Chiara Burato (OMAP Cicli Andreis) dottoressa in fisioterapia

La forte et determinata atleta del team O.M.A.P. Cicli Andreis ha conseguito la laurea presso l’ateneo vicentino; un traguardo voluto e soprattutto “cercato”.

 

San Bonifacio (Verona) - Dicembre 2021, un mese carico di auguri e di speranza! E, proprio in questo contesto gioioso, la nostra atleta più rappresentativa in seno al team veronese della O.M.A.P. Cicli Andreis è riuscita a coronare un “sogno” cullato da parecchi anni, ovvero il conseguimento della laurea in fisioterapia.


Ci riferiamo, per l’appunto, a Chiara Burato che - recentemente - si è messa “in testa” la tanto agognata e sospirata corona di alloro! Il suo nome e il suo cognome si vanno ad aggiungere a un discreto numero di dottori - tra tutti i più forti atleti e bikers a livello nazionale - che sono riusciti a conciliare, nel migliore dei modi, lo studio all’attività sportiva e di vertice.


Un traguardo, quello di diventare fisioterapista, voluto caparbiamente dalla nostra forte e determinata atleta che - in questi ultimi anni - ha dimostrato (difendendo e indossando la divisa “neroarancio” dell’O.M.A.P. Cicli Andreis) il suo valore “cristallino” atletico e personale, in molteplici occasioni e arrivando, proprio quest’anno (2021), ad indossare la maglia azzurra per difendere i colori nazionali ai recenti Europei Marathon (Svizzera) di mountain bike.


Un doppio traguardo, quello raggiunto e - soprattutto - superato brillantemente e che fa ben sperare nel prosieguo personale e sportivo di Chiara; a lei, da parte di tutto il team e del suo “mentore”, Agostino Andreis un in bocca al lupo vero e sincero per una “vita” carica di soddisfazioni personali, lavorative e perché no … agonistico - sportive.

 

Siamo risusciti a contattarla e con lei abbiamo fatto una bella “chiacchierata”; eccola nella sua integralità; buona lettura.


I tuoi inizi in sella alla bicicletta.

“Mi presento: sono Chiara Burato; ho 26 anni e vivo a San Bonifacio, un paese in provincia di Verona. Sono un’infermiera, un’atleta di mtb e - da qualche settimana - finalmente fisioterapista! Fin da piccola, mi è sempre piaciuto lo sport; praticavo basket e nuoto, ma vedevo sempre papà andare in bici e un giorno ho deciso di pedalare con lui. Andammo a fare, con una city bike, Campiano. Ricordo - molto bene - quella domenica; infatti mio babbo mi disse… ora puoi dire ai nonni di aver fatto una vera salita”!


“Poi, dopo qualche anno, nel 2013, tornati da un week-end dal lago di Ledro, comprammo tre mountain bike e da lì iniziai a pedalare sui miei sentieri. Nel frattempo, conobbi un grande appassionato (Stefano), che mi dedicò tanto tempo e pazienza, insegnandomi e facendo nascere - in me - la passione per i boschi, la natura, (e con lui anche per l’avventura) e l’amore per questo sport. Nel 2015 mi iscrissi ad una squadra di Soave e iniziai a gareggiare: fu la mia prima gara, la (Via dei Berici) e andò discretamente bene: mi classificai prima nel percorso corto; l’anno successivo (2016) vinsi il percorso corto nella gara di casa, ovvero alla Soave Bike”.

 

 

Quando sei diventata “agonista”?

“La svolta - decisa e motivata - iniziò, quando mi convinsero a fare l’agonista facendo anche più gare. Così entrai a fare parte del Focus X.C. Italy Team nel 2018, dove con l’appoggio di Driss, Gianni, Kevin, iniziai a crescere da un punto di vista prettamente agonistico. L’anno successivo, nel 2019, cambiai team ed entrai nella mia squadra attuale, ovvero l’O.M.A.P. Cicli Andreis, dove ho trovato tutto l’appoggio da parte del team manager Agostino Andreis e del mio ex-coach, Giancarlo Ginestri, ai quali devo molto e, in particolare al secondo, che ha saputo farmi crescere - soprattutto mentalmente e agonisticamente parlando - senza tante pressioni, oltre a supportarmi e sopportarmi, perché lo ammetto… non ho un carattere facile”.


Quest’anno (2022) - in particolare - è stato un “momento speciale” e soprattutto un’annata di “incastri”; raccontaci quello che è successo!

