Lugagnano Off Road, quattro chiacchiere con Marco Marzani

Un ragazzo di 20 anni molto attivo. Si prodiga, con grande entusiasmo e volontà, a ricoprire tanti ruoli. Semaforo verde su Marco Marzani, Classe 2000, nato a Fidenza (PC) e residente in una frazione del comune di Carpaneto Piacentino. Professione? "Da ottobre sto studiando scienze motorie all'università telematica Uni E-Pegaso ed ogni tanto aiuto nella ditta idraulica di mio nonno". Non solo: "Da l'anno scorso sto aiutando Luciano Vespari nell'allenare il settore giovanile della squadra".


Bravo Marco. Raccontaci la tua storia sportiva. "Da piccolo ho praticato nuoto e giravo in bicicletta nei campi dietro casa. All'età di 7 anni ho deciso di fare una gara promozionale in mtb nel mio paese, ma alla prima curva, sono caduto e mi sono fratturato il polso sinistro. Da quel momento mi ero promesso di non andare più in bici. Ma dopo una settimana ero già in sella alla bici nei campi".

 


Andiamo avanti con il racconto. "A 10 anni mi sono tesserato per la squadra del mio paese il Gs Cadeo Carpaneto ed ho iniziato a fare qualche gara su strada, ma facevo fatica anche solo a finirle. Da Esordiente sono passato al Lugagnano Off Road dove ho imparato ad usare la mtb, riuscendo ad ottenere qualche vittoria nel circuito della Brescia Cup".


Per dovere di cronaca (con la speranza di fare cosa gradita a Marco), Marzani, da Esordiente II anno, vinse la prima tappa a Monticelli Brusati il 23 marzo 2014. "Da Junior ho cambiato squadra e sono passato al Merida Italia team, dove ho potuto fare importanti esperienze e vincere una gara di livello nazionale. Da under 23 sono tornato a vestire la maglia del Lugagnano Off Road perché Ilario Silva (attuale team manager, ndr) mi concedeva quella libertà di crescita agonistica, senza alcun tipo di pressione, molto importante quando entri in una categoria così difficile".


Cosa significa per te praticare la mtb? "Vuol dire divertimento e fatica. Ed è bellissimo arrivare alla fine di una gara sapendo di aver dato tutto se stessi".


In questo periodo come rimani in forma? "Queste settimane sono un pò complicate dal punto di vista psicologico. Ma con l'aiuto del mio allenatore Domingo Copelli sto riuscendo ad allenarmi con una cera costanza, alternando sedute sui rulli e allenamenti a corpo libero".


Ritorniamo all'aspetto agonistico. Marco il percorso che preferisci? "Il percorso che più mi piace è Nalles: con quella salita lunghissima e le sue discese tecniche".


La più bella soddisfazione che hai provato? "La mia più bella soddisfazione da junior è stato aver concluso a pieni giri la gara di Monte Tamaro e la Junior Series di Nalles, partendo in entrambe le gare intorno alla centesima posizione. E tutti quanti sapete quando si parte dalle retrovie. Rimarco anche, da under, il sedicesimo posto conquistato al campionato italiano. Arrivavo da risultati deludenti e mai mi sarei aspettato di arrivare nei primi 20".


La maggior delusione? "La più grande delusione è stata al campionato italiano a Pila da Junior. Ero andato in altura a Livigno per prepararmi al meglio. Ma mi sono spremuto troppo e a Pila ero così stanco che non sono riuscito a finirli a giri pieni".


Il biker che apprezzi maggiormente? "Il biker che più stimo è Martin Loo. Nell'ultimo anno ho avuto la fortuna di allenarmi qualche volta con lui ed ho capito che è un vero professionista. Sempre concentrato, determinato e concreto".


Un tuo pensiero sull'attuale situazione. Un messaggio a tutti i biker del Lugagnano? "Ragazzi alla grande. Per questo ci tengo a citare il messaggio ironico, ma in fondo veritiero, del rapper Massimo Pericolo: "chi esce di casa ammazza la nonna".

 

 

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