Lissone MTB, spazio ad Alessandro Tonello

Un biker meticoloso. Non lascia niente al caso. Si arrabbia se non riesce a raggiungere quegli obbiettivi che si era prefissato. Ma fa parte del suo carattere. Determinato e convinto. Ecco Alessandro Tonello, biker piemontese, nato ad Ivrea (TO) il 6 dicembre 1985, residente a Cigliano
località posta in mezzo alle risaie ma molto vicino alle montagne.

 

Professione? "Ho una piccola attività di trasporti con due dipendenti con appalto in BRT spa: per farla breve sono un corriere".

 

Come sei arrivato al mondo della mountain bike? "Alla mtb mi sono avvicinato poco più di quattro anni fa grazie ad un mio carissimo amico soprannominato "zio Franky" che ringrazio molto per avermi fatto scoprire questo mondo stupendo. Il tutto è nato un giorno di gennaio. Svaccati sul sofà dopo una sua uscita mattutina in mezzo alla neve dove ha iniziato a raccontarmi e da lì è partito tutto".

 

 

La storia di Alessandro continua. "Ho iniziato a fare l'atleta a 13 anni praticando il tiro a volo: fino all'età di 19 anni vincendo due titoli italiani e facendo parte della nazionale italiana giovanile. Poi un brutto infortunio mi ha messo fuori gioco, e da lì a poco, ho smesso. Sempre in quel periodo ho deciso di mettere su famiglia che tuttora mi sopporta e quindi le esigenze sono state altre. Ma dopo pochi anni l'indole da atleta era quella quindi sono passato a rifare quello che era il mio secondo sport, lo sci alpino, specialità slalom gigante. L'ho praticato per cinque anni fino a quando è nato Filippo, mio figlio, ed ho deciso di dedicarmi al ciclismo per comodità".

 

Il piemontese si tessera con la Flower Bike. L'anno dopo passa al Boscaro Racing Team. "Cercavo di iniziare a costruire qualche cosa di importante, provare a crescere sul piano agonistico. Poi il passaggio in Silmax con Giordano ed infine al Lissone Mtb". 

 

Risultati importanti che hai ottenuto? "Non mi piace parlare di migliori risultati perché credo e spero di non averli ancora raggiunti, e poi sono dell'idea, che vince sempre solo uno e gli altri siano perdenti anche se qualche vittoria e piazzamento l'ho ottenuta".

 

Come avete vissuto, e vivete, questa situazione? "Questa situazione l'ho vissuta semplicemente adeguandomi e adattandomi consapevole che tutto ritornerà alla normalità".

 

Come ti mantieni in forma? "Gli obbiettivi personali sono sempre alti per tanto non mi sono fatto schiacciare dal momento. Anzi ho trovato mille stimoli nuovi per migliorare e crescere, con il mio coach Matteo Lonati abbiamo lavorato a più non posso sui punti deboli perché tanto non avevo tempo da perdere. La mattina lavoravo come un matto per finire il prima possibile ed il pomeriggio appena arrivavo a casa saltavo sui rulli per allenarmi dalle 3h fino a farne oltre 6h nel weekend. In circa 60gg di rulli ho fatto qualcosa come quasi 4500 km e circa 82.000 mt di dislivello che su zwift sono paragonabili a molta fatica. Il tutto circondato dagli insulti di mia moglie e mio figlio che mi hanno sopportato dovendo stare in casa per più di due mesi. Sono stato l'unico ad uscire di casa per ovvi motivi lavorativi ma per il resto ligio al dovere stando a casa".

 

Qual era il tuo programma di gare in questo 2020? "Calendario gare erano i tre circuiti più importanti a livello nazionale ed interregionale. Prima di tutto il Trek Zero Wind, Marathon bike cup ed in fine il Nord Ovest senza tralasciare campionati italiani e la splendida Capoliveri Legend Cup".

 

Tonello ama spingersi oltre, alla ricerca sempre di qualcosa di nuovo. "L'obbiettivo vero e proprio è sempre quello di superare i miei limiti crescendo come atleta prendendo ciò che viene a livello di risultati. Quindi se devo essere sincero un obbiettivo vero e proprio di risultato non c'è anche se ovviamente vado per vincere sempre ma senza focalizzarmi troppo sulla vittoria".

 

Sei fiducioso sul fatto che riprenderemo a correre? "Personalmente se si correrà sarò molto contento. Soprattutto per la visibilità dei nostri sponsor e della società. Ma se così non dovesse essere, personalmente nonsarebbe un problema. Sarei più contento perché avrei meno stress da gara, e molto più tempo da dedicare alla mia crescita personale. Situazione a cui, che come detto prima, punto molto".

 

Rimani in contatto con il gruppo del Lissone mtb? "Ovviamente. Abbiamo un gruppo dove ogni giorno qualcuno dice la sua cavolata e così ci teniamo in contatto facendo gruppo anche a distanza. Sono il primo a fare casino e cercare di tenere l'ambiente unito! Ci tengo molto al nostro gruppo e anche se esiste il capitano vero Lanzi, mi sento un po' il capitano virtuale nel tenere uniti tutti. Ci tengo molto a questo gruppo, e voglio che tutti sentano l'attaccamento alla maglia. Lissone mtb merita rispetto e bisogna essere orgogliosi di correre per questo team".


Tonello vuole lanciare un messaggio ai biker. "Il messaggio che cerco di trasmettere ai biker, ma in generale a chi pratica sport e soprattutto ciclismo, è quello di farne dello sport uno stile di vita. Godetevi ogni attimo in generale. Il nostro è lo sport più bello che ci sia. Riusciamo ad assaporare la libertà, provare quelle sensazioni che regala la natura: sono impagabili ed insostituibili".

 

Cosa significa per te praticare la mountain bike? "Per me la mtb ed il ciclismo sono semplicemente il mio stile di vita, Non riesco a farne a meno".

 

Cosa significa per te correre per il Lissone Mtb? "Questo è il terzo anno in casa Lissone Mtb. È una famiglia prima di tutto. Poi ho la fortuna di far parte di un gruppo di persone che dedicano molto, anzi danno il massimo, per essere l'eccellenza della mtb sul territorio nazionale a livello amatoriale e giovanile. Partendo dalla dirigenza, dagli sponsor, da tutto ciò che gira attorno al team lissonese. Per questo non si può non essere uniti. Da noi non esiste un leader vero e proprio. Insieme portiamo avanti quel progetto ampiamente riconosciuto da parte degli addetti ai lavori".


Ringraziamenti? "Ovviamente tengo a ringraziare in generale il Lissone per tutto ciò che mi dà. Ma il ringraziamento più grosso l'ho devo alla mia famiglia. Mia moglie Katia e mio figlio Filippo. Ma anche i miei suoceri perché se cerco di fare l'atleta, è solo grazie a loro che mi aiutano e mi permettono di fare ciò, lasciandomi gli spazi che mi servono per allenarmi, per fare le gare e per crescere".

 

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