Lugagnano Off Road, ecco chi è Marco Vaccari

Sport, scuola e lavoro, Un ragazzo molto serio che affronta ogni situazione della propria vita, con molta concentrazione e determinazione. L'intervista di oggi "cade" su Marco Vaccari, biker nato a Bologna il 7 aprile 1995, residente a Montale Rangone in provincia di Modena, studente al secondo anno della laurea magistrale in fisica presso l'università di Parma. Marco ha una sorella che pratica il nuoto.


Ciao Marco. Raccontaci il tuo cammino sportivo. "Ho iniziato ad andare in bici da giovanissimo. Ho corso nella Ciclistica Maranello dai 6 agli 8 anni e in quel periodo, durante l'inverno, nuotavo presso la piscina della Polisportiva Maranello. A 8 anni la Polisportiva Maranello mi ha convocato in agonistica ed ho lasciato il ciclismo per nuotare. Ho nuotato dai 9 ai 19 anni trovando nella Polisportiva Maranello, in particolare nella sezione agonistica della categoria Ragazzi, una famiglia. Ho incontrato i miei allenatori Fabrizio, Federica, Matteo e Carlo e gli amici che ancora oggi frequento. Sebbene la squadra fosse veramente molto affiatata, il nuoto non mi è mai piaciuto come il ciclismo, sport che ho sempre desiderato praticare".


Risultati importanti nel nuoto? "Il risultato più bello della mia carriera sportiva, per ora, lo ho avuto nel nuoto con un secondo posto ai campionati regionali nei 400 misti e con la partecipazione ai campionati mondiali di nuoto per Salvamento per Club a Montpellier, in Francia, nel 2014".


Il 2015 è un anno importante per Marco. "Nel 2015, dopo aver iniziato l'università a Modena, ho smesso di nuotare a livello agonistico, ed ho iniziato a lavorare prima come istruttore e poi come allenatore di nuoto. Ho così finalmente potuto dedicarmi al ciclismo, seppure a livello amatoriale, e in questa fase ho scoperto la MTB, specialità che mi è piaciuta moltissimo. Dopo essermi laureato alla triennale nel 2018 ho deciso, in accordo con i miei genitori, di lasciare il lavoro in piscina, di frequentare a Parma i corsi per la laurea magistrale e contemporaneamente di correre a livello agonistico nella MTB".


E così siamo arrivati in casa Lugagnano Off Road. "Ho contattato il Lugagnano off Road e mi sono da subito sentito a casa: ho incontrato persone che vivono il ciclismo nel più bello e ammirevole dei modi, dedicando ad esso ed ai ragazzi il proprio tempo libero ed il proprio impegno nonostante non sia il loro primo lavoro. Sono felicissimo del rapporto che si è formato con il preparatore Andrea Rampini, il team manager Ilario Silva ed il ds Luciano Vespari. Ed è anche bellissimo vedere come queste persone riescano a trasmettere la loro passione ed il loro impegno ai ragazzi del gruppo, dove i più grandi collaborano per gestire i più piccoli e insegnare a loro ciò che hanno imparato con l'esperienza".


Cosa significa per te praticare la mtb? "Per me correre in MTB significa realizzare un desiderio che ho sempre avuto e ringrazio vivamente tutti coloro che mi permettono di farlo. Mi piace allenarmi in bici, in palestra ed in piscina, è motivante partecipare alle gare, amo il contatto con la natura. La concentrazione e la fatica dell'allenamento in MTB, assieme ai paesaggi che incontro, è ciò che mi permette di staccare il cervello dalla vita quotidiana e ricaricarmi".


Il rapporto sport e scuola "Lo studio è il mio lavoro e devo farlo al meglio per ottenere i risultati che mi sono prefissato; con lo smart working il lavoro da fare è parecchio e ciò ha contribuito sensibilmente a riempire il tempo di questo periodo di quarantena. Sono felice di studiare ed imparare come mi devo allenare".


Cosa ti manca di più in questo periodo? "Mi mancano moltissimo le gare".

 

La più bella soddisfazione? "La più bella soddisfazione della mia vita è stata laurearmi alla triennale; spero ne arrivi una anche in ambito sportivo e mi impegnerò a tale scopo".

 

Delusione? "La delusione maggiore è stata infortunarmi alla schiena in palestra il primo anno di preparazione per la MTB e buttare via sei mesi di gare. Dopo questo spiacevole evento mi sono affidato ad Andrea Rampini, DS ed allenatore che reputo molto competente".


Chi vorresti ringraziare? "Di persone da ringraziare ce ne sono moltissime: dalla mia famiglia allo staff del Lugagnano. Però dovendo sceglierne una persona, dico la mia ragazza Alice, che mi ha fatto capire che molti dei limiti che abbiamo sono solo dentro la nostra testa".

 

C'è qualche biker che stimi maggiormente? "La mia stima verso gli sportivi va a coloro che si dedicano con sacrificio alla pratica dello sport ed all'allenamento dei giovani per farli crescere in un ambiente sano e pulito".


Il tuo sogno nel cassetto? "Il mio sogno nel cassetto è di vincere una gara di tipo GF o Marathon. Nella vita quotidiana mi piacerebbe molto che il rispetto tra gli utenti della strada aumentasse e si arrivasse a convivere civilmente. Spero che questa convivenza forzata con noi stessi possa aver fatto capire quanto è frivola ed insensata l'ansia e l'agitazione che spesso ci portano ad azioni insensate e pericolose".


Un saluto particolare? "A tutti i biker, e non solo, direi ciò che dico anche a me stesso: di uscire ed allenarsi, ora che si può, da soli e senza commettere imprudenze, nel rispetto di noi tutti e di coloro che hanno dato la vita per permetterci di uscire da questa situazione".

 

Altre News