UP & DOWN A NOVE MESTO PER IL SANTA CRUZ FSA

Luca Braidot brilla venerdì (9º) e chiude in 13ª la gara di oggi, primo degli italiani. Amareggiato Maxime, scattato dalla prima fila dopo l'ottimo 6º posto nell'XCC: 32º.Bene Martina scattata dalla seconda fila (25ª) mentre giornata 'no' per Greta, (35ª).

La UCI World Cup entra nel vivo. Lo dicono le classifiche. Lo dicono i risultati. Lo dice un banco di prova così importante come il tracciato di Nove Mesto, la cattedrale del cross country olimpico mondiale. Dopo gli ottimi risultati raccolti il venerdì nella gare XCC i nostri ragazzi non hanno avuto vita facile nelle gare della domenica dove la pioggia ha dato il suo ulteriore contributo trasformando sassi e radici da punti di riferimento e di appoggio per traiettorie veloci, a nemici terribili da cui tenere alla larga le proprie ruote.

 


"Dopo il buon 13º posto di venerdì oggi è stata una gara dura, tanto dura - ha detto Martina Berta - in queste condizioni bisogna essere perfetti perché il minimo errore si paga caro. Chiudo in 25ª posizione ma sono contenta perché so di non essere ancora al 100% e di aver quindi grandi margini di miglioramento per i prossimi appuntamenti."

 

Più attardata Greta che giunge al traguardo in 35ª posizione senza mai entrare attivamente in gara: "Ci sono dei giorni in cui proprio nulla va come deve andare, questo era uno di quelli - ha detto Greta Seiwald - una giornata 'no' può capitare ed in giornate così l'importante è riuscire a gestire al meglio la gara nonostante le difficili condizioni".

 

 

Il più soddisfatto del secondo weekend di coppa è sicuramente Luca Braidot, scattato in seconda fila dopo il 9º posto di venerdì: "Nonostante tutto abbiamo raccolto buoni risultati - ha commentato Luca Braidot - ma rispetto all'XCC oggi è stata tutta un'altra storia. Il tracciato era disastrato come non mai, un campo minato. Storicamente su questo tracciato fatico a fare grandi risultati ma oggi, nonostante le difficoltà, mi sono trovato davvero a mio agio con la bicicletta, la scelta degli pneumatici, le pressioni ed il settaggio degli ammortizzatori. Un plauso va sicuramente anche a tutto lo staff meccanico del team, agli ingegneri di Santa, alle mescole di Vittoria ed alle mani d'oro dei ragazzi di Andreani. Encomiabili."


Ad Albstad ha brillato. Nello short track di venerdì ha fatto una gran gara conquistato un posto nella prima fila della domenica. Ma proprio in gara, quando in gioco c'erano oltre ad un risultato di coppa anche la possibile chiamata per i giochi olimpici, qualcosa non è andato come previsto: "Inutile dire che non sono per nulla soddisfatto se non per quella fiammata di venerdì - ha commentato Maxime Marotte - oggi ero chiamato a far bene non solo per me, non solo per il team e per tornare ai vertici nella massima serie mondiale, ma soprattutto per potermi giocare un biglietto per Tokyo. Nelle fasi di partenza tutto sembrava andare per il meglio. Poi da metà gara ho perso la concentrazione, le cose che nei primi giri venivano facili sembravano diventate improvvisamente impossibili. Sono piuttosto amareggiato ma con una gran voglia di riscatto."

 

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