Chiara Burato del Team OMAP Cicli Andreis, 2ª nel ranking XCM 2019, si racconta

Pubblichiamo l'intervista curata dalla sua squadra, la OMAP Cicli Andreis. Chiara è senza ombra di dubbio una delle bikers che abbiamo sempre visto sul podio nel 2019.

Chiara, quando hai iniziato ad interessarti alla bike? E soprattutto chi ti ha "stimolato" a pedalare nel "fuoristrada"? Inoltre, un breve "curriculum vitae" della Burato, come donna e come atleta.


Ho venticinque anni (10 febbraio 1995); fin da piccola, mi è sempre piaciuto lo sport; infatti, praticavo basket e nuoto, ma vedendo sempre papà andare in bici, un giorno gli ho chiesto di portarmi con lui; andammo a fare assieme, con una semplicissima (e pesante) city bike, Campiano (una frazione di Cazzano di Tramigna, in provincia di Verona). Ricordo molto bene quella domenica; al termine mio babbo mi disse - ora puoi dire ai nonni di aver fatto una vera salita.

 


Poi, dopo qualche anno, nel 2013 ritornati da un week - end sul lago di Ledro, comprammo tre mountain bike e da lì iniziai a pedalare nei miei sentieri; ebbi la fortuna di conoscere un grande appassionato di bicicletta, Stefano, che mi dedicò tanto tempo e pazienza, insegnandomi e facendomi nascere la passione per i boschi, la natura (e con lui anche per l'avventura) e l'amore per questo meraviglioso sport.


Dopo qualche anno, nel 2015, mi iscrissi in una squadra locale ed iniziai a partecipare alla mia prima gara, la Via dei Berici; il mio esordio - a livello agonistico - andò discretamente bene, conquistando il primo posto nel percorso corto; l'anno successivo (2016) vinsi - nuovamente - nel percorso corto della gara di casa, ovvero la Soave Bike (io abito - attualmente - proprio a San Bonifacio, in provincia di Verona, prossimo a Soave).

 


La svolta arrivò quando mi convinsero a fare l'agonista e a provare a fare più gare; così entrai a far parte del Focus XC Italy Team (San Giovanni Lupatoto, sempre in provincia di Verona) nel 2018, dove - con l'appoggio di Driss, Gianni e Kevin - iniziai a crescere agonisticamente parlando.

 


L'anno successivo (2019) cambiai squadra ed entrai in quella attuale, ovvero l'OMAP Cicli Andreis, dove ho trovato tutto l'appoggio di Agostino Andreis (il patron della squadra) e del mio coach, Giancarlo Ginestri, ai quali devo molto; in particolare a Giancarlo, che ha saputo (e sa tutt'ora) farmi crescere senza tante pressioni, a supportarmi e sopportarmi, perché lo ammetto non ho un carattere facile; con loro - in tutta sincerità - ho passato un anno bellissimo, togliendomi davvero tante soddisfazioni, purtroppo però non tutte; infatti, un sogno nel cassetto c'è ancora e non si sa se arriverà.

 


Sappiamo - Chiara - che sei anche studentessa universitaria? Quale facoltà frequenti e soprattutto come fai a coniugare studio, sport e vita personale?


È già, dopo la laurea in Scienze Infermieristiche - nel 2017 - che io definisco "laurea di ripiego", nel 2018 sono finalmente riuscita ad entrare a Fisioterapia (facoltà di Verona), dopo ben tre anni di continui e reiterati tentativi (essendo a numero chiuso).  Sono ora al secondo anno e non vedo l'ora di finire, per potere abbinare questo lavoro allo sport, per diventare - magari - anche massaggiatrice (che lo sono già) e fisioterapista di una squadra e poter viaggiare con loro, e perché no, magari pure atleta della stessa.

 


Conciliare il tutto non è per nulla facile: sveglia molto presto, continue corse contro il tempo, parecchio studio, frequenza universitaria (obbligatoria), tanti sacrifici in tutti i sensi e - in particolare - soprattutto per quello che concerne gli allenamenti (rubo tempo alla mia persona e alla mia meravigliosa famiglia); insomma, sono impegnata - praticamente - tutta la giornata e di conseguenza si fa quel che si riesce a fare, anche perché - come dice il mio coach, Giancarlo - prima viene la scuola e poi il resto.

 


Quali i tuoi più belli e più significativi "allori" in carriera? Inoltre, abbiamo analizzato il ranking nazionale 2019 - specialità "marathon" - della F.C.I. e abbiamo visto che occupi una posizione di rilievo: parlaci di ciò; due parole anche sulla tua squadra agonistica, l'OMAP Cicli Andreis di Tregnago (VR).


La gara che porto nel cuore è la Hero; finirla è stato bellissimo. Ricordo, infatti, che l'anno prima guardando un video, mi dissi - voglio provare a farla - e così è stato. Quell'anno andai a provare tutto il percorso e l'anno successivo riuscii a finirla, per me fu come vincerla.

