Alexey Medvedev può tornare a correre. Il TAS gli da ragione.

Il MIG russo esce dall'hangar ed è pronto a ritornare in pista. La squalifica della RUSADA è stata ridotta da 2 anni a 6 mesi, dopo il suo ricordo al TAS. Vi spiegamo nel minimo dettagli cosa gli è successo.

E' stato lo stesso Alexey Medvedev che lo ha annunciato ieri in inglese sulla sua pagina Facebook. Dopo sei mesi passati in un incubo, ha finalmente visto la luce il 15 dicembre quando allo studio legale che lo ha assistito nel ricordo al TAS (Tribunal Arbitral du Sport). Da Losanna via mail è arrivata la notifica che potrà trascorrere un sereno Natale (in Russia di festeggia quello ortodosso il 7 gennaio). La squalifica di 2 anni inflittagli dalla RUSADA (Russian Antidoping Agency) è stata ridotta a 6 mesi, già scontati.

 

 

I FATTI 

Dall'1 all'8 di maggio 2017 Alexey Medvedev era tornato in Russia, per la precisione a Izhevsk, la sua città. Il giorno 9 maggio appena rientrato in Italia è stato sottoposto ad un controllo antidoping.  Il 19 giugno gli è stato comunicato che era stato trovata la presenza di furosemide, un diuretico proibito in campo sportivo. Il 24 agosto, la RUSADA lo aveva squalificato per due anni.

 

"RUSADA following the materials provided by Disciplinary anti-doping Committee, rendered a decision that made Medvedev Aleksey (cycling) ineligible for 2 years for violation of art. 2.1 of the All-Russian Anti-Doping Rules, the period commencing on June 19, 2017".

 

Un dato importante in questa vicenda è rappresentato dal fatto che lui non aveva segnalato alla sua squadra il motivo dell'assunzione di questo farmaco.

 

 

COSA ERA SUCCESSO

Quando il 19 giugno Alexey Medvedev era venuto a conoscenza della sostanza ha ripensato a cosa aveva fatto in quel periodo ed è riuscito a ricostruire i fatti. Il 7 maggio era stato portato in ospedale da suo padre Petr perché si era sentito male in seguito ad una brutta caduta in allenamento con ferita alle testa. Il genitore aveva anche avvertito i medici che il figlio era un atleta professionista e che non poteva assumere farmaci proibiti. Quel giorno però il medico dell'ospedale che aveva rilevato una commozione celebrale e che era preoccupato della sua integrità fisica, gli aveva somministrato il furosemide, proprio un farmaco vietato.

 

Avendo preventivamente avvertito i medici, i familiari e l'atleta sono usciti dall'ospedale convinti che sapendolo, i medici gli avevano somministrato farmaci legali a livello sportivo. Per questo motivo, lo stesso giorno non hanno comunicare niente alla sua squadra. L'errore di Alexey, prima di uscire dall'ospedale, è stato quello di non aver chiesto al medico che lo aveva curato, se nonostante gli avvertimenti del padre, gli era stato somministrato lo stesso qualche farmaco proibito.

 

Purtroppo non l'ha fatto e le tempistiche non hanno giocato certamente a suo favore, visto che è stato controllato 2 giorni dopo il ricovero, appena ha rimesso piede in Italia.

 

LA SENTENZA DELLA RUSADA

La RUSADA (agenzia antidoping russa) informata dei fatti, il 24 agosto aveva applicato l'art. 2.1 che prevedeva una squalifica di 4 anni nel caso di uso consapevole, ridotta a 2 per uso non intenzionale di sostanze dopanti.

 

 

LA SENTENZA DEL TAS

Alexey Medvedev supportato da uno studio legale americano ha fatto ricorso al TAS (Tribunal Arbitral du Sport) e il 19 novembre si è presentato a Losanna intenzionato a chiedere una forte riduzione della pena mentre la RUSADA voleva confermare la squalifica di 2 anni. Il 15 dicembre il TAS ha emesso la sua sentenza, riducendo la squalifica ad un periodo di 6 mesi. Così ora Medvedev può ricominciare a correre.

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