“Volentieri, anche perché, dopo la laurea in scienze infermieristica, nel 2017, che io definisco laurea di ripiego (non me ne vogliano tutti gli infermieri che stimo e ammiro moltissimo), nel 2018, sono finalmente riuscita ad entrare a fisioterapia, dopo ben tre anni di tentativi (essendo a numero chiuso e i posti sono solo 25 su mille e mille persone che provano e riprovano). Quest’anno (2022) - parecchio impegnativo - dovevo conciliare (assolutamente) lo studio per gli ultimi esami, il tirocinio, ma anche gli allenamenti (tra l’latro gareggiavo a livello nazionale nella Open/Elite, la massima espressione dell’agonismo), dato che c’era un obiettivo ben importante da provare a raggiungere, ovvero la convocazione in nazionale”.

 


“Dopo tante sveglie all’alba per studiare, andare a fare tirocinio e poi allenarsi; corse contro il tempo, qualche bugia bianca per poter far allenamento, tanti sacrifici e tanta determinazione, finalmente è arrivata la chiamata! Una soddisfazione indescrivibile e immensa vedere il mio nome e il mio cognome tra i convocati e azzurri, all’Europeo X.C.M. (campionato europeo specialità marathon) in Svizzera! Un sogno e un obiettivo che (ora e a distanza di tempo) ancora mi fanno venire la pelle d’oca! Chi ha indossato questa maglia… sa - molto bene - quali sono le emozioni che si provano”.


Parlaci della tua freschissima laurea in fisioterapia?

“Un 2022 che - oramai - si sta concludendo naturalmente e, a tale proposito, voglio augurare a tutti - nessuno escluso - i miei migliori e sinceri auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo; per me si sono realizzati ben due sogni veramente unici e irripetibili (ecco perché io dico sempre: sognate e alla grande): dopo la maglia azzurra, dall’inizio dicembre 2022, posso finalmente dire: sono fisioterapista! Ammetto che il giorno seguente mi sono alzata e mi son chiesta: ma ho sognato?! Quando desideri talmente tanto qualcosa e poi riesci ad ottenerla, subito stenti a crederci”.


“Dopo tre anni passati all’università di Vicenza, concludo questo bellissimo, ma allo stesso tempo molto impegnativo, percorso di studio. Un grazie va alla mia famiglia, senza la quale non sarei mai arrivata a raggiungerlo; a chi mi ha trasmesso la passione per questo futuro lavoro, la curiosità e la bellezza nel vedere le persone/individui stare meglio e affrontare la vita di tutti i giorni con convinzione e gioia. Alle persone che mi hanno aiutato a capire che questa potrebbe essere la strada giusta per un vero futuro; insomma, un investimento di tempo ed energie a lungo termine. A chi mi ha dedicato (soprattutto) il suo tempo per spiegarmi, insegnarmi e farmi crescere. Grazie! Ora però si inizia un altro percorso, un’altra vetta da scalare, un altro single-track da percorrere; tutti, comunque, pieni di insidie e problematiche, ma spero anche di soddisfazioni che - con impegno, costanza e tanta determinazione - mi permetteranno (speriamo vivamente che ciò si possa avverare) di affrontare questa nuova ed entusiasmante nuova marathon - long distance… della mia vita”.


Programmi nell’immediato, dott.ssa Chiara Burato?

“Se tutto va come deve, spero di iniziare a lavorare come fisioterapista per qualche studio e/o squadra, ma senza rinunciare agli allenamenti, anche perché in programma (2023) gli appuntamenti sono tanti, come l’Italiano X.C.M. a Genova, la Hero, la Kronplatz… etc. e perché no, a riprovare a (re) -indossare la maglia azzurra! Il ciclismo è uno sport duro, non regala nulla, dove arrivi, arrivi con le tue gambe, con sacrificio, sudore…a volte mi chiedo perché lo faccio, che senso ha…poi però penso alle esperienze bellissime che mi fa e che mi ha fatto vivere; ai posti che mi ha permesso di visitare, agli amici che mi ha fatto conoscere, a tutti quelli che credono in me, all’impegno che ci mettono per aiutarmi, al tempo che mi dedicano! Ammetto che nei giorni “down” vorrei mollare tutto, perché mi sento nettamente inferiore e non all’altezza di altre, penso di non far abbastanza, di non essere capace di affrontare certe distanze, percorsi, ma ho chi sa tranquillizzarmi, risollevarmi e mi aiuta a ripartire, ovvio, arrivando e facendo quel che si può! Io non mi ritengo per nulla forte, ma un passo alla volta ci si prova. Voglio riportare la frase scritta sulla mia bomboniera, una frase che per me rappresenta questi due traguardi… “LOTTERAI, L’OTTERAI, LO TERRAI” Chi mi conosce, infatti, sa quanto ho lottato per raggiungerli! Ora vedremo quello che succederà… grazie ancora a tutti”.

 

 

Altre News