Specialized Fatboy: Essenzialità eccellente

C'è chi la chiama moda, chi rivoluzione, chi ancora semplice passatempo. Noi non ci siamo voluti lasciar influenzare e quando abbiamo visto la Specialized Fatboy  l'abbiamo chiamata semplicemente "bicicletta".

 

 

NESSUN PREGIUDIZIO

 

Qui a PianetaMountainBike siamo prevalentemente degli amanti delle granfondo e dell'XC, dei faticatori e dei corridori, cosí l'idea di testare quest'inverno due fatbike (l'altra è la KTM Macina Freeze a pedalata assistita) ci ha un poco spiazzato, ci ha fatto riflettere sul fatto che avremmo dovuto abbandonare tutti i pregiudizi che (ammettiamo) avevamo sulle "ciccione".

 

Eppure in questo inverno piuttosto povero di buona neve per allenarsi con gli sci da alpinismo, ma non abbastanza da lasciare puliti i sentieri su cui siamo soliti allenarci, abbiamo pensato di provare qualcosa di nuovo per rimanere in forma e per continuare ad alimentare il fuoco della passione a due ruote.

 

Proprio per questa ragione abbiamo pensato di metterci in sella alla Specialized Fatboy. Niente di super performante o di altissima gamma, ma una bicicletta concreta, che con un prezzo di listino di 1.990 euro rappresenta quello sfizio da biker che ci si potrebbe anche permettere, oppure la giusta porta d'ingresso nel mondo fatbike.

 

 

SPECIALIZED FATBOY: ESSENZIALITA' ECCELLENTE

 

Tecnicamente la Specialized Fatboy è estremamente semplice, una hardtail con telaio in lega M4, forcella rigida in carbonio FACT, tubo sterzo da 70.5 gradi e cerchi da 26", ma che montate con megacopertoni Ground Control Fat da 4.6" trasformano questa bicicletta in una 29er pura.

 

La geometria è tradizionale con foderi bassi da 455mm, questo porta a doverla guidare molto con il manubrio e meno con il corpo. La forcella rigida in carbonio aiuta a smorzare un po' le asperità del terreno, stancando meno le braccia e le mani e rende l'avantreno più preciso. Nei passaggi più stretti serve un pizzico di forza in più per farla rimanere in traiettoria, ma il lungo posteriore si dimostra davvero utile sulla neve e sulla sabbia, permettendo sempre una perfetta trazione anche nei tratti più ripidi, dove le gambe non faticano troppo a mulinare le pedivelle. (La Fatboy ha cambio SRAM X7, guarnitura Stout XC Pro con la monocorona 1x10 e cassetta 11-40t.)

 

 

ALLESTIMENTO

 

Telaio: In lega di alluminio M4, serie sterzo conica, post-mount disc dropouts

Forcella: Specialized FACT carbon, serie sterzo conica

Serie sterzo: 1-1/8" upper, 1-1/2" lower,

Comandi e cambio: SRAM X7 10 velocità

Cassetta: Sunrace 11-40

Guarnitura: Specialized Stout XC Pro, con corona da 28 denti

Freni: Tektro Gemini

Ruote: Specialized con cerchi Stout XC 90, larghi 90mm, hookless design, 32 fori, con mozzi da 135mm sull'anteriore e da 190 mm sul posteriore

Copertoni: Specialized Ground Control Fat, 120TPI, 26x4.6"

Attacco manubrio: Specialized Stout XC, 6° rise.
Manubrio: Specialized Stout, 9° backsweep, 5° upsweep, 15mm rise, 31.8mm

Reggisella: In alluminio, 2 viti, 12.5mm offset, 30.9mm

Sella: Body Geometry Henge Sport

 

 

 

 

SET UP

 

Con la Specialized FatBoy abbiamo pedalato per qualche tempo sui nostri abituali sentieri per prenderci la mano, per trovare il giusto setup e soprattutto capire quale sia la giusta pressione di questi enormi pneumatici da 4.5". Li abbiamo gonfiati a 1bar, sia all'anteriore sia al posteriore per avere un compromesso tra scorrevolezza, tenuta di strada e ammortizzazione.