 


Un altro importante alloro è stato quello - inaspettato - ovvero il terzo posto alla Kronplatzking (in quel di San Vigilio di Marebbe - Bolzano); e ancora i tre primi posti, rispettivamente alla Sila Epic (Calabria), Etna Marathon (Sicilia) e Conquistadores Cup, in quella magnifica terra che è l'Isola d'Elba.

 


Non mi ritengo per nulla forte; come sottolineo spesso, davanti a me ci sono bikers molto più forti! Comunque, andando a vedere più da vicino il ranking F.C.I. (Federazione Ciclistica Italiana) 2019, attualmente sono seconda (380 p.ti) alle spalle di Mara Fumagalli (550 p.ti) e davanti a Maria Cristina Nisi (355 p.ti) che occupa la terza piazza.

 


E poi sono tra le ultime arrivate; a volte competere con le "leggende" mi intimorisce e non è facile, anche perché non ho un carattere forte ... purtroppo; sono molto ansiosa, ma ce la metterò tutta per imparare e migliorarmi ulteriormente.  Dico sempre: io parto e poi si vedrà; l'importante è arrivare in fondo sani e soprattutto senza farsi male. In questo sport, infatti, serve anche tanta fortuna, oltre ad impiegare molto la testa (vedi concentrazione).

 


Ho la fortuna di avere una bellissima squadra (OMAP Cicli Andreis) e che crede in me (e sicuramente più di me); mi appoggia e cerca di fare di tutto per farmi crescere agonisticamente. A questo proposito devo dire grazie al Presidente, Massimiliano Turco, al capitano e patron, Agostino Andreis e al mio coach Giancarlo Ginestri. 

 

Non da ultimo perché meno importante, un grazie speciale a tutti gli sponsor che mi (ci) permettono di gareggiare; sono altrettanto felice anche perché, quest'anno, non sarò più la solo donna a correre, ma avrò al mio fianco un'altra atleta (sempre veneta) forte e determinata che risponde al nome di Silvia Daniele (MasterWoman).

 


I tuoi sogni nel cassetto, come vedi la situazione attuale post COVID-19 per quanto riguarda la ripresa delle "race" in autunno? Non ultimo - perché meno importante - quali sono gli obiettivi per la stagione agonistica 2020 (purtroppo dimezzata)? 


Il mio sogno del cassetto lo potete immaginare (non voglio dirlo, ma lascio a voi interpretarlo), ci spero tanto, ma non sono sicura se e come arriverà; al primo posto, comunque e sicuramente, la laurea in Fisioterapia; quest'anno sarebbe stato un momento ricco di gare e di belle esperienze che - ahimè - abbiamo dovuto rivalutare e rimandare causa di questo maledetto Coronavirus (COVID - 19).

 


Credo che, se la stagione agonistica riparte (come da più parti si sente dire), proveremo a partecipare all'Italiano Marathon, a Roma (settembre 2020) e magari ad una gara a tappe e in coppia, ma questo è da vedere; è una specialità off - road che non ho mai affrontato; il tutto subordinato - soprattutto - agli impegni universitari prossimi venturi.

 

Anche perché, purtroppo il limite di questa università è la frequenza obbligatoria che mi impedisce, a differenza di altri atleti, di potere andare alle gare per tempo e/o nel peggiore dei casi di potervi partecipare. Io, comunque, non mollo l'osso e mi impegno, ugualmente, su più fronti.

 


Il ciclismo (e in modo particolare la mountain bike) è uno sport duro; non regala nulla e dove arrivi, arrivi solo ed esclusivamente con le tue gambe, con tanto sacrificio, tanto sudore. A volte mi chiedo perché lo faccio, che senso ha pedalare anche in condizioni estreme di freddo, pioggia, etc. ... poi però ripenso alle esperienze bellissime e gratificanti che ho vissuto in questi pochi anni di agonismo; in tutta sincerità mi hanno formato nel carattere e mi hanno permesso di visitare (ed apprezzare) - si può dire - tutta l'Italia da Nord a Sud, oltre a conoscere molti amici tutti appassionati di mtb.

 


Ammetto che nei giorni down (e credetemi ce ne sono abbastanza), vorrei mollare tutto perché mi sento nettamente inferiore e non all'altezza di altre bikers; penso di non fare abbastanza, di non essere capace di affrontare certe distanze (la mia specialità, infatti, è quella della marathon con tracciati che spesso superano i 60/70 chilometri e con un dislivello positivo di almeno 1800/2000 metri), certi percorsi duri, selettivi ed impegnativi; ma, ho chi sa tranquillizzarmi, chi sa risollevarmi e soprattutto chi mi aiuta a ripartire con forza e determinazione; ovvio, arrivando e facendo quello che si può.


Un ultimo appunto: un grazie veramente con tutto il mio cuore a tutti quelli che credono in me e all'impegno che ci mettono per aiutarmi, supportarmi (e sopportarmi) e al molto tempo che mi dedicano".

 

 

 

 

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