Rock Shox RS-1: la forcella che rovescia gli steli e il mondo delle forcelle anteriori XC

Grazie a TITICI che ci ha fornito la sua hardtail Flexy da testare, abbiamo avuto modo di provare la RS-1

Grazie a TITICI che ci ha fornito in prova la hardtail Flexy, abbiamo avuto modo di provare l'esclusiva forcella a steli rovesciati RS-1 che Rock Shox ha presentato a metà 2014, sospensione che fin da subito ha fatto parlare di sé rivoluzionando il mondo delle sospensioni anteriori. In realtà la forcella upside-down non è una novità nel settore mountain bike, altri costruttori ne hanno prodotte in passato ma un po' il peso, un po' la rigidità generale ne hanno rallentata la diffusione.

 

 

Rock Shox con la RS-1 però, grazie all'utilizzo avanzato della fibra di carbonio e alla creazione di un particolare standard per il mozzo anteriore, ha cercato di ovviare ai problemi noti dell'architettura a steli rovesciati cercando di sfruttarne, almeno sulla carta, tutti i vantaggi. Primo tra tutti quello di poter mantenere le parti in movimento sempre lubrificate per gravità.

 

 

Il nome RS-1 non è nuovo, riprende infatti quello della prima forcella ammortizzata prodotta da Rock Shox nel 1990. Il sistema è composto superiormente da tubo sterzo e foderi interamente in carbonio. Questi ultimi hanno sezione poligonale oversize in modo da garantire massima rigidità alla struttura, altrimenti messa in crisi dall'assenza del classico archetto di collegamento. Gli steli sono da 32mm di diametro e terminano con dei piedi in alluminio che nell'insieme ricordano molto le forcelle del settore motociclistico. L'attacco pinza freno è radiale Post Mount per dischi da 160 a 200 millimetri. L'RS-1 è attualmente disponibile solo per ruote 29" con travel di 80, 100 o 120mm. Il prezzo di listino è di 1.658,00 €.

 

 

Per ancorare la ruota alla RS1 Rock Shox ha creato uno standard dedicato, si chiama Predictive Steering. Consiste nell'adozione di un mozzo più largo con battute portate a 110mm e un torque tube interno che lavora insieme ad un perno Maxle Ultimate da 15mm. Tutto ciò per la massima integrazione tra forcella e mozzo, evitando quanto possibile torsioni e flessioni dell'accoppiamento. Il rovescio della medaglia è che per installare la RS1 sarà necessario un mozzo dedicato da sostituire alle proprie ruote o addirittura un nuovo set di ruote dedicato alla RS1. Fortunatamente, oltre a SRAM Rock Shox i principali produttori di mozzi si sono adeguati mettendo a catalogo soluzioni ad hoc per questa sospensione.

 

 

L'anima dell'idraulica della forcella è la cartuccia Ultimate che separa aria ed olio, migliorando così il funzionamento e l'intervento del lockout, la quale soglia è regolabile tramite la ghiera del comando X-Loc. Come la sorellona Pike anche la RS-1 è dotata di Rapid Recovey Rebound un sistema che nei forti impatti velocizza il ritorno della forcella alla posizione iniziale, ma in maniera progressiva senza creare fastidiosi rimbalzi.

 

Si può regolare in compressione tramite molla pneumatica (la valvola è in basso nello stelo destro), e nel ritorno (pomello in basso nello stelo sx). Tramite appositi inserti rimovibili chiamati Token se ne può personalizzare infine l'affondamento, più o meno progressivo. I token vanno inseriti internamente (rimuovendo il tappo inferiore) e a seconda della quantità variano le dimensioni della camera pneumatica. Per il bloccaggio è presente il lockout idraulico X-Lock remote da fissare al manubrio.

 

IL DESIGN

 

 

Dal punto di vista estetico, se inizialmente la RS1 lascia disorientati per l'aspetto inedito, ben presto si fa apprezzare per la struttura modernissima e le ottime finiture. Crediamo che l'adozione di questa forcella riesca a far crescere l'appeal di qualsiasi telaio moderno in carbonio. Anche la nostra TITICI Flexy, che già nasce con un design al top, diventa irresistibile con la RS1 della nostra prova, perfettamente integrata e intonata anche nelle grafiche. Impossibile non voltarsi a guardarla!

