Indoor training, tempi dimezzati sui rulli? Risponde il nostro esperto.

Il consiglio del Trainer "Amico", puntata nr. 87. Il Dott. Alessio Cellini e suo fratello Marco, ogni settimana risponderanno alle vostre domande, riguardanti la preparazione atletica nella mountain bike.

"Il consiglio del Trainer Amico", attraverso questa Rubrica il nostro Staff dedicato alla preparazione atletica in mountain bike, risponderà ai vostri quesiti. Una domanda alla settimana, tutte le settimane, sempre il lunedì. 

 

Mi chiamo Marco, mi alleno seguendo delle tabelle di allenamento fatte da un preparatore e tarate sulle mie caratteristiche fisiche. Se impossibilitato a pedalare all'aperto uso i rulli e in questo caso il preparatore mi consiglia di dimezzare tutti i tempi previsti per la sessione di allenamento di quel giorno: tutti gli intervalli, dal riscaldamento ai lavori specifici. Perché? I rulli sono più allenanti o c'è qualche altra motivazione? L'ho già chiesto al mio preparatore ma non ho capito bene la risposta.

 

 

Ciao Marco

 

Quesito molto interessante il tuo, e quanto mai attuale.


Se cerchiamo di riportare indoor un allenamento previsto outdoor è ovvio che qualche modifica va fatta, un allenamento al chiuso ha delle limitazioni e per questo il training va "riadattato".


Alcune tra le limitazioni principali sono:


- Bicicletta ferma, perde quindi il naturale andamento con oscillazioni dx/sx legate alla spinta dell'arto controlaterale.


- Angoli da pianura (tranne con indoor trainer che simulano la pendenza alzando la ruota anteriore - risolvendo in parte il problema) quindi ridotto/nullo contributo di tronco ed arti superiori.


- Termoregolazione e sudorazione molto più complessi da gestire.


- Ambiente malsano che si viene a creare dove ci si allena a causa degli elevati scambi gassosi O2/CO2, quindi cercare il massimo ricambio d'aria.


- Impatto psicologico di una seduta al chiuso, dove la mancanza di stimoli esterni visivi paesaggistici e la solitudine fanno sentire molto di più la "fatica".


Detto questo, tornando al tuo quesito, trovo una semplificazione eccessiva (ed errata) l'indicazione "dimezzare tutti i tempi di lavoro previsto, sia fasi attive sia fasi di recupero tra esse", io direi piuttosto di ridurre di molto la durata totale a discapito dei tempi "morti" quindi riscaldamento - recupero tra serie - defaticamento tendenti a 0, lasciando però inalterata la parte di lavoro specifico (se di entità compatibile con il lavoro al chiuso).


Determinati esercizi infatti, hanno anche nel volume (durata di esposizione a, tempo totale di esposizione a) un fondamentale stimolo di adattamento, per questo il semplice "dimezzare" oltre ad impattare molto meno sul lato del volume totale della seduta (limite legato all'allenamento indoor) rischia di rendere praticamente nullo o poco significativo anche lo stimolo allenante in senso qualitativo, rendendo poco utile la seduta.


Come dire..tanta fatica per nulla..

 

Alla prossima.

 

 

Photo ©kinetic fit

 

 

Hai anche tu una domanda per il trainer? Anche se ti può sembrare banale, scrivici a info@pianetamountainbike.it

 

 

 

Chi è il Dott. Alessio Cellini che risponde alle vostre domande

 

Alessio Cellini - Trainer- Dott. Alessio Cellini

- Direttore del Centro CTM, Responsabile Area Tecnica

- Dottore in Scienze Motorie

- Dottore Magistrale in "Scienze e Tecniche dell'attività sportiva"

- Direttore Sportivo 3° livello "Categorie Internazionali", Federazione Ciclistica Italiana

- Preparatore Fisico, Federazione Ciclistica Italiana


- Maestro MTB, Federazione Ciclistica Italiana


- Sport Performance Specialist (qualifica Europea EQF 3-4-5)

 

- Slimming Specialist

 

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