TITICI e PianetaMTB.it sono legate da tanto tempo, basti pensare che per cercare un test di una delle biciclette in carbonio realizzate in Italia dobbiamo andare indietro fino al 2007, quando avevamo provato la prima FieltyNine.
Da allora abbiamo sempre seguito l'evoluzione dell'azienda mantovana. Siamo stati tra i primi a provare la nuova tecnologia Flexy applicata alla MTB full suspended e quindi anche noi nel nostro piccolo vogliamo festeggiare i 60 anni dell'azienda e fare gli auguri non solo ad Alberto e Matteo Pedrazzani, ma anche a tutti coloro (Trerè Innovation) che continuano a credere in un progetto che fonda le sue radici, ma anche il suo futuro, dell'innovazione e nell'anticonformismo Made in Italy.
MATTEO PEDRAZZANI CON IL CUORE CI RACCONTA I 60 ANNI DI TITICI
COME È INIZIATA
Il 22 dicembre 1961 ha inizio un'avventura tutta italiana. Una storia di artigianalità e innovazione, di coraggio, passione e ostinazione. In quel giorno, Alberto Pedrazzani posa la saldatrice e osserva il suo primo telaio: un triciclo per bambini. Non poteva ancora saperlo, ma a poche ore dal Natale stava nascendo TITICI. In Italia sono gli anni del boom economico dopo la Seconda Guerra Mondiale. Alberto Pedrazzani, classe 1937, lavora come apprendista in un'officina meccanica a Castelnuovo d'Asola, nella provincia mantovana.
Nella foto: Alberto Pedrazzani e il figlio Matteo.
«Un marchio di Milano cercava qualcuno che si occupasse della saldatura dei manubri dei tricicli» ricorda il fondatore di TITICI. «Quando l'ho saputo, ho cercato il marchio alla fiera di Milano e mi sono accordato con loro. Dai manubri siamo passati ai telai interi. Ho creato i primi tricicli e le prime biciclette per bambini».
L'INNOVAZIONE È NEL DNA DI FAMIGLIA
Alberto Pedrazzanni appassionato di metalmeccanica leggera è specializzato nella saldobrasatura, nella sua testa guarda al futuro questo lo porta a concentrarsi sempre su nuove soluzioni. È così che l'innovazione è diventata una delle caratteristiche anche della nuova creatura TITICI.
Anno 2008: Telaio TITICI Drago
«Ho preso la patente di operatore cinematografico, ho seguito corsi di specializzazione sui metalli e corsi di aerotecnica per comprendere le eliche e i motori elettrici. Frequentavo le fiere internazionali alla ricerca delle ultime innovazioni. Nel 1964 ho scoperto la saldatura elettrica e l'ho subito introdotta in azienda per aumentare la qualità e la resistenza dei telai. Studiavo i modelli degli altri marchi, non per copiarli, ma per sviluppare telai migliori e unici da lanciare sul mercato. L'obiettivo era vincere la concorrenza, soprattutto quella dei paesi asiatici, attraverso l'alta qualità e la costante innovazione. La motivazione spesso era anche pratica: garantirmi il modo di mantenere i miei cinque figli».
Expobici 2012: TITICI Fielty Seven
ROBOT, FUEGO AL RECORD DI UN MILIONE DI TELAI IN UN ANNO
Grazie alla saldatura robotizzata introdotta negli anni Ottanta viene incrementa la produttività, poi nella decade successiva l'azienda cambia nome. «Nel 1985, avevamo impresso questo nome sulle confezioni degli attrezzi per la riparazione delle camere d'aria. Nel 1995 è stato abbreviato in TITICI» ricorda Alberto Pedrazzani. Un nome che è l'abbreviazione di Tecno Telai Ciclo. È il periodo del boom, TITICI grazie alla grande richiesta di BMX e delle nuove mountain bike, raggiunge la produzione di un milione di telai all'anno, è tra i più grandi produttori europei di biciclette.
«Il modello a cui sono più affezionato è la Fuego» ha raccontato Pedrazzani. «Si tratta di un modello brevettato nei primi anni Ottanta con un sistema di sospensione a balestra assolutamente innovativo per l'epoca. Per realizzarlo mi sono ispirato alle sospensioni dei carri agricoli. L'idea alla base è che si possa ottenere un maggiore comfort di guida sfruttando la deformazione dei materiali. Un concetto che è stato approfondito negli ultimi anni da mio figlio Matteo portando alla creazione del sistema PAT, il tubo piatto e ultra-sottile diventato la firma di ogni telaio TITICI».
Foto del 2012: TITICI LGL Pro team
IL TESTIMONE PASSA AI FIGLI, DA PRODUZIONE DI MASSA A L'ATELIER DELLA BICICLETTA
Negli anni Duemila il figlio Matteo, con l'aiuto dei fratelli, ha preso il timone di TITICI cambiandone l'anima: dalla grande produzione di telai in serie alla realizzazione artigianale di telai in carbonio, rigorosamente Made in Italy, anzi come dice lui «Fatti a mano in Italia».
Matteo Pedrazzani è riuscito a trasforma il negozio di Castelnuovo d'Asola in un esclusivo atelier della bicicletta. Alle spalle aveva sempre papà Alberto prodigo di consigli.
Nel 2007 la grande innovazione, TITICI presenta per la prima volta in Italia la prima MTB da 29 pollici, la FieltyNine. All'inizio tutti erano scettici, era una moda che arrivava dagli Stati Uniti, la scelta però nel tempo si è rivelata azzeccata. Una nuova tendenza che è diventata la realtà di tutti i giorni. Ora tutte le mountain bike da cross country sono da 29 pollici.
Da sinistra: Giuseppe Bovo (Brand Manager TITICI), Alberto Pedrazzani, Matteo Pedrazzani (Product Manager TITICI) ed Elia Redini (Trerè Innovation) davanti alla storica sede di Castelnuovo d'Asola.
Nel 2017 TITICI ha fatto un ulteriore passo in avanti, fa parte del gruppo Trerè Innovation, una importante azienda mantovana che grazie alla sua rete commerciale ha aperto TITICI al mercato di tutto il mondo. «Vedo quello che il marchio TITICI è diventato e sono molto orgoglioso. Grazie a Trerè Innovation, un prodotto Made in Italy, artigianale e innovativo, può farsi conoscere in tutto il mondo, riscuotendo consenso e ammirazione.» ha concluso il fondatore Alberto Pedrazzani.
SPECIAL EDITION E NUOVO SHOW ROOM
TITICI per festeggiare il 60 anni di attività ha creato quest'anno la Vento Sessanta Anni, un'edizione speciale caratterizzata da una colorazione verde con cromature che ricordano le grafiche degli Anni 60. L'anno prossimo presso la sede di Asola è prevista l'apertura di nuovo show-room di 1000 metri quadrati, ospiterà l'intera collezione TITICI.
Photo ©Mattia Ragni