UN FINALE DI STAGIONE COMPLICATO PER IL SANTA CRUZ FSA PRO TEAM

I campionati del mondo disputati in Canada e l'ultima della World Cup negli USA non hanno portato i risultati sperati per Greta Seiwald e Gioele Bertolini che ci raccontano cosa è accaduto.

Doveva essere il momento clou della stagione. Uno dei momenti in cui farsi trovare pronti e giocarsi in poche settimane il lavoro e la preparazione fatti dall'inizio della stagione ad ora. Ma qualcosa non ha funzionato. Nello sport l'imprevisto è sempre dietro l'angolo e molto spesso, quando le cose non vanno come dovrebbero, ci si appella alla "sfortuna" per trovare un alibi. Non questa volta.

 

Qualcosa non ha funzionato. I risultati sperati non sono arrivati. E non ci si può nascondere. Ma allo stesso tempo non ci si arrende ed i piloti per primi non hanno perso tempo con inutili scuse. Anzi. Non hanno mai smesso di restare concentrati, di lavorare partendo dagli errori per imparare la lezione, migliorarsi e fare in modo che non possano ripetersi.

 

 

"Il mio mondiale era partito da molto lontano - commenta Greta Seiwald - il cammino era partito da molto lontano, gara dopo gara, fino ad arrivare in Val di Sole dove ho definitivamente staccato un biglietto per la trasferta oltre oceano con la nazionale. Finalmente la strada era un po' meno ripida, la condizione super ed ero consapevole che da quel punto in avanti stava solo a me. In Canada sono caduta in allenamento. Un brutto colpo. Poi nuovamente in gara ed il mio mondiale si è concluso con un'amara 15ª posizione."

 

"Poi siamo volati a Snowshoes, negli States, per l'ultima di coppa - conclude Greta - la rabbia del mondiale si era già trasformata in voglia di rivincita. La condizione è sempre stata al top. Non ho voluto esagerare con gli allenamenti sul tracciato per recuperare al meglio anche dalle cadute della settimana prima. Ma ancora una volta l'imprevisto. Nel corso del primo giro, per evitare di scivolare a terra in una curva viscida devo aver fatto un movimento strano con la spalla che avevo dolorante. Mi si è riacutizzato un dolore tanto insopportabile che mi ha costretto al ritiro. Siamo andati poi a fare dei controlli in ospedale ed è stata riscontrata una sub lussazione della spalla. Che dire!? Non ci voleva!"

 

 

Differenti le considerazioni di Gioele Bertolini che sapeva d'essere chiamato ad una prova convincente al mondiale ma anche ad una riconferma nell'ultima prova della World Cup dopo il brillante risultato ottenuto in Val di Sole: "Ho fallito e ne sono consapevole - racconta Gioele - non ho scuse e non voglio nemmeno cercarle. Sono un atleta professionista e come tale, per rispetto del team per cui corro, degli sponsor e di tutte le persone che lavorano per noi devo assumermi le mie responsabilità. Al mondiale e poi a Snowshoe sono stato autore di due prove incolore concluse ben oltre la 40ª posizione. Ma non mi perdo d'animo. Se dovrò lavorare di più, più duramente, lo farò senza esitare. Ora devo solo riordinare le idee ed analizzare ogni singolo dettaglio. La fase più importante della stagione è ormai andata. Vediamo di raddrizzare al meglio la situazione almeno per il finale, per fare in modo che possa diventare invece un inizio per il futuro."

 

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