Alla Roc d'Azur c'era anche uno strano volatile sul Col du Bougnon

Il mare, le colline, la polvere, la sabbia, gli ultimi metri dello sprint e la vittoria di Jordan Sarrou. Dietro il vincitore, che è entrato con il terzo successo tra i grandi, i 3.500 concorrenti di questo evento leggendario hanno pedalato verso il traguardo fino alla fine del pomeriggio.

titoli sui giornali del lunedì sono stati tutti per lui, per Jordan Sarrou, il vincitore della Roc d'Azur.  L'orgoglio che unisce il Paese, in nome dello sport al di là delle divisioni politiche e sociali, quando il 26enne di Monistrol-sur-Loire ha piegato in volata dopo una grande battaglia sui sentieri del Var, l'estone Peeter Pruus, è esploso e come una liberazione per i tifosi francesi e ha allontanato il pericolo che la stagione della mountain bike terminasse con un biker straniero sul gradino più alto del podio della leggendaria Roc d'Azur.

 

Il podio della Roc d'Azur 2019 con Sarroum Pruus e Koretzki


Alla fine di una stagione lunga e impegnativa, in cui ha concluso al quinto posto la World Cup e si è classificato ottavo al Campionato Mondiale a Mont-Saint-Anne, Sarrou ha trovato l'energia e la motivazione per firmare un'ultima prestigiosa vittoria, confermando una bellissima fine dell'anno, dopo il quarto posto lo scorso fine settimana a Tokyo nell'evento del test olimpico.

 

E tre per Jordan Sarrou

Con questo terzo successo nella Roc (dopo il 2014 e il 2016), Jordan Sarrou ha uguagliato Miguel Martinez, detentore del record di vittorie, con tutte le possibilità nei prossimi anni di scavalcarlo nell'albo d'oro. Per il rider della squadra di Julien Absalon, quella di domenica è stata la vittoria più importante della stagione, a giugno aveva rotto il ghiaccio a Leukerbad nella Proffix Swiss Bike Cup, senza più riuscire a ripetersi, battuto anche da Victor Koretzky nel Campionato Nazionale all'Alpe d'Huez.  

 

Il suo rivale domenica è invece diventato un prezioso alleato per respingere l'offensiva di un irriducibile Pruus, terzo due giorni prima della Roc Marathon, che torna in Estonia con un gran bel ricordo della Roc d'Azur. Sarrou e Kortezky sono riusciti finalmente a staccare Pruus prima della spiaggia della Galiote, ma l'estone non ha pronunciato la sua ultima parola ed è tornato in modo impressionante con loro negli ultimi chilometri, provando il tutto per il tutto. Come nella marathon di venerdì vinta da Daniel Geysmair, il risultato della Roc 2019 è stato giocato allo sprint, Sarrou ha lanciato la volata da molto lontano e ha vinto, mentre il campione francese alle spalle dei due osservava il finale.

 

Lo sprint che ha deciso la Roc d'Azur 2019 con Sarrou primo davanti a Pruus

 

"Non mi aspettavo una gara così veloce, ad un certo punto ho guardato il mio computer e ho visto che eravamo ai 27 di media!" - spiega il vincitore - "Una volta in testa, abbiamo collaborato molto con Victor, non sapevo chi fosse con noi, quindi non sapevo cosa aspettarmi.  Abbiamo staccato più volte Pruus sulle salite e nelle discese tecniche, ma è sempre riuscito a tornarci sotto ogni volta.  Ho preso il comando a 300 metri dal traguardo, mi sono detto "Vai e dai tutto!" E ha funzionato.  E' un modo fantastico per concludere la stagione, diventare detentore del record insieme a Martinez è fantastico perché la Roc d'Azur è una di quelle gare che spiccano davvero tra i trofei.  Ho perso solo un'edizione, è da quando avevo 8 anni che vengo qui, ho già vinto nella Junior e nella categoria Under 23, quindi ottenere la mia terza vittoria come Elite è semplicemente fantastico.  Ora è il momento di fare una pausa e riposare un po' prima di pensare al 2020, un anno in cui il fulcro della stagione saranno i Giochi Olimpici"

 

Florian Prudhomme, lo strano uccello del Col du Bougnon


Uno strano uccello sul Col du Bougnon

Quest'anno l'atmosfera della gara che ha concluso il programma del grande evento francese è stata ancora una volta incredibile, forse anche più che negli anni precedenti. I corridori hanno affrontato il passaggio al Col du Bougnon con un tifo degno del Tour de France, tra urla, incitamenti, canzoni e fan in costume, tra cui non poteva mancare Florian Prudhomme che mascherato da uno strano uccello, è stata ancora una volta la vera star del Col du Bougnon.