 

IL PESO

 

 

Sulla bilancia la nostra RS1 da 100 mm di travel ha fatto registrare un valore di 1583 grammi (tubo sterzo lungo 190mm) completa di lockout remoto, senza il perno passante di serie. La Flexy del nostro test non montava il Maxle Ultimate a leva di Rock Shox ma un ben più leggero e prestigioso asse Carbon-Ti con chiusura a brugola 5mm (solo 36 grammi di peso). In generale, al netto del perno e del mozzo, rispetto alla sorella Sid XX World Cup paga circa un incremento di 70 grammi.

 

 

IL MONTAGGIO

 

In fase di montaggio e preparazione la RS1 ci ha un po' messo in difficoltà con l'inserimento della ruota. Non è facile e immediato come con le forcelle tradizionali. I due piedi, una volta rimosso il mozzo, sono liberi di ruotare e hanno corsa leggermente diversa, tale da non farli restare in asse. Ciò si complica quando, magari in fasi concitate di una competizione, si deve rimontare la ruota velocemente e da soli. Il consiglio è quello di disattivare il lockout (per agevolarne il riallineamento) e orientare preventivamente i due piedi in maniera corretta. Non è niente di complicato, basta un po' di pratica preventiva e il tutto si velocizza. Resta il fatto che, magari in competizioni XC tiratissime, questo fattore possa far allungare le temute soste al box.

 

SETUP

 

Il setup è stato semplice, la forcella è molto sensibile alle variazioni di pressione e ai click del ritorno. Abbiamo adottato pressioni leggermente superiori alla tabella indicata da Rock Shox. Certamente, sia la valvola aria che il pomello del rebound sono meno accessibili rispetto al passato trovandosi sul fondo degli steli.

 

 

IL TEST

 

La scorrevolezza e la fluidità della sospensione ci ha impressionato fin dai primi chilometri di fuoristrada (la forcella in prova non era nuova ed aveva già alcune ore di vita e di rodaggio). Da aperta lavora bene fin dai primi millimetri assorbendo al meglio le asperità. Di contro abbiamo riscontrato una eccessiva linearità, una tendenza ad arrivare facilmente a fine corsa. Per ovviare a questo ci sono però i Token sopra citati, inserendoli (fino a quattro) nella camera si può controllare a piacimento questa caratteristica.  Purtroppo non abbiamo avuto modo di aprirla e inserirli, verificandone l'effettiva variazione nel comportamento.

 

 

Il fattore rigidità nella RS1 è stato fin dalla sua presentazione quello più discusso. Da un lato c'è la rigidità torsionale che, tenendo empiricamente bloccata la ruota e ruotando con forza il manubrio, risulta maggiore rispetto alle forcelle tradizionali con archetto di collegamento. Dall'altro c'è la resistenza a flessione longitudinale, ovvero a flettere indietro in frenata brusca o nei tratti ripidi dove le masse spingono in avanti caricando l'avantreno.

 

In questo frangente i due mega foderi in carbonio garantiscono grande solidità rispetto alle sospensioni tradizionali che hanno gli steli (quindi la parte più sottile) nella zona di maggior stress. In movimento, durante le uscite e le discese affrontate, la minore rigidità torsionale non ci ha penalizzato, ovvero non l'abbiamo avvertita come temevamo e non ci è parso mai un limite. Quello che ci ha colpito (e sorpreso) è al contrario la sensazione di solidità e precisione dell'avantreno, soprattutto nei tratti ripidi e guidati soggetti a repentine frenate.

 

L'ESITO DEL TEST

 

In conclusione crediamo che la Rock Shox RS1 sia una forcella in grado di fare storia a sé nel mercato delle sospensioni. Estetica unica con prestazioni che possono sconfinare dall'XC fino al Trail a seconda del telaio e delle ruote con le quali è abbinata. Solidità donata all' avantreno, scorrevolezza, fluidità e personalizzazione del setup sono i maggiori punti di forza. Non per questo è priva di difetti, anzi: prezzo salato sopra la media, peso leggermente superiore rispetto ad altri top di gamma, ruota anteriore con mozzo specifico e maggiore macchinosità nel cambio ruota sono quelli più evidenti. Se non si hanno limiti di budget però, non possiamo non consigliarla, difficilmente deluderà le aspettative nelle più svariate circostanze e allestimenti, Xc o Trail di alto livello che siano.

 

Riccardo Checcaglini

 

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