanche ventenne ha già lavorato per team importanti come il Santa Cruz Rock Shox e adesso si trova a smanettare sulle bici di uno dei team di sviluppo tedeschi più forti il Lexware, quello in cui sono emersi Martin Vidaurre, David List e Luca Schwarzbauer.
Da Nove Mesto arrivano un sacco di contenuti in questi giorni di esordio della Coppa nel Vecchio Continente, ma tra quelli più interessanti, e tecnologici, ci sono le foto ci arrivano proprio dal paddock Lexware.
Il team utilizza una Scott Spark, l'unica del circus ad avere sospensioni SR Suntour a controllo elettronico, come quelle che utilizza Pidcock sulla sua Pinarello.
A COSA SERVE LA TELEMETRIA
Visto che ormai l'XC è davvero tecnologicamente avanzato, per settare al meglio le sospensioni in relazione al tracciato serve un raccolta dati. Nella maggior parte dei casi in MTB viene effettuata, soprattutto nella DH, attraverso la telemetria, con un sistema BYB, progettato in Italia, una serie di accelerometri e sensori lineari per acquisire dati di bilanciamento della bici.
Capire il SAG medio mentre si guida, la differenza di affondamento tra anteriore e posteriore ma anche di altezza della ruota anteriore rispetto alla posteriore e viceversa. Con la telemetria si analizza l'affondamento e anche il rebound.
L'analisi dei dati con la telemetria inizia il giorno stesso dell'arrivo sui tracciati di Coppa in questo caso da inizio settimana a Nove Mesto e si giunge fino al miglior compromesso, analizzando le condizioni del terreno (asciutto o bagnato), ma partendo anche da tarature della stagione precedente in condizioni simili.
Un processo più lungo e complicato rispetto a ciò che avviene in dh dove ad ogni discesa si possono analizzare i dati.
Questa è anche la prima volta però che viene impiegato un BYB su una Scott Spark. La genialità di Nicola sta nell'essere riuscito ad adattare quel sistema a una bici con ammortizzatore "coperto" come la Spark. Il meccanico ha dovuto realizzare degli adattatori specifici per fissare la strumentazione al telaio considerando la posizione dell'ammortizzatore, all'interno del telaio. Di solito infatti i sensori vengono montati proprio sulle due estremità della sospensione mentre nel caso della Spark Nicola ha collegato il fodero alto del carro con la parte fissa, vale a dire il tubo obliquo della Scott Spark.
Non è certo una rivoluzione, ma è davvero belle vedere un meccanico così giovane e soprattutto italiano che si applica al 110% nel suo lavoro e trova soluzioni innovative che potrebbero poi diventare uno standard in futuro.