 

Lasciati il costume da Obelix dell'anno scorso o quello da vescovo delle precedenti edizioni, con il megafono in mano ha incitato i corridori, che giunti al Col du Bougnon, ormai si aspettano una nuova gag dai Supporters VTT Francais.

 

Il gruppo deo Supporters VTT Francais

 

La Roc d'Azur risveglia il Massif de Maures

Un fiume di oltre 3.500 appassionati di mountain bike ha continuato a tagliare il traguardo dopo i campioni.  Le loro gambe stanche, ma ne i loro occhi pieni di emozione la gioia di finire una gara come nessun'altra, con molti già pronti a tornare per il prossimo anno.  La Roc d'Azur per gli appassionati francesi è diventato un pellegrinaggio quasi obbligatorio che ogni mountain biker deve aver compiuto almeno una volta.


La gara si svolge nella parte orientale del Massiccio dei Maures, in una zona dagli ambienti tipicamente mediterranei: il percorso è un lungo susseguirsi di ripide salite e veloci picchiate e si svolge quasi esclusivamente su sentieri tecnici e molto impegnativi.  Il fondo è prevalentemente roccioso con sassi smossi misti a polvere e sabbia, si pedala quasi sempre tra la vegetazione anche se non mancano zone aperte dove la vista spazia su tutta la costa e il Golfo di Frejus.

 

La Roc d'Azur risveglia il Massif de Maures

 

Sulle tracce della roc d'Azur, tra mare e montagna

Dopo i primi 6 Km pianeggianti, si passa tra le case mobili di un campeggio e arriva la prima salita, dopo la quale si affrontano i cinque luoghi mitici del tracciato.  Il primo è la discesa del Fournel, non la più ripida, non la più tecnica, non la più veloce, non la più difficile, ma dove c'è più pressione con il pubblico e gli amici presenti e non ammette esitazioni.  

 

Qui per i concorrenti delle vague successive alla prima iniziano gli ingorghi, questi momenti di pausa forzata appartengono all'atmosfera della Roc d'Azur per chi non ha la possibilità di partire con il primo gruppo.  È necessario riguadagnare il ritmo per attaccare un nuovo passaggio mitico, il Col du Bugnon, una salita non così terribile, ma con molte persone, amici, sostenitori, sembra di scalare l'Alpe du Huez durante il Tour de France, gli spettatori ai bordi del tracciato possono far guadagnare qualche watt per superare gli ultimi metri.

 

Il passaggio della Roc d'Azur sulla spiaggia della Galiote

In cima appare il mare e si avvicina la salita della Gallairde, un passaggio che mette alla prova il proprio morale.  La salita inizia su fondo bitumato per una trentina di metri ad una percentuale molto alta (oltre il 15%), prima di salire alle ville con un lungo sentiero che negli ultimi 100 metri entra in un canalone roccioso, da lì devi gestire la gara, non cadere, non arrenderti ai crampi nella serie saliscendi dove la tentazione di accelerare per guadagnare qualche secondo si fa forte.


Finalmente la spiaggia della Galiote, non è facile pedalare sulla sabbia e ancora più complicato sullo stretto sentiero dei doganieri tra le ville e il mare.  Nessun rischio così vicino all'obiettivo, si scende e si risale dalla mountain bike a causa dei numerosi ostacoli.  Di nuovo la spiaggia, ma più percorribile sulla battigia e poi si torna a correre sulla pista ciclabile del mare fino all'arrivo dove diventi con orgoglio un Roc Rider!


Photo credit : A.S.O. / Aurélien Vialatte - Ville de Frejus

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