Lugagnano Off Road, chi è Alessandro Salotti

Con questa intervista ad Alessandro Salotti archiviamo le nostre chiacchierate con il gruppo giovanile del Lugagnano Off Road. Diamo voce, al giovane allievo I anno, nato a Piacenza il 11/03/2005, residente a San Lorenzo di Castell'Arquato (PC), studente al primo anno a Liceo Scientifico Mattei. "Ho un fratello più piccolo che fa anche lui mountain bike" debutta Alessandro. "Da piccolo ho fatto calcio per quattro anni, Vedendo che non era lo sport che faceva al caso mio, ho deciso di abbandonarlo. Dopo qualche mese di inattività mi sono messo a correre per conto mio facendo 8 km al giorno per un totale di 40 km alla settimana. Durante quel periodo mio fratello più piccolo aveva iniziato a fare MTB e allora grazie a lui mi sono avvicinato a questo sport. Ho iniziato da G6 nella Lugagnano off Road, squadra con la quale sono ancora tesserato. Nel primo anno, quindi da G6, ho continuato ad andare a correre perché notavo che la corsa mi aiutava molto ad equilibrare il fiato. Anche se ho smesso di correre da qualche anno sono ancora forte nella campestre e riesco a stare dietro a dei ragazzi della mia età che fanno calcio".


Cosa significa per te praticare mountain bike? "Per me fare MTB vuol dire tutto; nella mia classifica delle cose preferite è al primo posto e penso che rimarrà lì per sempre. Durante la quarantena non è stato facile accettare il fatto di non poter più uscire con la propria bici".


A livello allenamenti? "Per non perdere la forma fisica durante questo periodo di pausa dagli allenamenti, il nostro direttore sportivo ci ha assegnato delle tabelle di allenamento da poter comodamente svolgere in casa. Adesso si può anche uscire mantenendo le debite distanze ed è fantastico".


Com'è il tuo rapporto studio e sport? "Molti miei compagni di classe hanno abbandonato il loro sport perché dicevano che non era possibile per loro studiare e allenarsi. Ma io no. Penso che basti una buona organizzazione per poter svolgere tutte e due le attività. Quindi non è impossibile. La scuola che frequento non è affatto semplice, anzi è parecchio difficile e richiede molto studio, ma riesco comunque ad allenarmi. A proposito ho scelto lo scientifico perché mi piaceva la matematica, ma adesso preferisco di gran lunga l'italiano".


Materia che non ami particolarmente? "Penso che sia il latino la materia che mi piaccia di meno, perché non mi attrae per niente".

 

La cosa che ti manca di più in questo periodo? "La cosa che mi manca di più fra tutto durante questo periodo è poter stare insieme ai miei amici senza problemi e fare un bel giro in mountain bike".

 

Soddisfazioni e delusioni. "Penso che il mio viaggio nel mondo della bici sia solo iniziato e quindi non posso dire di aver raggiunto un obbiettivo da me fissato o di esser rimasto deluso da qualcosa perché ho ancora molta strada da percorrere".


Alessandro vuoi ringraziare qualcuno in particolare. "C'è una persona a cui devo dire grazie, il mio preparatore atletico Andrea Rampini. Grazie a lui mi sono appassionato anche al mondo del ciclismo su strada e sempre grazie a lui ho fatto un gran bel cambiamento: dalle prime gare dove arrivavo poco davanti agli ultimi a poter arrivare almeno tra i primi trenta/venti nelle ultime gare della ultima stagione. Non è molto ma mi rende orgoglioso, sono felice di quel che faccio anche se spesso torno a casa dopo una gara con il broncio perché ho una attitudine a bucare e a così a rovinare una gara".


Il tuo biker preferito? "Il mio biker preferito è Torquato Testa, un professionista di dirt jump e freeride, che ha partecipato al mondiale di Freeride. Lo stimo perché è un rider divertente e conosce un'infinità di trick".


Il tuo sogno nel cassetto? "Penso di non avere sogni nel cassetto perché già solo poter fare MTB lo è".

 

Un saluto o un messaggio ai biker. "Un messaggio da trasmettere a tutti i biker è quello di divertirsi facendo quello che ci piace ma pur sempre rispettando le regole, perché è per colpa di quei ciclisti della domenica che noi biker veniamo considerati persone che non riescono neanche a stare al lato della strada".

 

 

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