 

 

SUI TERRENI DURI

 

Sui terreni duri ci è sembrato di tornare indietro di molti anni, quando le Mtb erano rigide e lunghe. La guida è fisica e molto ragionata, bisogna impostare bene le traiettorie e scegliere la linea con molto anticipo perché i cambi repentini e le correzioni all'ultimo sono davvero difficili da effettuare e richiedono parecchia forza di braccia. Se invece si guida puliti e ben impostati la bicicletta è fluida, le "ruotone" passano senza problemi sopra ogni cosa e le parole "rocce bagnate" o "radici viscide" perdono quasi del tutto di significato. La velocità non è mai troppo elevata, in salita per la mole e per la tipologia di pedalata, in discesa perchè la poca abitudine a questo tipo di bicicletta ci ha fatto tirare un po' i freni.

 

SUL SUO TERRENO NATURALE, LA NEVE

 

Quello che aspettavamo però era provare la Specialized FatBoy nel suo ambiente, ovvero immersa tra il candore della neve. Abbiamo atteso un po', ma finalmente una bella nevicata ci ha permesso di togliere dalla macchina sci e bastoncini e caricare la nostra fatbike. C'è poco da dire, ci si sente subito come dei bambini la mattina di Natale. Non si vede l'ora di lasciare la propria traccia nella neve.

 

 

I copertoni Specialized Ground Control Fat da 4.6" rivelano fin da subito un'ottima trazione. La neve non è altissima, uno strato di circa 10cm, fresca e secca, la condizione ideale. Le ruote "galleggiano" senza problemi e piano piano la velocità in pianura si alza, ci facciamo prendere un po' la mano: iniziano le derapate controllate (e le conseguenti divertenti cadute).

 

 

Il sentiero è qui sotto da qualche parte, ma non ce ne preoccupiamo troppo, con la FatBoy siamo noi a crearci la strada. Quando il terreno inizia a puntare verso l'alto capiamo che i pantaloni da sci indossati forse sono un po' troppo: abbiamo caldo. In salita si fatica, la trazione è buona soprattutto se la neve è leggermente battuta, ma dove inizia a superare i 10cm avanzare diventa piuttosto faticoso. Se poi la neve è bagnata (come quella primaverile) c'è poco da fare, anche una fatbike perde trazione e non rimane che spingere.

 

Scolliniamo, ora ci aspetta una bella discesa su un manto nevoso abbondante. Ci sembra di sciare, le curve sono ampie e spesso con il piede interno che si apre, ci si prende la mano e non mancano divertenti cadute, molto spesso cercate proprio dal nostro istinto di bambini.

 

 

In questo contesto i freni Tektro Gemini idraulici con dischi da 160 hanno dimostrato una buona potenza, ma difettano un poco nella modulabilità, anche se l'uso a cui sono destinati non richiede certo staccate al limite o una guida aggressiva. L'unico vero neo è che non appena si inumidiscono diventano piuttosto rumorosi e per una bicicletta pensata per la neve questo può rappresentare una pecca.

 

 

NON SOLO UN GIOCO, ANCHE UNA BELLA "MAESTRA"

 

Un paio d'ore di divertimento puro con il sorriso stampato in faccia, ma anche di fatica, di muscoli che lavorano per spingere la bici, di miglioramenti tecnici e di sensibilità nella guida.  Pedalare sulla Specialized FatBoy ci è davvero piaciuto, abbiamo scoperto qualcosa di diverso, ma non di cosí distante da quello che noi intendiamo per Mtb.

 

Certo, i quasi 14kg si fanno sentire tutti e in non poche occasioni abbiamo rimpianto la nostra ultraleggera da gara, ma qui non si pensa al traguardo, si pensa al piacere di pedalare. Abbiamo dovuto ripensare al nostro modo di guidare, siamo usciti dagli schemi prefabbricati che abbiamo in testa da anni XC e Marathon.

 

Abbiamo ricominciato a utilizzare braccia e gambe come ammortizzatori. Gli stradisti a inizio anno pedalano con le scattofisso per migliorare la rotondità di pedalata, noi biker potremmo pensare di utilizzare una fatbike per allenare un certo tipo di tecnica di guida...e poi anche per riscoprire il piacere di pedalare divertendoci... lasciando a casa cardio, tabelle e il "race mode".

 

 

GAMMA COMPLETA ED INFO

 

La gamma Specialized FatBoy in Italia è composta da 5 modelli: dal top di gamma S-Works (6.990 euro) fino alla entry level SE (1.490 euro), più due modelli da bambino con ruote da 24" e da 20".

 

Info: www.specialized.com

 

 

 

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