La Svizzera, anzi la Confederazione Elvetica, visto che è formata da 26 Cantoni, è definita la democrazia più vecchia del mondo. Altri la definiscono la prima nazione a praticare la democrazia diretta. Questa sua particolare forma legislativa per la quale i suoi cittadini, sono spesso chiamati alle urne, potrebbe essere un'arma a doppio taglio per il mondo del ciclismo ma anche dello sport in generale.
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Swiss Cycling, ossia la federazione svizzera, nei giorni scorsi ha invitato tutti i suoi affiliati, che andranno a votare il 4 marzo a dire "no" all'iniziativa No Billag che ha l'obiettivo di far passare una legge che vuole abolire il canone per la Televisione e la Radio pubblica (SSR). Quest'ultima garantisce le trasmissioni in 4 lingue e la copertura di eventi di un centinaio di sport, la maggior parte dei quali minori. L'alternativa sarebbe il passaggio ad un sistema privato che taglierebbe tutti gli sport minori ma a forte rischio ci sarebbero eventi come il Tour de Suisse.
Ecco cosa scrive Swiss Cycling a questo proposito: "In Svizzera, RSI, RTR, RTS e SRF coprono il Tour de Suisse nelle quattro lingue del paese. Le immagini sono usate dai canali televisivi di tutto il mondo. Le entrate commerciali coprono solo il 10% dei costi totali, nessun fornitore privato sarebbe disposto a sostenere tali costi. Inoltre, senza immagini dal vivo, le diverse autorizzazioni richieste per l'organizzazione di una tale gara sarebbero più difficili da ottenere dalle autorità. Ne consegue che senza la produzione della SSR, il Tour de Suisse non può più esistere nella sua forma attuale."
Se saltasse il Giro di Svizzera immaginatevi che conseguenze ci sarebbero per la sorella più povera, la mountain bike, nonostante in Svizzera goda di molta più visibilità che in Italia.
A questo punto l'auspicio è che i nostri vicini svizzeri il 4 marzo votino no perché l'amore per la bicicletta in tutte le sue declinazioni è universale.